Partendo da Gorizia, ci dirigiamo verso il cuore del Collio per proseguire sino a Brazzano, punto di arrivo dell’itinerario. Qui, i veri protagonisti della sono i vigneti e i confini.
GORIZIA
GORIZIA Punto di partenza dell’itinerario è Gorizia, crocevia
delle
principali civiltà europee, ricca di piazze, viali alberati e ville dai
preziosi giardini. Un tempo città potente, con possedimenti che si espansero
fino al Tirolo e alla Carinzia. Città con mille anni di storia e un castello
che la domina dall’alto da cui si gode di una vista a 360 gradi, che
spazia
oltre confine sui palazzoni e sulle fabbriche di Nova Gorica. Una città
tagliata in due, con diversi valichi il cui passaggio era riservato ai
soli possessori di speciali permessi di lavoro, con finanzieri impegnati
più nei controlli di alcolici e valuta, con la stazione Transalpina oltre
confine e molti cippi a ricordare da quale delle due parti ci si trovava.
Una storia affascinante, segnata dalla guerra e fatta da gente che, fino
a giorni nostri, ha dovuto convivere con dogane e permessi e fare i conti
con proprietà divise da confini che di notte, come d’incanto, si
spostavano
di qua e di là. Ed è anche per questi motivi che i goriziani hanno vissuto
il primo maggio 2004 come una data storica, una vera e propria caduta del
muro burocratico con la Slovenia. Proprio nei giorni in cui realizzavamo
il nostro itinerario, in città fervevano i lavori per la cerimonia ufficiale
della caduta dei confini, che prevedeva l’inaugurazione della nuova piazza
della stazione Transalpina, dal 1947 divisa in due. Un insieme di eventi
fortuiti ci hanno condotto dalla persona giusta: Josko. Cuoco, amante e
conoscitore dei fantastici vini friulani, appassionato motociclista. Sotto
il porticato del bel ristorante che gestisce con la famiglia ci mostra
orgoglioso la sua BMW R 1200 C beige, con le borse invecchiate dai chilometri.
Seduti di fronte a un bicchiere di bianco ci racconta la storia del suo
locale (molto apprezzato dai buongustai) e ci affascina con storie e aneddoti
legati ai confini e ai cippi. Il tempo di finire la bottiglia e si offre
di farci da guida alla scoperta del “suo” Collio.
CUORE DEL COLLIO
CUORE DEL COLLIO Dopo aver
passato la mattinata girovagando per Gorizia arriva l’ora
dell’appuntamento
con Josko, che ci attende con la sua “compagna”. Partiamo salendo
lungo
una strada stretta e contorta, immersa nel verde delle robinie, e rapidamente
ci troviamo sulle colline di Montona: uno sguardo ai dolci declivi che
ospitano gli ordinati vigneti del Collio poi, sempre restando sulla parte
alta collinare, passiamo ai piedi del Monte Quarin, che ospita i resti
di una antica fortezza. Poco più in basso, la chiesetta della Beata Vergine
del Soccorso con il lungo campanile domina Cormòns, cuore del Collio.
Raggiungiamo
rapidamente San Giorgio, un piccolo agglomerato di case, immergendoci nel
pianoro solcato dal fiume Judrio, passando poi per Trussio, con le imponenti
torri del suo castello, e Vencò, in una zona collinare caratterizzata quasi
interamente dai lunghi filari di viti, le cui radici traggono nutrimento
dalla ponka (un insieme di marna e arenaria).
DOLEGNA
DOLEGNA Lungo il tratto
di strada che porta a Dolegna si incontrano diverse indicazioni di agriturismo,
nati di recente dalla volontà di giovani agricoltori desiderosi di conservare
vecchie strutture ormai quasi in disuso, e strane segnalazioni, chiamate
“frasche”: sono pali di legno con un ramo in bella vista e indicano
le
case contadine dove si possono acquistare prodotti genuini e vini semplici,
poco trattati. Dolegna, comune più a nord del territorio del Collio, oltre
cui si passa nei Colli Orientali del Friuli, deve il proprio nome al termine
sloveno “dolènji”, che significa situato in basso. In effetti, da
qui
facciamo una breve ma gustosa deviazione, salendo fino a Scriò, per poi
ridiscendere sulla strada principale e ritornare in direzione di Vencò.
La oltrepassiamo per raggiungere, lungo un piacevole e divertente susseguirsi
di curve, Ruttars. Su queste strade il traffico è pressoché inesistente,
fatto salvo qualche trattore che però occupa gran parte della carreggiata...
PLESSIVA
PLESSIVA Di tanto in tanto
Josko si accosta a noi, indicandoci le diverse cantine che costeggiano
la strada. La voglia di fermarci per un assaggio è tanta, ma c’è un tempo
per ogni cosa (e poi la Stradale non perdona), quindi resistiamo e rimandiamo
a più tardi i nostri propositi goderecci. Raggiungiamo Plessiva, dove si
trova un valico di seconda categoria, presidiato da un finanziere italiano.
Josko ci spiega che da questo tipo di “porte” possono entrare e
uscire
solo i locali dotati di speciali permessi, mentre noi, per attraversare
il confine, dobbiamo servirci di quelli internazionali, come Vencò o Gorizia.
È parlando con questo doganiere che scopriamo che qui i controlli sono
mirati al traffico degli alcolici. Su di un cippo in marmo è incisa la
scritta “Repubblica d’Italia-1947”, anno in cui vennero
stabiliti i
nuovi confini. Ma ci sono altri piccoli cippi bianchi che marcano il confine,
adagiati tra i vigneti o nel mezzo della campagna.
