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Esclusiva mondiale: test della Nembo 32 col motore… al contrario

Qualcosa di veramente nuovo si affaccia sul mondo delle due ruote: con il suo motore Super 32 Rovescio, la Nembo esce dai soliti canoni e si apprezza per feeling di guida e carattere del tre cilindri di 1.814 cc

Esclusiva mondiale: test della nembo 32 col motore… al contrario

Il nome di questo modello – 32 – indica il numero di cilindri (tre) e la cubatura (2.000 cc) di quella che sarà la moto di serie. Quello che abbiamo provato in anteprima esclusiva mondiale al motodromo di Castelletto di Branduzzo è un prototipo di 1.814 cc, che ha quasi ultimato il suo iter prima di diventare una moto di serie.

Daniele Sabatini, ideatore di questa insolita e affascinante motocicletta, ha iniziato a sognare un motore non convenzionale nel 2008. Da allora la moto ha superato parecchi step evolutivi e ha visto la realizzazione di due prototipi. Quello più evoluto ci è stato concesso per un test in anteprima. Siamo saliti in sella pieni di preconcetti – lo ammettiamo – e dubbi sulla bontà di un progetto così… inusuale. Per di più, trattandosi di un prototipo, potrebbe essere afflitto dai tanti problemi di un progetto acerbo. Invece…

 

140 CV FACILI FACILI

Invece la Nembo 32 ci ha stupiti in positivo. La moto sarà una stradale a tutti gli effetti, ma per ora – senza targa né fanali – ora ci è possibile testarla solo in pista. E nei giri inanellati nell’arzigogolato circuito di Castelletto di Branduzzo, ha sfoderato qualità inaspettate. Il motore, innanzitutto: fluido, regolare (solo qualche incertezza tra i 2.500 e i 3.000 giri dovuta ad una mappatura da affinare), elastico. E totalmente privo di vibrazioni. Inoltre il motore ha funzione portante e funge da telaio: un piccolo traliccio anteriore lo collega al cannotto di sterzo e uno posteriore, ancor più striminzito, sorregge la sella. La Nembo 32 dichiara un peso in ordine di marcia di circa 200 kg, che andranno a calare nel modello di serie. Mica male considerata la cilindrata. Il motore è raffreddato ad aria e olio, ha distribuzione monoalbero in testa e un unico corpo farfallato. In questa configurazione prototipale eroga la bellezza di 180 Nm a 5.000 giri e una potenza massima di 140 CV. Che possono salire ad oltre 180 nella versione definitiva di 2.000 cc.

 

RAPIDITÀ E TRAZIONE

L’idea di rovesciare il tre cilindri, mettendo il grosso del peso in alto (albero motore, cambio e carter) non influisce negativamente sulla guidabilità. Anzi: la centralizzazione delle masse volaniche vicino al corpo del pilota si traduce in una agilità elevata. La moto scende rapida in curva e anche nei cambi di direzione è piuttosto svelta. L’interasse è compatto (1.450 mm) e il rovesciamento del motore ha consentito di utilizzare un forcellone molto lungo (680 mm!) con evidenti vantaggi in termini di trazione.

 

SOLO PER PORTAFOGLI BEN FORNITI

Da migliorare invece, il setting delle sospensioni (un po’ troppo rigide) e la resa dei freni (legnosi nella prima fase di utilizzo e spugnosi a caldo). Ma la moto è ancora in fase di evoluzione e sviluppo. La versione definitiva vedrà la luce probabilmente il prossimo anno e verrà prodotta su commissione. Il prezzo? Da sceicchi: 320.000 euro! Il test completo e approfondito, su Motociclismo di agosto.

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