Con il decreto mille proroghe cambia l’art. 75 del Codice della strada e sono ammesse le modifiche alle moto
In Italia è ancora proibito cambiare i freni, il manubrio o più semplicemente lo specchietto della moto, slavo modificando la carta di circolazione, ma la speranza di poter eliminare questo assurdo giuridico si sta concretizzando. Il merito è di una modifica al testo unico della strada, infilata nel decreto “mille proroghe” approvato dal Parlamento il 28 febbraio che rivisto l’art 75 C.d.S.
Assurdo giuridico
Milano 21 aprile 2009 - ASSURDO GIURIDICO Volete
cambiare i
freni, il manubrio o più semplicemente lo specchietto della vostra moto?
Il Codice della Strada non fa differenze: in ogni caso si rischia una multa,
nel migliore delle ipotesi di 370 euro, nella peggiore di 1.485 euro. A
meno che non si richieda l’aggiornamento della carta di circolazione.
In Italia funziona ancora così, ma la speranza di poter eliminare questo
assurdo giuridico si sta concretizzando. Il merito è di una modifica al
testo unico della strada, infilata quasi di nascosto nel decreto “mille
proroghe” approvato dal Parlamento il 28 febbraio scorso.
Cosa cambia
COSA CAMBIA L’articolo
75 del CdS così cambiato ha rimosso l’ostacolo più grande, quello che
fino a oggi ha permesso alla Motorizzazione di respingere ogni richiesta
che non fosse accompagnata dal cosiddetto “nulla osta” del
produttore,
in sostanza l’avallo, di chi costruisce la moto, a sostituire un qualunque
dispositivo, persino il semplice specchietto retrovisore. La modifica è
stata voluta dal Ministro dei Trasporti Altero Matteoli e dal tavolo tecnico
che ha affrontato il problema, costituito dai vertici della Motorizzazione
Civile e dai rappresentanti delle associazioni dei Costruttori di auto
e moto, ANFIA e ANCMA.
Conseguenze giuridiche
CONSEGUENZE GIURIDICHE Che
cosa succederà a questo punto? Il nuovo articolo 75 costituisce un involucro
che dovrà però essere riempito dai decreti attuativi. Per ogni singolo
dispositivo (freni, sospensioni, manubri, cerchi ecc) serve infatti un
“capitolato” di omologazione che deve essere scritto e deliberato
dal
Ministero dei Trasporti. Per gli aspetti tecnici la Motorizzazione
potrebbe anche riprendere le norme tedesche, risparmiando tempo e favorendo
una successiva armonizzazione a livello internazionale (l’Italia rifiuta
ancora oggi le omologazioni sui ricambi rilasciate in Germania). Ma la
Motorizzazione Civile dovrà inoltre definire le modalità di verifica, i
componenti per cui richiederla (anche quelli estetici come gli specchietti?)
e soprattutto gli aspetti burocratici. Il motociclista cosa dovrà fare
per dimostrare di essere in regola? Dovrà girare con una borsa piena di
tutte le autorizzazioni o dovrà aggiornare il libretto di circolazione?
La seconda ipotesi appare forse più ragionevole a patto che i costi e i
tempi della pratica rimangano entro i confini del buon senso. Diverso il
caso dei Costruttori che potranno realizzare delle serie speciali
senza ricorrere a una nuova omologazione del tipo. Il contenuto dei decreti
ministeriali sarà perciò determinante per valutare la portata della legge.
Previsioni sui tempi necessari per completare il lavoro nessuno vuole farne.
“Fin qua hanno lavorato tutti in modo molto spedito – ci
ha raccontato
uno dei tecnici che ha collaborato alla stesura della legge – ma la
Motorizzazione non si è data un tempo massimo per chiudere la
pratica”.
E gli aspetti relativi alla sicurezza, tutt’altro che secondari parlando
di modifiche ai veicoli, potrebbero richiedere un supplemento di
riflessioni…