Caro Serafino, temiamo che il problema sia solo quanto ci metterà la Cina a imparare, sempre che non lo abbia già fatto. È vero che il motore della X-Cape è profondamente ispirato a quello della Versys, e che il CFMOTO è l’LC8c che equipaggiava le 790 KTM (con differenze marginali), ma finora i cinesi con moto di tali cilindrate non si erano ancora cimentati. La CFMOTO 800 MT (foto) è la prima cinese oltre i 10.000 euro: vedremo come reagirà il mercato.
La Benelli TRK ha scalzato nientemeno che la GS dal podio di moto più venduta d’Italia grazie al prezzo contenuto e anche, forse, all’aspetto “da grande”. I primi “insegnanti” dei cinesi, va detto, non sono stati gli europei, ma i giapponesi. Honda strinse la prima collaborazione nel 1982, con la Jialing Machine di Jonquing, seguita subito da Yamaha. Nei primi Anni 90 le Case del Sol levante vengono raggiunte dagli europei, con Piaggio e Cagiva in prima fila. Per gli Anni 90 la priorità è stata motorizzare la Cina.
Col nuovo millennio, gli europei hanno cominciato a far produrre moto o motori per il proprio mercato (BMW-Loncin, 2005) e i costruttori cinesi più intraprendenti hanno guardato verso ovest: uno per tutti Keeway, che dal 2003 propone in Europa moto e scooter della Qjian Jiang (il colosso proprietario di Benelli).
Negli Anni ’10 è la volta di Marchi europei di nome (Mash, Brixton, Verve) che affidano ai cinesi la produzione e, a volte, la progettazione di moto per i nostri mercati. Oggi, le Case asiatiche arrivano in prima persona. C’è una differenza, però, tra lo sbarco in massa cinese e l’arrivo dei giapponesi, che alla fine degli Anni 60 portarono in Europa prodotti di altissima qualità come la Honda CB750 Four.
Il tempo dirà chi ha ragione, ma è meglio non sottovalutare gli “avversari”, mai.