Chi è il motociclista? Ovvio, siamo tutti un po’ diversi perché abbiamo a che fare con l’oggetto-moto, inteso come qualcosa a cui è diretto il nostro investimento libidico, in un modo unico e particolare. Ci sono però alcuni tratti comuni a tutti. Come anticipato, la voglia di fuga è uno di questi, specie in un periodo di stop, ma c’è anche una certa preoccupazione dovuta al virus. Eppure, il motociclista è più abituato di altri ad avere a che fare con la paura. Analizzando la situazione ci accorgiamo però come ci sia differenza nell’esporsi a un pericolo che percepiamo essere sotto il nostro controllo, rispetto a un’emergenza davanti alla quale siamo disarmati. In sella ho la percezione di essere io a gestire quello che faccio e posso abbassare il tiro all’arrivo di un campanello di allarme. Al contrario del panico momentaneo, la pandemia costringe a una tensione più duratura e che va elaborata per non sviluppare uno stato di ansia (intesa come uno stato di intensa preoccupazione dovuto a uno stimolo specifico). Così ci troviamo confinati in quarantena, ma ciò pesta i piedi a un tratto importante nella psicologia del motociclista: la tendenza a cercare situazioni ricche di carico emotivo. Penso al traveller, appagato e felice nel percorrere migliaia di km per il puro piacere di stare in sella, ma anche a chi scarica i nervi tra le curve o a chi si spinge in pista nella ricerca di adrenalina. Tutti avvertiamo un senso di piacere con le nostre moto, anche chi passa le ore in garage a creare pezzi al tornio. Ad amplificare le emozioni positive che proviamo c’è il rapporto con un oggetto, la moto, tutt'altro che inanimato. Starle lontano può essere quindi più “doloroso” che rinunciare ad altre passioni, meno cariche di significati simbolici. Per questo la “reclusione” è per il centauro una tortura ben più faticosa che per altri. Un’imposizione come la quarantena non fa altro che aumentare la tenacia con cui desideriamo tornare in sella. Anzi, più ci viene impedita la soddisfazione di un desiderio, più quest’ultimo diviene un’ossessione. In cambio di un po’ di “sofferenza” da rinuncia, c’è però qualcosa che viene in nostro soccorso in momenti come questo. Il motociclista, abituato più di altri a fare i conti con l’imprevisto, ha dalla sua parte la capacità di trovare soluzioni concrete ai problemi. In psicologia questa caratteristica viene definita “capacità di coping” e ci permette di far fronte alle difficoltà della vita.