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"L’elettronica intesa come connettività è un pericolo"

Un lettore ci scrive per chiedere alle Case di tornare a costruire moto e non computer che regolano sospensioni, mono, frecce, luci e consigliano pure quando fermarci a bere un caffè. Ecco il nostro punto di vista

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Caro direttore, “divoro” la nostra amata rivista da quattro lustri. Scrivo sperando che qualche Casa possa ascoltare la voce silenziosa degli appassionati come me, che vedono il nostro mondo virare verso una elettronica totale. Non voglio apparire un vecchio nostalgico, ma aspetto con ansia che i produttori tornino a costruire moto e non computer che regolano sospensioni, mono, frecce, luci e consigliano pure quando fermarci a bere un caffè. Attendo una moto che abbia sì, ABS e TC (nostri alleati), ma che lasci decidere a me il resto... Si dice che oggi senza connettività non si vende. Personalmente credo che la connettività in moto sia l’azione più pericolosa per chi deve stare attento alla guida.

Savino Venere - Agrate Brianza (MB)

Caro Savino, alcuni aspetti dell’elettronica e della connettività di bordo suscitano anche a noi alcune perplessità. Per esempio le notifiche dei messaggi sul cruscotto o alcune modifiche al setting della moto che possono indurre a distogliere lo sguardo dalla strada un po’ troppo a lungo. Ma non bisogna buttare il bambino con l’acqua sporca. Il servizio SOS che in caso di incidente invia i soccorsi in automatico non esisterebbe senza connettività. O la possibilità di avere le indicazioni della navigazione sul cruscotto: sarà meno romantico, ma è un gigantesco salto in avanti rispetto al fermati, spiega la cartina e cerca di capire dove sei e dove devi andare. Ci sono moto alte con sospensioni che si abbassano un attimo prima di fermarsi e cruise control adattativi in grado di ridurre la fatica della noiosa guida in autostrada e di avvisare del sopraggiungere di veicoli da dietro. E domani ci saranno servizi di allerta che informano che da dietro quella curva sta arrivando un altro veicolo.

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