DA ZEGLA A CORMÒNS
DA ZEGLA A CORMÒNS
Seguendo disciplinati la nostra guida raggiungiamo il vicino valico di
Zegla, incustodito in quanto adibito al solo passaggio di mezzi agricoli:
se passassimo nessuno ci fermerebbe, ma non è nei nostri piani, così facciamo
dietro front e ci dirigiamo, passando vicino al bianco castello di Russiz,
a Capriva, luogo di ritrovamenti che testimoniano l’esistenza di un
insediamento
in epoca romana. Immersi nella gradevole strada che corre sinuosa tra i
vigneti passiamo da Castello di Spessa, circondato da scenografici giardini
all’italiana. Josko ci accompagna fino alle porte di Cormòns, poi le
nostre
strade si dividono perché qualcuno ha da lavorare sul serio. Entriamo nel
centro cittadino e, districandoci tra i sensi unici, raggiungiamo la bella
piazza XXIV Maggio che ospita, oltre al municipio e all’ufficio del
turismo
anche alcuni bar, gremiti di gente che se la gode sorseggiando, guarda
caso, un bicchiere di vino.
BRAZZANO
BRAZZANO Basta. Siamo stanchi
di invidiare gli altri e poi l’ora è quella giusta: risaliamo in sella
e dirigiamo alla volta di Brazzano, dove nella rinnovata struttura di
“Terra
& Vini” ci attende Elda Felluga, figlia del “pioniere”
Livio, che
oltre cinquant’anni fa giunse in questo lembo di terra e ne fece la sua
patria, coltivando nuovi vigneti che lo hanno poi reso famoso
nell’ambiente
vitivinicolo e non solo. Il tempo di toglierci il casco e cambiarci gli
stivali e siamo seduti all’osteria. “Lo spirito è quello di
mantenere
in vita antiche tradizioni” ci spiega Elda, mentre ci porge un calice
di Picolit, e noi siamo più che d’accordo. Nel frattempo ai tavoli e al
bancone dell’osteria si avvicendano diversi avventori, uomini e donne
senza distinzione. “È il rito del tajut”, ci spiega, una delle più
antiche
tradizioni legate al bere del Friuli. Quando due amici si incontrano per
strada, l’usanza vuole che uno dei due offra un bicchiere di vino
all’altro,
che a sua volta dovrà ricambiare. Quando poi in osteria arriverà qualche
altro amico, questo sarà invitato a sedersi e la storia si ripeterà in
una sorta di circolo virtuoso (o vizioso secondo i punti di vista). Ai
giorni nostri non funziona più proprio in questo modo, comunque alla gente
è rimasto il piacere del bere e sono molti i giovani che hanno cultura
in questo campo. Anche noi ci difendiamo e cerchiamo di dimostrarlo con
la scelta della bottiglia che gustiamo insieme agli ottimi piatti che ci
sono serviti per cena. Finalmente è il nostro momento, per oggi non dobbiamo
più rimetterci in sella e da un accogliente letto ci separano solo pochi
scalini.
BLOC NOTES
BLOC NOTES
Dove mangiare e dormire
- BRAZZANO DI CORMONS (GO) Osteria
con alloggio “Terra & Vini”,via XXIV Maggio 34, tel. 0481/60028.
Ai piani superiori di un’antica casa contadina, completamente
ristrutturata,
sono state ricavate 8 stupende camere destinate all’accoglienza
turistica.
Ma l’intento principale di Elda Felluga, figlia di Livio,
patriarca
dell’enologia friulana, era quello di far rivivere un’antica
tradizione
del paese: l’osteria. Tra i tavoli restaurati e il moderno bancone
si possono degustare tutti i vini di produzione di casa Felluga
e non solo, oltre ai piatti, sapientemente preparati da Leda Della
Rovere, che spaziano dal prosciutto di Cormons alle trippe, dal
gulasch con gnocchi di pane agli asparagi di Gorizia con uova.
- CORMONS (GO)
Trattoria Al Cacciatore de la Subida,
via Monte 22, tel. 0481/60531. Aperta nel 1960 da Josko Sirk in una magnifica
casa rustica, la trattoria propone una varietà di piatti di terre di confine,
come Friuli e Slovenia, mixati, rivisitati e raffi nati dalla maestria
di Josko stesso, serviti in un locale caldo e accogliente. Di recente
realizzazione
sono anche gli appartamenti dell’agriturismo ricavati tra il verde delle
colline circostanti la trattoria, con piscina, maneggio e campi da tennis.
DA NON PERDERE
La sosta nelle varie cantine che
si incontrano lungo il percorso. Se siete appassionati di vino potrete
trarre molti spunti dalla guida “Sulle strade del vino, Veneto-Trentino
Alto Agide-Friuli Venezia Giulia”, De Agostini, 2003. Un evento
interessante,
solitamente a metà agosto, è la grande rievocazione storica di Cormòns,
dedicata a Massimiliano d’Asburgo, l’ultimo dei cavalieri: la
cittadina
si trasforma in un borgo medievale con mercatini, spettacoli, tornei e
giostre animati da un migliaio di figuranti, tra i quali un centinaio di
Lanzichenecchi provenienti dalla Germania. La “gubana”, tipico pane
dolce
arricchito da ingredienti come frutta, pinoli, canditi e cioccolato, servito
a fette spruzzate con grappa.
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