di Giulio Rangheri
Molte conferme e qualche importante novità per la Dakar 2023. Si partirà, come tradizione, il 31 dicembre e sarà sempre l’Arabia Saudita con i suoi spazi sconfinati ad ospitare la gara. La fine dell’anno verrà festeggiata con un prologo che servirà a stabilire l’ordine di partenza per le ben più impegnative 14 tappe che seguiranno. Il percorso sarà per il 70% circa inedito e gli organizzatori stanno operando in questi giorni le ultime ricognizioni per definire i dettagli e redigere il roadbook. Il villaggio di partenza, l’inedito Sea Camp, ospiterà i concorrenti per 4 o 5 giorni durante lo svolgimento delle operazioni preliminari e rappresenta l’innovazione logistica più consistente di questa edizione. Adagiato sulle rive del Mar Rosso, somiglierà ad una cittadella vera e propria. Avrà al suo interno infatti tutto ciò che ai concorrenti potrà servire. Ristoranti, cinema, sale conferenze e strutture alberghiere permetteranno a piloti, meccanici ed organizzatori di convivere a stretto contatto, grazie anche alla distanza notevole dalla città più vicina. Il clima di avventura e cooperazione si respirerà ancora prima della partenza della corsa.
Le 100 moto, 150 auto e i 40 camion che l’organizzazione ha deciso di accettare al via della Dakar 2023 durante la prima settimana affronteranno percorsi tecnici, con fondo prevalentemente roccioso e velocità relativamente contenute. La seconda settimana segnerà invece l’ingresso nell’Empty Quarter, il deserto di sabbia più grande del mondo, dove i concorrenti si confronteranno con dune gigantesche, piste molto veloci e dove la navigazione sarà fondamentale. Il 15 gennaio la corsa si concluderà con l’arrivo a Dammam, dopo aver attraversato l’Arabia da costa a costa con speciali lunghe tra 350 e 500 chilometri e una tappa marathon in pieno deserto.
Novità anche per i veicoli in gara con un occhio sempre rivolto alla sostenibilità; dopo la creazione nella scorsa edizione della classe T1 Ultimate per i prototipi ibridi ed elettrici, quest’anno ci sarà l’estensione di questa categoria anche ai prototipi leggeri, ricompresi nella categoria T3 Ultimate. Per i motociclisti confermato il limitate di velocità a 160 km/h e introdotto l’obbligo di indossare l’airbag che dovrà essere in grado di garantire almeno due gonfiaggi a tappa in caso di necessità.
Confermata anche l’esperienza della Dakar Classic. Dopo il debutto nel 2022, David Castera -direttore di gara- ha deciso di portare nuovamente le auto storiche alla Dakar, ma con una formula più simile alla regolarità che alla gara di velocità pura. Anche il percorso sarà espressamente dedicato alle 150 vetture ammesse ed eviterà le parti più impegnative del tracciato standard. I bivacchi saranno comunque quasi sempre condivisi con la gara “vera” e le premiazioni delle molte classi previste si effettuerà, dopo 13 tappe, con un giorno di anticipo rispetto alla fine del rally moderno. Purtroppo nessuna possibilità, nemmeno in futuro, di vedere al via le moto classiche. Castera, che in moto vanta un terzo posto nell’edizione del 1997, è stato categorico: ”E’ già molto impegnativo garantire un livello di sicurezza adeguato ai motociclisti che utilizzano moto moderne. Sarebbe impossibile farlo per piloti a bordo di moto più pesanti e meno guidabili.” Difficile dargli torto