Ruote basse
Gli scooter targati a ruote basse sono sempre meno nei listini delle Case
ma qualcuno, a ragione, ci crede ancora. Il nuovo Piaggio Fly è la proposta
più recente: ben costruito, economico, abitabile e ben frenato. L’abbiamo
messo a confronto con il Kymco Movie, nato sei anni fa, ancora appetibile
soprattutto per il prezzo di acquisto e la praticità.
Gli scooter a ruote basse (da 10 o 12 pollici), seppur
migliorati,
con il tempo hanno perso quote di mercato e, di conseguenza, anche
l’offerta
è andata scemando: la clientela si è orientata sui più confortevoli e pratici
“ruote alte” e le Case si sono comportate di conseguenza: va bene il
risparmio, ma lo scooter di tutti i giorni deve offrire anche comodità
e dotazioni. Attualmente il listino offre soltanto pochi modelli targati
con queste caratteristiche, ma combinare l’estrema praticità dello scooter
di taglia piccola con qualità dinamiche decenti non è impossibile.
Lo dimostra il nuovo Piaggio Fly 150, presentato al recente Salone di Monaco
e già in vendita: la strumentazione è semplice, la sospensione posteriore
ha un elemento solo, il motore a 2 valvole è raffreddato ad aria e collaudato,
l’estetica è poco originale e l’impianto frenante è un classico
disco
anteriore e tamburo al posteriore. Ma tutto funziona come si deve. Il prezzo
di 2.680 euro lo colloca di poco sopra i 50 cc di gamma alta. Il
Kymco Movie XL 150 è un altro esponente di questa categoria, ma già il
suo prezzo dice che appartiene alla generazione precedente: solo 2.220
euro. La differenza rispetto al Piaggio è giustificata: il Kymco è ancora
valido, ma l’anzianità di servizio (6 anni) si sente.
Il primo indizio che denuncia questa differenza è l’abitabilità: sullo
scooter asiatico una persona di media statura si sente già un gigante,
sta seduto molto raccolto senza possibilità di spostamenti (sella e pedana
sono piccole) e nelle svolte più strette deve mettere le ginocchia fuori
dalla sagoma dello scudo per evitare interferenze con il manubrio. Insomma
il Movie sembra più piccolo del Fly e la differenza aumenta viaggiando
in coppia: lo spazio per il passeggero sullo scooter orientale è limitato
in tutti i sensi: longitudinale, trasversale e verticale. Le pedane sono
alte e molto piccole (al pari della porzione di sella a lui riservata)
e la debolezza dell’ammortizzatore, i cui fondo corsa sono frequenti già
viaggiando da soli, non aiutano. Non che sul Fly si viaggi in poltrona,
ma la sistemazione è discreta: anche in questo caso l’ammortizzatore è
unico, ma abbastanza sostenuto da arrivare a fondo corsa soltanto quando
si finisce su tombini o buche profonde in coppia. In circostanze normali
fornisce prestazioni più che dignitose; lo stesso dicasi per la forcella,
che anzi funziona ancor meglio ed è nettamente superiore a quella del Movie,
sia in termini di comfort sia di scorrevolezza.
Come sono fatti
E’ chiaro che praticità d’uso e maneggevolezza sono le prerogative
principali
di questo tipo di scooter. Quanto a praticità, sia il Fly sia il Movie
sono dei campioni, con un leggero vantaggio per il secondo , tanto da apparire
in un primo momento più piccolo del Piaggio, cosa smentita dalle nostre
rilevazioni (per esempio, contrariamente ai dati dichiarati, la sella del
Movie è 30 mm più alta da terra di quella del Fly).
Entrambi si parcheggiano in un fazzoletto e possono essere usati con facilità
anche dai neofiti e dalle persone meno alte di statura. Ci sono poi
alcune soluzioni, come la chiave di contatto multifunzione, la tasca
portaoggetti,
il tappo della benzina e il gancio portaborse nello scudo, che sono prerogativa
del Movie e giocano a suo favore sotto questo profilo. Il Fly però è nel
complesso più maturo e piacevole da usare: la qualità superiore delle
sospensioni
porta migliore maneggevolezza (sul Movie lo sterzo denuncia una certa
pesantezza)
e tenuta di strada.
