Husqvarna propone il collaudato
570 cc, dotato di
pompa dell’olio
per non fare brutti scherzi nei trasferimenti un po’ più lunghi. Stessa
cosa fa la
VOR per il suo
530 con la pregiata
distribuzione
a cascata d’ingranaggi.
TM invece non rinuncia alla
vocazione
racing e si affida alla più “empirica” lubrificazione per
depressione
nei carter e sbattimento dell’olio creato dagli ingranaggi; il massimo
per assorbire poca potenza, meno efficace se si pone l’accento
sull’affidabilità
a lungo termine. Il risultato lo abbiamo visto sul grafico del banco prova:
la TM eroga 51,69 CV alla ruota, contro i
48,70
dell’Husqvarna
e i
48,36 della VOR.
La
TM ha l’
avviamento elettrico ma bastano pochi tentativi
falliti per scaricare la batteria. In compenso c’è il
pedale di
avviamento.
Un particolare apprezzabile è il recupero dei vapori dell’olio, che
vengono
veicolati tramite un raccordo verso la catena di trasmissione per lubrificarla.
Se la TM ha potenza da vendere, meno apprezzabile è l’
erogazione
della
stessa. Sotto i 5.000 giri infatti c’è poca sostanza e occorre usare un
marcia in meno per avere sempre una risposta pronta. In circuito può bastare
far girare alto il motore (ma non in tutti i frangenti è possibile), in
città invece può risultare fastidioso.
Il collaudato
530 VOR non ha questo problema. E’ meno potente,
ma rinunciando a circa 3 CV riesce a fornire un’
erogazione corposa
e lineare. Soltanto in pista è avvertibile il gap di potenza, quando
si sfrutta l’allungo che, nel suo caso, non è dei più prorompenti.
Il
570 Husqvarna, pur con la stessa potenza, comincia a spingere
prima ed ha gioco facile nello stare davanti a tutte in uscita di curva.
E’ quando le curve incalzano che la
VOR si prende una sonora
rivincita:
grazie al
perfetto equilibrio ciclistico affronta le chicane a velocità
inavvicinabile dalle concorrenti, che arrancano per tenerne la scia.
Il momento di gloria della
TM arriva in
staccata, dove fa
valere la potenza e la modulabilità garantita dalla
pompa radiale da
16 mm con vaschetta separata. Disco da
320 mm flottante e
pinza
a 4 pistoncini per tutte, con quella dell’Husqvarna di tipo
monoblocco.
In tema di sospensioni c’è da leccarsi i baffi. Sulla
TM, forcella
e monoammortizzatore sono
Ohlins. Forcella
Marzocchi e mono
Sachs, con doppia regolazione per alte e basse velocità,
sull’
Husqvarna.
Mix totale sulla
VOR, che adotta forcella
Paioli-Kayaba e
mono
Ohlins.
Sono tutte tarate sul rigido, cosa apprezzabile in pista, meno su strada
dove ne risente il comfort.
L’unica
strumentazione degna di questo nome è quella della VOR,
che vanta un computerino a cristalli liquidi retroilluminato con spie per
luci e indicatori di direzione.
Unico vero neo è il
prezzo. Sono solo gli appassionati di questa
disciplina a decidere di investire 9.000 euro. Per ottenere grandi numeri
di vendita ci vogliono prezzi più bassi, maggiore affidabilità e minori
vibrazioni. Nel frattempo… derapi chi può!