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Ducati: lo stop è una catastrofe, test sierologici per ripartire

L’AD di Ducati, Claudio Domenicali, dichiara che lo stop imposto dal Coronavirus sta causando ingenti perdite all’Azienda. La Casa di Borgo Panigale è pronta a pagare di tasca propria test sierologici sui dipendenti pur di ripartire

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Fin dalle prime avvisaglie della diffusione del Coronavirus in Italia Ducati ha adottato per il suo stabilimento di Borgo Panigale una serie di misure atte a limitare la probabilità di diffusione del covid-19: la misurazione della temperatura a ogni persona entrata in stabilimento, viaggi limitati allo stretto indispensabile, smart working, riunioni con riduzione dei partecipanti e distanza tra gli stessi, mensa con speciali procedure e rivisitazione delle turnazioni per ridurre i contatti ravvicinati tra le persone. In pieno rispetto delle nuove linee guida emesse dal Governo, però, come tutte le aziende anche Ducati ha dovuto chiudere i battenti fino al 14 aprile.

In un’intervista rilasciata al “Corriere di Bologna” l’Amministratore Delegato di Ducati, Claudio Domenicali, dichiara che lo stop imposto dal Coronavirus sta causando ingenti perdite all’Azienda. “È una catastrofe. A marzo abbiamo venduto il 10% di quello che venderemmo in un mese normale” ha detto Domenicali, che si auspica di poter tornare operativi il prima possibile.

Per farlo l’Azienda sta valutando di sottoporre tutti i dipendenti (1.400 nello stabilimento di Borgo Panigale) a dei test sierologici. “Quella di sottoporre gli operai al test al momento dell’apertura, è una delle idee che circola da qualche tempo ed è già condivisa, ma ovviamente aspettiamo il protocollo sanitario”. Ovviamente questo avrebbe un costo non indifferente per l’azienda ma “non è questo il punto. Ci sono mercati bloccati e altri ancora o già dinamici, come Cina e Giappone, e non poterli servire è causa di un danno ben più grave”. Anche perché, è vero che in Italia i concessionari attualmente sono chiusi ma “non altrove e non possiamo rifornirli. E nel Paese, che è il nostro mercato più ampio, ci sarà sempre meno denaro in circolazione. Non si tratta di un semplice calo ma di un blocco attivo che obbligherà a un taglio dei costi che investirà tutta la filiera”.

I test sierologici sarebbero utili dunque per “individuare i casi positivi asintomatici. In questo caso non possono tornare in fabbrica ma devono rispettare al quarantena. Far rientrare solo gli immuni, secondo le previsioni, significherebbe far rientrare il 5 o 10% della popolazione. Con cifre così basse non si riapre nulla” spiega Domenicali.

Con i cancelli dello stabilimento di Borgo Panigale chiusi continuano invece tutte le attività che si possono effettuare in smart working, vale a dire ricerca e sviluppo, progettazione, marketing, vendita, amministrazione e le attività sui social network. Guardando al futuro l’Azienda ha già predisposto un piano per ripartire dopo il 14 aprile, con ingressi a turnazioni differenziate tra mattina pomeriggio, oltre alle necessarie regole e dotazioni di protezione.

1/6 Gli stabilimenti Ducati a Borgo Panugale
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