Purtroppo il gancio portaborse è in posizione scomoda e poco utile perché
sulla punta inferiore della sella e il vano nel retroscudo è assai poco
capiente. In compenso sotto la sella ci sta giusto giusto un casco jet,
cosa possibile anche sul Kymco. Inoltre la strumentazione, sia pur semplice
(manca il contakm parziale) ha comunque tutto quello che serve e anche
l’orologio, di cui il Kymco non è dotato. Peccato, su entrambi, per
l’imprecisione
dell’indicatore della benzina. Buoni i comandi elettrici su tutti e due.
Un altro punto a favore del Fly è la frenata, potente ed equilibrata:
quest’ultimo
ha il disco anteriore da 200 mm con pinza flottante a due pistoncini, contro
quello da 220 mm, sempre con pinza a due pistoncini ma non flottante, del
Kymco. Al posteriore i tamburi sono rispettivamente da 140 e 130 mm ma
quello del Movie è quasi inesistente quanto a potenza. L’impianto dello
scooter italiano è superiore per potenza e buona parte del merito negli
spazi di arresto ridotti va ascritto alla forcella che gestisce bene la
potenza frenante, conferendo stabilità al veicolo anche nelle manovre di
emergenza. Entrambi hanno telai classici monotrave sdoppiato e pneumatici
120/70, con il Movie che al posteriore adotta un più panciuto 130/70.
Come vanno
Del tutto tradizionale e simile tra i due la meccanica, composta di un
motore monocilindrico 4 tempi con distribuzione monoalbero in testa a due
valvole e raffreddamento ad aria forzata. Si tratta di unità (quella Piaggio
è la stessa montata sulla Vespa ET4) che fanno dell’affidabilità e
dell’economia
di esercizio le doti principali, com’è ovvio e com’è evidente
guardando
alle prestazioni.
Entrambi sono dotati di buona coppia ai medi regimi e sono molto fluidi
nell’erogazione, come si conviene a motori accoppiati a trasmissioni
automatiche.
Anche i variatori hanno funzionamenti simili, con mezzo punto in più a
vantaggio del Piaggio grazie alla frizione dallo stacco immediato: da questo
punto di vista la Kymco è rimasta mezzo passo indietro negli ultimi anni,
dopo aver a lungo primeggiato per qualità e affidabilità. Giudizio positivo
per entrambe le meccaniche e accettabili i consumi, intorno a 20-25 km/l
(considerando che si viaggia quasi sempre a pieno gas). I motori
sono stati scelti nell’ottica del risparmio nell’acquisto e nella
gestione,
quindi è inutile pretendere gran prestazioni: in città sono brillanti quanto
serve, in autostrada possono tenere la velocità massima a lungo, ma è chiaro
che quest’ultimo utilizzo deve essere occasionale, anche perché la
protettività,
viste le dimensioni, è ridotta (sul Fly) o quasi inesistente (sul Movie).
Per ultime le considerazioni estetiche. L’anzianità del progetto Kymco
è evidente a prima vista: il mix di linee tese e tonde, la zona posteriore
tozza e il faro nello scudo sono soluzioni tipiche degli anni ‘80, mentre
il Piaggio è più slanciato e aggraziato, con un disegno di alcuni particolari
(il maniglione posteriore) più moderno. Anche la ricerca di un minimo di
stile su uno scooter di questa fascia di prezzo è indicativo del passare
del tempo e del concetto di veicolo utilitario. Il Piaggio Fly vince quindi
il confronto sotto quasi tutti i punti di vista. In termini assoluti,
lo scooter targato di piccole dimensioni dimostra di avere ancora più di
una freccia al suo arco: è economico e adatto a ogni esigenza di mobilità
urbana. Per questo motivo, se il rapporto qualità/prezzo rappresenta
un’attrattiva
convincente per il modello italiano, la quotazione del Kymco Movie, inferiore
di ben 450 euro rispetto al rivale, resta un ottimo motivo per soprassedere
sulle sue manchevolezze da parte di chi bada ancora (e non sono pochi,
visti i tempi che corrono) al nudo e crudo: premi il ‘start’ e via.
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