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Parisi, centrodestra: “Multe alle auto in doppia fila, pericolose per le moto”

Elezioni comunali 2016: intervista esclusiva di Motociclismo a Stefano Parisi, candidato per Milano sostenuto da Forza Italia e Lega. Ai maggiori aspiranti sindaci di Milano e Roma abbiamo chiesto quale sarà il loro atteggiamento verso le due ruote: le risposte sui numeri di maggio e giugno, le riproponiamo qui. Seguirà Sala (centrosinistra) per il capoluogo lombardo, poi toccherà alla Capitale

I sindaci e i motociclisti

In vista delle elezioni amministrative del prossimo 5 giugno, pubblichiamo le nostre interviste ai maggiori candidati sindaco di Milano e Roma, ai quali abbiamo fatto ovviamente domande inerenti alle due ruote. Dopo il candidato Cinque Stelle meneghino Gianluca Corrado, tocca ora (in rigoroso ordine alfabetico) ad un altro dei due maggiori contendenti alla poltrona di Palazzo Marino, Stefano Parisi (centrodestra). Seguirà Beppe Sala (centrosinistra). Infine sarà la volta dei candidati al Campidoglio

Milano – Stefano Parisi - Centrodestra

Stefano Parisi, 59 anni, è stato alto burocrate ministeriale. Nel 1997 diventa direttore generale del Comune di Milano con il sindaco Albertini. Nel 2004 è Ad di Fastweb. Sposato, ha due figlie.
 
Cosa prevede il suo programma in generale per la viabilità e per moto e scooter in particolare?
La viabilità a Milano è un problema: troppe ore nel traffico vogliono dire meno produttività e più inquinamento. La società cambia, ci sono meno auto di proprietà: i milanesi apprezzano nuove forme di mobilità alternativa, ma serve più fluidità del traffico, per questo ben venga un maggiore utilizzo di moto e scooter che però richiedono più sicurezza e più parcheggi.
 
Le moto hanno contribuito alla fluidificazione del traffico, anche grazie al libero accesso ad Area C, tanto che il car sharing Enjoy ha introdotto gli scooter nella sua flotta. Ne manterrà la gratuità?
Come detto, moto e scooter fluidificano il traffico. Perciò per loro l’accesso al centro resterà gratuito. Sempre in tema di fluidità, bisogna rendere intelligenti i semafori. Non si può più stare in coda quando dall’altra parte non passa nessuno per colpa di un automatismo invariabile.
 
È previsto un allargamento dell’area a pagamento?
Su Area C bisogna ragionare: innanzitutto non è giusto che i residenti paghino. Secondo, è ecologicamente inutile. Terzo, un provvedimento che incassa più di sanzioni che di tariffa d’ingresso è quantomeno mal strutturato.
In centro è cronica la carenza di parcheggi per due ruote, prevede di realizzarne ulteriori?
Sempre più moto accedono in centro, perciò i posti per la sosta vanno ripensati e incrementati. Si potrebbe ragionare di stagionalità dei parcheggi (nei mesi più freddi accedono comunque meno moto, ndr). Ma le due ruote devono sostare giù dai marciapiedi.
 
Lo stato di alcune strade resta disastroso, in particolare quelle con il pavé, punta a migliorarle?
Le strutture progettate per le auto vanno ripensate anche in funzione della sicurezza delle moto, troppo coinvolte in incidenti, in particolare nell’area metropolitana. Vanno rimosse le rotaie inutilizzate. Per quanto riguarda il pavè, cui i milanesi sono affezionati, va ben manutenuto e si potrebbe togliere almeno da alcuni incroci.
 
È previsto un diverso uso dei fondi provenienti da Area C, al momento vincolati alla mobilità sostenibile (trasporto pubblico, ciclabili e bike sharing) per esempio per la manutenzione delle strade?
I fondi di Area C non basterebbero: ne servono di più per la manutenzione e una migliore gestione degli appalti. Affiderei la manutenzione delle strade a lungo termine: una ditta che ha in appalto tot strade per - diciamo - 10 anni, sarebbe spronata a utilizzare un asfalto di alta qualità per ridurre il numero degli interventi.
 
Alcune corsie preferenziali sono accessibili alle moto, mentre altre non lo sono, ingenerando spesso confusione negli stessi milanesi, figurarsi nei forestieri. È ipotizzabile l’apertura di tutte le preferenziali alle due ruote?
Ritengo si debba prendere una decisione chiara: o tutte aperte o tutte chiuse. Non penso però che moto e scooter impattino troppo sul traffico delle corsie riservate. Sentiremo anche l’opinione di ATM e dei tassisti. Se alcune corsie dovessero essere vietate alle due ruote per motivi di sicurezza, allora la segnaletica dovrà essere ben visibile e molto chiara.
 
A Milano si ha la percezione che i vigili urbani siano poco in strada e le multe vengano fatto solo da telecamere ed autovelox. Prevede di incrementare il numero di agenti in strada?
Bisogna ripensare l’impiego dei vigili, che devono stare sul territorio per garantire la sicurezza. E per multare le auto in 2a fila, che riducono la fluidità del traffico e sono un pericolo per le due ruote. Poi rallentano il flusso del traffico e disincentivano i servizi a tempo, come taxi e car sharing.
 
Il suo predecessore Pisapia ha picchiato duro con le multe: grazie ai 10 autovelox installati durante il suo mandato, il Comune ha incassato quasi 200 milioni di euro di sanzioni. Cosa prevede il suo programma su questo punto?
Le multe non devono coprire i buchi di bilancio. Con una maggiore digitalizzazione porteremo i conti in equilibrio poi abbasseremo le tasse. Gli autovelox devono rappresentare un deterrente, non un inganno. E vanno legati a limiti di velocità credibili.
 
Qual è il suo rapporto personale con moto e/o scooter?
Ho sempre avuto moto: il primo Ciao a 14 anni, poi la Vespa, poi moto, sempre italiane (Moto Guzzi) o tedesche. Ultima una BMW R 1200 RT. Ora non ho moto, ma confesso che mi manca molto. A Roma utilizzo lo scooter.
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