Laguna Seca, un nome che evoca epici duelli tra i cordoli di una delle
piste più dure e tecniche del mondiale Superbike.
Sul circuito americano abbiamo provato la versione 2005 della più potente
(150 CV) Ducati mai uscita dagli stabilimenti di Borgo Panigale. Costa
indicativamente 30.000 euro.
In occasione della tappa del Campionato del mondo
Superbike a
Laguna
Seca abbiamo provato la
versione americana della
999 R
che differirà per piccoli ritocchi all’estetica e per alcuni dettagli
(come il serbatoio di raccolta spurghi) da quella europea che sarà prodotta
da novembre 2004.
Come tradizione a Borgo Panigale, il modello di punta sportivo
eredita
le soluzioni della moto da corsa dell’anno precedente: la 999 R è
ora accreditata di
150 CV all’albero a 9.750 giri, un deciso passo
in avanti rispetto ai
139 CV erogati a 10.000 giri del
modello
2004, soprattutto se si considera
l’incremento della coppia che passa dai precedenti 11 kgm a 8.000 giri
agli attuali
11,9 kgm erogati al medesimo regime.
Al
forcellone bibraccio in alluminio scatolato è abbinato un
ammortizzatore
Ohlins che rispetto alla versione 2004 vanta l’aggiornamento
dell’idraulica,
con le funzioni di
estensione e compressione separate, per ottimizzarne
il funzionamento. Il
cupolino è ora dotato di
due sole prese
d’aria in luogo delle 4 del modello precedente e la linea così
ripulita
a nostro parere ne guadagna.
Le 999 R ci aspettano sotto i gazebo allestiti lungo la pit-lane,
ognuna
accudita da un meccanico, pronto ad esaudire le richieste dei
giornalisti.
Il
set-up di partenza del nostro test è stato definito dai tecnici
della
Ducati Nord America con la consulenza di
Doug Polen,
Campione del Mondo Superbike 1991 e 1992 con la Ducati 888.
Le condizioni della prova sono ideali, con circa 23°C dell’aria. Non si
offendano Mr. Polen e i tecnici USA della Ducati, ma le sue scelte riguardo
la messa a punto ci hanno trovato discordi.
Una
molla dell’ammortizzatore molto più dura ha sostituito quella
originale, il
cannotto di sterzo è stato posizionato sui 23,5°,
mentre le
idrauliche della forcella e del mono lavoravano decisamente
chiuse. In questo modo la ciclistica della 999 R risultava estremamente
reattiva e
poco stabile, quasi
nervosa, e a nostro
parere le
Michelin Pilot Race di primo equipaggiamento non venivano
correttamente sollecitate. Un
set-up così estremo si adatta a stili
di guida altrettanto al limite quali quelli di
un campione come Doug
che purtroppo a noi comuni mortali sono sconosciuti. Il feeling con i pneumatici
era davvero ridotto e
gestire i 150 CV del Testastretta nel toboga
di Laguna Seca era un’impresa per pochi.
Con l’aiuto del nostro tecnico, Ettore Baldini,
abbiamo rivoluzionato
il set-up nel giro di un paio di turni: questo conferma le
doti
di flessibilità e rapidità di intervento di questa moto, nata dalla
logica delle gare dove “cucirsi la moto addosso” è la priorità di
ogni
pilota.
Abbiamo prima
abbassato la moto posteriormente, dato che, a causa
della molla più dura e della scelta di sollevare il retrotreno, la 999R
viaggiava troppo caricata sull’anteriore. L’idraulica in
compressione
del mono è stata poi liberata e da qui in poi le cose sono andate
decisamente
meglio, anche a seguito di un’ulteriore variazione
all’estensione
della
forcella, aperta di un paio di click per meglio copiare le
ondulazioni dell’asfalto.