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Covid-19: crollano i pedaggi, Autostrade chiede aiuto al Governo

Per superare il momento di difficoltà causato dalla pandemia di Coronavirus “Autostrade per l’Italia” chiede sostegno da parte del Governo. I concessionari propongono la sospensione di qualsiasi imposta, tassa o debito a favore delle amministrazioni dello Stato

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Le misure restrittive messe in atto dal Governo per cercare di contrastare la diffusione del Coronavirus hanno portato alla chiusura parziale, se non totale, di molte fabbriche e aziende e alla limitazione degli spostamenti delle persone alle sole esigenze di assoluta o comprovata necessità. Questo ha generato un crollo del traffico urbano, extraurbano e, ovviamente, anche autostradale. In soldoni questo si può tradurre in un calo quasi totale del numero dei pedaggi giornalieri e quindi in un crollo consistente degli incassi da parte di Autostrade per l’Italia, che ora chiede l’intervento del Governo per correrle in aiuto.

A confermarlo è anche Fabrizio Palenzona, Presidente dell’Aiscat (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori), che ha scritto una lettera al governo in cui espone una serie di richieste per uscire il prima possibile da questo momento di crisi, mettendo in guardia dalle inevitabili ricadute sul settore delle limitazioni agli spostamenti imposte dalle norme emergenziali. Autostrade per l’Italia (Aspi) dei Benetton guida la carica dei concessionari che chiedono soldi al Governo per far fronte all’emergenza Coronavirus, ventilando il rischio di fallimento.

Se il Governo non dovesse varare immediatamente misure urgenti per il settore, si rischia fin da subito gravi ripercussioni sulla capacità dei concessionari di poter sostenere i costi operativi connessi alla necessità di mantenere in esercizio le infrastrutture con il rischio della sopravvivenza stessa di molti operatori se l’emergenza dovesse protrarsi troppo a lungo. I concessionari per questo chiedono la sospensione di qualsiasi imposta, tassa o debito a favore delle amministrazioni dello Stato o di enti o società a prevalente capitale pubblico, una moratoria garantita dallo Stato dei debiti verso le banche e la sospensione dell’ammortamento dei beni devolvibili. Misure rese necessarie per evitare il reale rischio di fallimento.

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