Continuiamo il racconto della carriera del campione americano Eddie Lawson: vi abbiamo accompagnato a seguire idealmente
i suoi esordi negli USA, per poi passare ai suoi
primi 6 anni nel Motomondiale (1983-1988), tutti in sella alla Yamaha e particolarmente fruttuosi, con tre titoli iridati. Ma anche una certa freddezza da parte del pubblico, che Eddie non riesce ad infiammare, preferendo fare gare consistenti, evitare le cadute e portare a casa Mondiali più che fare spettacolo.
Alla fine della stagione 1988, in cui Lawson ha vinto con la Yamaha il suo terzo titolo iridato, Eddie scopre il doppio gioco di Agostini, che ha trattato in gran segreto con Kevin Schwantz per strapparlo alla Suzuki e ha già in mano un pre-contratto firmato dal funambolico pilota texano, rivelazione della stagione appena conclusa. La risposta di Lawson è secca ed immediata e si concretizza con il suo clamoroso passaggio alla Honda, dove trova pronto ad accoglierlo Erv Kanemoto, il tecnico che aveva seguito ai box il suo rivale Spencer.
Lawson e Kanemoto formano subito una coppia fortissima: lavorano in sintonia e riescono ad adattare alla guida pulita del campione californiano la Honda NSR, una moto nata grazie alle indicazioni di Wayne Gardner - e l’australiano non è proprio quello che si definisce un fine collaudatore... - che gode fama di essere potente, scorbutica e intrattabile. Dopo un migliaio di km spesi nei test pre-campionato e un paio di cadute che lo lasciano acciaccato, Eddie si fa trovare comunque pronto all’inizio del Mondiale, andando subito sul podio nella prova inaugurale di Suzuka. Al quarto appuntamento a Jerez il 30 aprile, vince il suo primo GP iridato con la Honda per poi proseguire la striscia positiva per tutto il Campionato che lo vede ancora primo, dopo un acceso confronto con il connazionale Wayne Rainey risolto solo dopo la caduta di quest’ultimo ad Anderstorp, in Svezia. Quando indossa la maglietta celebrativa del suo quarto titolo mondiale sul podio del GP del Brasile a Goiania, Eddie Lawson entra nella storia: è il primo pilota della classe 500 ad essersi confermato Campione del mondo, cambiando moto e team nella pausa invernale. In molti, vedendolo stanco e sorridente quel giorno, pronosticano per lui un tranquillo finale di carriera con la Honda. Agli amici e alle poche persone con cui - dopo sette stagioni iridate - è entrato in confidenza, confessa invece di essersi stancato della vita da zingaro che conduce. La nostalgia per la sua amata California è sempre più forte, così come l’insofferenza nei confronti dei voli intercontinentali e della vita nel paddock. Eddie ha trentuno anni e si impone di smettere con le moto prima di averne compiuti trentacinque. Quelli che però pensavano di vederlo continuare con la Honda restano spiazzati, perché nell’inverno 1989-1990 arriva la notizia bomba del divorzio fra le parti.