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Fuego2ice: 32.000 km di viaggio da CapoHorn all’Alaska, in sella a una Beta 50. Report 5

Prosegue il viaggio di Simone Cannizzo. È ancora in Cile e si sposta da Puerto Monnt a Valparaiso

Fuego2ice: 32.000 km di viaggio da capohorn all’alaska, in sella a una beta 50. report 5

QUINTA SETTIMANA 15 – 23 DICEMBRE

Racconta Simone Cannizzo: “Sono ormai fuori dalla Patagonia, i panorami cambiano e le strade anche. Qui c’è davvero troppo asfalto. La piccola Beta corre verso Nord, ma decido di andare a visitare la regione dei laghi, tra la strada principale verso Santiago e le Ande. La zona è vulcanica, quindi oltre ai laghi azzurri ed alle strade di terra nera, ci sono una notevole quantità di terme naturali. In alcuni casi sono pozze scavate nel marmo dalla cascata che hai alle spalle, ma dentro a cui ora scorre acqua fino a 42 gradi. Dopo oltre tre ore di enduro su una mulattiera durissima, attraversando uno dei parchi naturali della zona, non potevo desiderare altro. Arrivo a Santiago in tempo per Natale, dopo aver testato l’efficiente servizio di carro attrezzi cileno a causa di una foratura. Rapido e gratuito, compreso nell’irrisorio prezzo del pedaggio, parte della convenzione che i gestori hanno per poter prendere in concessione quel tratto di strada. Fa riflettere. Santiago è un città in ebollizione, calda e soffocante almeno in questo periodo. Mi rifugio spesso nel cortile dell’ostello, mentre alla Beta vengono sostituite le guarnizioni dell’olio delle forcelle: 5.500 chilometridi buche le hanno definitivamente provate. Il pranzo di Natale è una grande festa multietnica: cuoca olandese che cucina piatti greci, improvvisato barman spagnolo che produce un cocktail chiamato “Terremoto” in quantità industriale, avidi mangiatori italiani, tedeschi, brasiliani, cubani, statunitensi e messicani. Decido di muovermi da Santiago appena il mezzo è pronto, andando a cercare del fresco verso Valparaiso. E rimango stupefatto dalla città, ricoperta di splendidi murales in quasi ogni angolo, giovane ed allegra. Si fatica a trovare una piazza dove non ci sia un concerto, una mostra o un’attività artistica in corso.  Ma dopo qualche giorno sento la mancanza dell’odore di olio bruciato del mio piccolo due tempi e mi rimetto in marcia per ripassare le Ande, di nuovo in Argentina, in direzione Mendoza”.

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