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“La mia prima gara nel Motomondiale fu con MV. E pure l’ultima”

Un'intervista a Giacomo Agostini. Il 15 volte campione del mondo ci parla del ritorno di MV Agusta nel Motomondiale
I nomi di Giacomo Agostini e MV Agusta sono strettamente intrecciati da oltre mezzo secolo. Il campione bergamasco ha vinto 13 dei suoi 15 titoli mondiali sulle moto italiane e, senza retorica, insieme hanno scritto la storia del motociclismo. Il ritorno del Marchio nel Motomondiale (qui trovate un video della nuova moto), suscita in lui sentimenti contrastanti.

“Mi emoziona il pensiero del ritorno di MV alle corse, ma questa emozione svanisce un po’ quando penso che correrà con un motore non suo - commenta - È un particolare che mi fa un po’ male, alla fine è come ci fosse solo il marchio sul serbatoio della moto, anche se so che il regolamento è questo e c'è poco da fare. Se non penso a questo, mi entusiasmo al pensiero di vederla in pista perché è una moto con cui ho vinto tanto”.

Ago arrivò alla corte del Conte Agusta dopo avere vinto tutto nel campionato italiano con la Moto Morini, che però non voleva partecipare al Mondiale.
“Venni chiamato tramite Carlo Ubbiali - ricorda - e davanti a una proposta del genere non trattai nemmeno sul prezzo. Il Conte Agusta non era un tipo facile, era molto serio e dava poca confidenza: in poche parole, lui era il padrone e tu il suo dipendente. Però si è sempre comportato in modo molto professionale, non mi ha mai voltato le spalle”.

E MV Agusta a quei tempi era la squadra dei sogni, un vero colosso nel mondo delle corse.
“Basti pensare che ero abituato ad andare alle corse con due meccanici e un furgoncino, tutto lì - continua Giacomo - Quando provai per la prima volta la MV a Monza ricordo invece che arrivò un camion con 8 meccanici, tutti vestiti con il camice blu, era un altro mondo”.

Come continuò quella storia è scritto nei libri dei record, come anche la sua fine con Agostini che passò in Yamaha.
“In MV non riuscivano più a sviluppare il motore 4 tempi, e i 2 tempi stavano avanzando. Volevo continuare a vincere e ho dovuto prendere quella decisione, e trovai una seconda famiglia in Yamaha”.

Il campione fece però un bel regalo di addio alla MV vincendo l'ultima gara con la moto italiana.
“È stata una grande gioia e anche una coincidenza incredibile perché vinsi sia la mia prima sia la mia ultima gara nel Mondiale con la MV Agusta, entrambe al Nürburgring - sottolinea - È stato il destino. Avevo nel box anche una Suzuki, che era molto veloce, ma poco affidabile. Quando vidi che pioveva, capii che la MV sarebbe stata più performante”.

Ed ebbe ragione, nel 1976 vinse il GP della Germania dell’Ovest, come nel 1965, quella volta in 350, al suo primo anno sulla MV.
“Non c'è una vittoria più importante delle altre, le metto tutte sullo stesso piano. Anche i primi successi, quando partivo per andare a correre con un solo meccanico e i panini portati da casa - ricorda - Certamente non posso dimenticare certamente il mio primo campionato del mondo vinto a Monza. Mi resi conto di esserci riuscito solamente il giorno dopo; non pensavo che io, arrivato da un piccolo paese come Lovere, potessi esserci il campione di tutto il mondo”.

Agostini ama ancora stringere un manubrio tra le mani, sia per una rievocazione storica o per puro piacere. Vederlo sulla Moto2 MV Agusta sarebbe affascinante...
“Guidare una moto mi fa sempre piacere, se poi è una bella moto a un giretto non dico di no...”.
1/21 Giacomo Agostini
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