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“I cinesi restano allievi, i maestri siamo noi!”

Un lettore condivide con noi la propria opinione sulle proposte cinesi a due ruote, evidenziando come le aziende del far east siano brave a copiare e meno a creare da zero, come invece lo sono le Case europee e giapponesi

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CFMOTO 800MT

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Caro direttore, ho letto l’editoriale “La Cina è qui”: ben fatto, rispettoso e doveroso verso le moto cinesi. Capisco, rispetto... ma non condivido. A furia di andare in Cina, è logico che i cinesi abbiano imparato e arrivino. Ma siamo noi i maestri, loro gli allievi. E lo saranno per molto.

Il motore della CF 800MT è il vecchio KTM 790 che KTM ha migliorato portandolo a 890: per gli austriaci un vecchio motore, per i cinesi uno “premium”. Il motore della Moto Morini 650 X-Cape è il vecchio motore della Kawasaki Versys 650.

Quando i cinesi faranno moto che potranno competere alla pari con europei e giapponesi, allora avranno voce in capitolo. Quando vinceranno mondiali di MotoGP, allora avranno voce. Per ora che copino e imparino. Intanto noi saremo andati avanti: non è presunzione, è la realtà. Finché compreranno brand italiani o europei, saranno facilitati, ma solo se avranno prezzi più bassi.

La CFMOTO sarà un flop perché costa troppo: full optional supera i 12-13.000 euro. La aspettavo da un paio d’anni, ma visto il prezzo ho annullato tutto. Solo il tempo ci dirà chi ha ragione.

Serafino Casagrande Paoloni – Treviso

Caro Serafino, temiamo che il problema sia solo quanto ci metterà la Cina a imparare, sempre che non lo abbia già fatto. È vero che il motore della X-Cape è profondamente ispirato a quello della Versys, e che il CFMOTO è l’LC8c che equipaggiava le 790 KTM (con differenze marginali), ma finora i cinesi con moto di tali cilindrate non si erano ancora cimentati. La CFMOTO 800 MT (foto) è la prima cinese oltre i 10.000 euro: vedremo come reagirà il mercato.


La Benelli TRK ha scalzato nientemeno che la GS dal podio di moto più venduta d’Italia grazie al prezzo contenuto e anche, forse, all’aspetto “da grande”. I primi “insegnanti” dei cinesi, va detto, non sono stati gli europei, ma i giapponesi. Honda strinse la prima collaborazione nel 1982, con la Jialing Machine di Jonquing, seguita subito da Yamaha. Nei primi Anni 90 le Case del Sol levante vengono raggiunte dagli europei, con Piaggio e Cagiva in prima fila. Per gli Anni 90 la priorità è stata motorizzare la Cina.

Col nuovo millennio, gli europei hanno cominciato a far produrre moto o motori per il proprio mercato (BMW-Loncin, 2005) e i costruttori cinesi più intraprendenti hanno guardato verso ovest: uno per tutti Keeway, che dal 2003 propone in Europa moto e scooter della Qjian Jiang (il colosso proprietario di Benelli).

Negli Anni ’10 è la volta di Marchi europei di nome (Mash, Brixton, Verve) che affidano ai cinesi la produzione e, a volte, la progettazione di moto per i nostri mercati. Oggi, le Case asiatiche arrivano in prima persona. C’è una differenza, però, tra lo sbarco in massa cinese e l’arrivo dei giapponesi, che alla fine degli Anni 60 portarono in Europa prodotti di altissima qualità come la Honda CB750 Four.

Il tempo dirà chi ha ragione, ma è meglio non sottovalutare gli “avversari”, mai.

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