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"Trucchetti, caro Domenicali… le jap vanno più forte della V4"

Come mai la nuova 4 cilindri di Borgo Panigale non è riuscita a vincere la Comparativa Supersportive 2018? Un ducatista si interroga sulle scelte tecniche di Ducati e chiede spiegazioni a Claudio Domenicali
1/7 Il nostro test della Ducati Panigale V4 S

La lettera all'AD Ducati

Egr. Ing. Domenicali, da appassionato Ducatista e lettore di Motociclismo, vorrei risponderle attraverso la mia amata rivista. Lei scrive: “Passare dal bicilindrico al V4 aveva un grande potenziale ma presentava anche dei rischi […]”: perché quindi non rischiare fino in fondo e sfidare i concorrenti sui 1.000 cc? Perché il “trucchetto” di una maggiorazione di cilindrata di oltre il 10%? Il V4 ha una coppia pochissimo superiore a quello che Motociclismo ha definito il “quadricilindrico di riferimento” (BMW S 1000 RR). A Valencia, poi, la Panigale V4 – lungi dallo “stracciare” la concorrenza, come avremmo auspicato – sul giro si è fatta mettere dietro da una "jap", facendo pressoché bene come la concorrente italiana il cui progetto ha 10 anni!

Da italiano, non posso che essere orgoglioso dei vostri prodotti, ma ritengo che Ducati dovrebbe dimostrare onestà intellettuale e fare una sana autocritica. Continuate a farci sognare: forza Motociclismo e forza Ducati!

Andrea Fabbri, Buttigliera Alta (TO)
1/26 Comparativa Supersportive 2018: Ducati Panigale V4, Yamaha YZF-R1M e Aprilia RSV4 RF

La risposta di Claudio Domenicali

Claudio Domenicali
Caro Andrea, certo che come Ducatista sei bello tignosetto! Scherzi a parte, rispondo punto per punto, partendo dal “trucchetto”. Ogni Casa sviluppa i prodotti per realizzare la migliore combinazione tra prezzo e valore per il cliente… La stessa potenza con 1.000 cc avrebbe significato sacrificare coppia e facilità di guida, quest’ultima fra l’altro elogiata da tutti i giornalisti specializzati, per cui riteniamo che 1.100 sia oggi un’ottima cilindrata, grazie alla facilità di guida che i sistemi elettronici consentono anche a un amatore. Su Valencia ti suggerirei di rivalutare. Parliamo di 0,07 secondi (sette centesimi) di distacco della Panigale V4 dal best lap, con un tempo di 1’40”66. Il nostro collaudatore Alessandro Valia ha girato in 1’36”8 con le stesse Pirelli SC1 slick del test, quindi il potenziale della V4 è decisamente lontano dal 1’40”66 del tester di Motociclismo (4 secondi al giro) e in test di sviluppo nella stessa configurazione ha girato in 1’35”5 (e qui siamo a 4” dal best Lap di Zarco nell’ultima gara di MotoGP a Valencia, o 3” da quello di Petrucci con la GP17, (stessa gara). Perdonami quindi, ma con questi numeri, che ovviamente tu non potevi conoscere, dire che i risultati non sono all’altezza delle aspettative sembra fuori luogo. La giornata in cui è stata fatta la comparativa era però molto fredda e il tempo che i tester di Motociclismo hanno avuto per familiarizzare con l’elettronica (slide braking e slide control in particolare) è stato poco, quindi è comprensibile che non si sia potuto sfruttare a fondo un potenziale che si basa su una potenza fuori dal comune gestita da controlli molto performanti. Immagino non sarai convinto e penserai che magari anche con la giapponese Valia avrebbe potuto girare in 1’35”. Lasciamo, come in tutti i thriller, questo punto aperto e il finale a sorpresa. Un’ultima cosa: a Valencia si appoggia appena la 5a e c’è un solo rettilineo: la V4 quando metti la sesta è davvero un brutto cliente.

Fidati, è un gran ufo! Belva facile!

Il commento di Motociclismo

Quando si parla di supersportive è naturale che il cronometro scandisca umori e ritmo del confronto. Stiamo dunque al tema. Valia, oltre che amico e grande collaudatore, è un pilota che ha corso il Mondiale SBK e vinto l’Italiano. Il suo talento, la profonda conoscenza della moto e il clima primaverile di Valencia nei giorni del press test, hanno prodotto quei “temponi” da urlo; ovviamente con la complicità della Panigale V4. E i nostri tester? Diciamo che le raccomandazioni del buon Valia (“Ragazzi, all’ultimo bananone tenete spalancato, lei a 200 km/h si mette di traverso ma poi sta lì. State sereni, fa tutto l’elettronica…”) non ci hanno comunque trasformati da tester in... teStoner. Anche perché far conoscenza con 216 CV “veri” il primo giorno sotto la pioggia e il secondo con 8°C non è quello che si dice un esordio facile. Tutto questo ci ha di sicuro rallentati (2 secondi?), ma non ha privato la comparativa del suo requisito fondamentale: stessi piloti e stesse condizioni meteo per tutte le moto. È tuttavia possibile, come dice Domenicali, che una moto “fuori dal comune” richieda un affiatamento più lungo. È stata anche la nostra sensazione.
1/25 Comparativa Supersportive 2018: la Kawasaki ZX-10R davanti ai numerosi treni di gomme che Pirelli ci ha messo a disposizione
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