Tra le figlie della tua matita ci sono le ultime Monster e il face lift della "vecchia" Panigale bicilindrica: aver lavorato su altre moto ti ha ispirato o ti ha vincolato? Quali difficoltà nel disegnarla?
"Diavel è un concetto unico. La missione era partire dalla vecchia, rinnovarla senza stravolgere il concetto e lo spirito. Il difficile è stato proiettarla nel futuro, farla più moderna e curata senza abbandonare il concetto di quella precedente. Ci sono caratteristiche e proporzioni da mantenere e fortemente caratterizzanti. Il serbatoio rappresenta il 70% del design della moto e c'è il reiterato concetto delle prese d'aria ai alti del faro. Fissati questi elementi chiave, il resto viene facile".
Il motore ha rappresentato un limite?
"No: rispetto al precedente ha dato l’opportunità di avere un impatto estetico differente. Il traliccio adesso è molto compatto, simile a quello usato sulla Monster attuale, e dà la possibilità di avere tutto il motore a vista, molto importante su una moto come questa. La pompa è spostata per fare il motore più bello, e togliere le tubazioni: il layout è più pulito”.
Come avete gestito la dissipazione del calore?
"Il giro dei collettori è diverso: un passo avanti in termini di comfort termico. Anche i radiatori sono spostati: nella nuova configurazione i lati del motore sono completamente liberi. L'estetica ci guadagna. L'ergonomia invece è quasi identica: è stata punto fermo, intoccabile. Solo il manubrio è leggermente più arretrato, per elevare il comfort”.