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di Marco Riccardi
31 August 2023

Il mio nome è Schorsch... E sono "dannatamente veloce"

È stato il primo pilota non inglese a vincere il Senior TT con una moto nata fuori dal Regno Unito, una BMW. Una stagione di gare iniziata nel fuoristrada e continuata in sella alla 500 Kompressor, più una divagazione, eccellente, a quattro ruote con le ”frecce d’argento” della Auto Union

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In azione alla svolta del Quarterbridge, curva che si trova subito dopo la partenza a Douglas. L’autografo di Schorsch celebra la vittoria del 1939 nel Senior TT dell’Isola di Man

Meier è il ”sergente di ferro”, il pilota tenace e talentuoso che appartiene alla polizia militare della Wehrmacht tedesca. Per chi lo conosce bene - e poi per tutti - è solo ”Schorsch”, il diminutivo di Georg, che è il suo nome. Insomma, in Baviera, nel sud della Germania dove è nato, è "Giorgino". Un vezzeggiativo che non si addice a un colosso d’uomo. Corre per pura passione, ha un comportamento esemplare in gara come al di fuori delle competizioni.
Va forte in fuoristrada, e al suo esordio negli eventi che contano, si aggiudica a 23 anni il giro della Germania del 1933, un tour di 2.000 km, ma che presenta una sterminata tappa di 1.600 km: lo fa in sella alla BMW R 4, una piccola monocilindrica di 250 cc in dotazione alla Polizia. Dovrà aspettare quattro ore al traguardo perché si presenti a Baden-Baden il secondo arrivato. Dalla Polizia passa all’esercito e con la squadra nazionale partecipa in Galles alla Sei Giorni del 1937: con la BMW 500 si piazza al secondo posto (con i compagni Sterlzer e Kraus, quest’ultimo con un sidecar di 600 cc) dietro gli inglesi che hanno a disposizione le agili Norton e AJS 350.
Al marchio di Monaco di Baviera resta legato tutta la vita, ma si concede una digressione nelle quattro ruote, quando nel 1939 accetta l’offerta della Auto Union per guidare l’argentea V12 da Grand Prix, capace di una potenza di quasi 500 CV. È un pilota ufficiale, ma fa parte del team Junior, perché in quello principale c’è, prima di tutti, Tazio Nuvolari. Anche con due ruote in più Meier è veloce e arriva a cogliere il secondo posto nel GP di Francia dietro Hermann Paul Muller, che guida la stessa Auto Union.
A fine di una lunga carriera, terminata nell’autunno del 1953, sul suo petto ci sono sei campionati tedeschi, l’Europeo del 1938, le affermazioni alla Sei Giorni (anche quella del 1951 a Varese dove si merita la medaglia d’oro) e la straordinaria vittoria del TT del 1939. Morirà il 19 febbraio del 1999 e diventerà per sempre una vera leggenda della Casa di Monaco di Baviera.

"Non siamo inglesi"

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Al via della gara del campionato tedesco 1952 sul circuito di alta velocità Grenzlandring. Sull’ovale di 9.173 m Schorsch è in pole position con la 500 privata del compressore. Col n°41, in una prima fila tutta composta da piloti ufficiali BMW, è Walter Zeller, altro memorabile campione in sella alle boxer bavaresi, classificatosi al secondo posto nella classe 500 del Motomondiale del 1956

Sicuramente l’affermazione più brillante di Meier è la vittoria al Senior TT del 1939. Schorsch ci aveva già provato un anno prima, ma era stato subito fermato da un guasto a una candela d’accensione. Quando trionfa al Tourist Trophy, Meier ha 29 anni e la sua carriera con le BMW 500 sull’asfalto è iniziata solo nel 1937. Però, si è già dimostrato “dannatamente veloce” come sanno riconoscere i giornali inglesi, così veloce che, nonostante non abbia una grande esperienza delle gare in circuito, vince il campionato d’Europa nel 1938 (è sul gradino più alto del podio in tre delle otto gare in programma) con la BMW Kompressor, davanti alla Gilera quattro cilindri sovralimentata guidata da Dorino Serafini. Il pilota di Pesaro, che si aggiudicherà l’europeo nel 1939, di Meier ricorda il valore: “Dirò subito che ho una sincera profonda ammirazione per Meier; l’ho visto far miracoli di audacia e di bravura e francamente non so chi altri avrebbe potuto fare altrettanto”.
Ma torniamo al TT del 1939. Lo squadrone BMW si presenta forte di tre piloti ufficiali: oltre a Georg ci sono l’esperto Karl Gall e Jock West, lo specialista inglese dei circuiti stradali, già due volte vincitore dell’Ulster GP con la Kompressor. La squadra tedesca arriva molto prima della gara, il primo giugno. Si cominciano di buona mattina gli allenamenti e la messa a punto della moto per affrontare al meglio il Mountain. La Kompressor cresce nelle prestazioni, è veloce, viaggia sul dritto a oltre 215 km/h. Meier appare in gran forma e gli inglesi già temono la sconfitta; solo la rottura della moto o una gara “bagnata” potrebbe rimetterli in gioco.
Tutto cambia quando Karl Gall cade rovinosamente nelle prove libere a Ballaugh Bridge il 2 giugno. Le ferite riportate alla testa si rivelano fatali per il pilota tedesco, che muore all’ospedale di Ramsey dopo 11 giorni di agonia. Meier è ovviamente scosso dall’incidente del compagno di squadra, l’equipe tedesca pensa di ritirarsi dal TT, ma poi decide di onorare il ricordo di Gall partecipando alla gara che partirà il 16 giugno. Sono sette giri da percorrere, 425 km che Meier chiuderà in 2 ore, 57 minuti e 19 secondi, stabilendo il nuovo record, che era di Harold Daniell con la Norton. Il suo compagno di squadra Jock West (che era pure il responsabile vendite dell’importatore inglese della BMW) si prende due minuti di ritardo e Freddie Frith e la sua Norton ci mettono 3 minuti in più del vincitore.
La Kompressor viaggia con grande regolarità, non ha il tentennamento dell’anno prima, ma per essere più sicuri sopra al motore sono state piazzate due candele di scorta e la chiave a esagono per smontarle. La BMW vince anche per la sua grande affidabilità e gli stessi inglesi sono stupiti nel vedere che il motore non trasuda lubrificante e la moto, ad eccezione della collezione di mosche che popolano il cupolino, non ha altri segni.

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All’età di 78 anni Meier ritorna il sella alla Kompressor. La moto proviene dal museo BMW e Schorsch l’ha usata nuovamente al Tourist Trophy nel 1989: un giro del Mountain Circuit a 50 anni dalla sua sensazionale vittoria. Per l’occasione è stato accompagnato dal suo compagno di squadra di allora, l’inglese Jock West, anche lui alla guida di una 500 con compressore

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