In sella alla
Ducati 749 S il pilota sta abbastanza
“disteso”,
è quindi favorita la posizione accucciata dietro al cupolino, tuttavia
si guida
meno caricati sui polsi rispetto alle concorrenti
giapponesi
perché
l’assetto è più stradale, assomigliando in questo
alla Suzuki
GSX 600 R. Il serbatoio è stretto sui fianchi e l’ampia sella è poco
imbottita,
per la
massima sensibilità nella guida sportiva ma a svantaggio
del comfort. Sono
regolabili, su 5 posizioni, le pedane e, su 3
posizioni in senso longitudinale, il gruppo
sella.
Grazie alla ridotta larghezza del motore bicilindrico, è quella con la
maggiore luce a terra, l’unica con la quale non abbiamo strisciato
le pedane sull’asfalto.
Sulla
Honda CBR 600 RR la distanza sella-manubrio è ridottissima,
il casco sta quasi sopra la piastra superiore di sterzo, conferendo un
assetto che predilige la sensibilità sull’anteriore. Grazie
comunque
alla giusta triangolazione manubrio-sella-pedane
le ginocchia non sono
costrette ad angolazioni eccessive. Come su tutte le concorrenti,
i
semimanubri sono abbastanza aperti e poco inclinati, contribuendo a
mantenere il carico sui polsi a livelli più che tollerabili.
Dopo anni di
ZX-6R comoda quanto una sport-touring, la nuova
Kawasaki
è ora decisamente
estrema: sella molto inclinata, alta da terra
e poco imbottita (fantastica in pista, scomoda su strada) e
pedane alte
ed avanzate, tanto che in molti le preferiranno più arretrate. Un assetto
degno di una moto da competizione.
La
Suzuki GSX-R 600 è simile, come assetto, alla Ducati 749, quindi
un po’
“seduta”. Il comfort generale è più che
accettabile ed
una volta in sella appare anche
meno ingombrante di quanto sembri
a prima vista. Il serbatoio è troppo largo sui fianchi ma per il resto
la posizione di pedane e manubrio risulta comfortevole, a scapito
però della
luce a terra che risulta ridotta e porta a toccare troppo
presto l’asfalto con le pedane.
Scordatevi la precedente
Yamaha R6. L’estetica inganna e potrebbe
sembrarvi sostanzialmente uguale a prima. Niente di più sbagliato. Quella
che era conosciuta come la 600 più sportiva ed estrema è ora quella
più
sfruttabile su strada. Sella ben imbottita (troppo per l’uso in pista)
e triangolazione manubrio-sella-pedane tutt’altro che costrittiva.
Con queste premesse, vediamo come si comportano in pista e su strada.