Si sfidano tre moto di carattere con configurazioni diverse, fra 2, 3 e 4 cilindri piacciono tutte ma solo una è la vincitrice. Le tre novità 2008 messe alla frusta dai nostri tester, Moto Morini Corsaro Avio, MV Agusta Brutale 1078 e Triumph Speed Triple, si mostrano con filosofie opposte.
Le protagoniste
Proponiamo un quesito: qual è la soluzione
migliore tra 2, 3 e 4 cilindri. Tecnicamente ognuna di queste configurazioni
di motore ha un suo perché: la sonora castagna del bicilindrico, la fluidità
encomiabile del tre e tanta potenza per il quattro. Ma emotivamente la
risposta sarebbe sempre la stessa: i gusti non si discutono. Le tre novità
2008 messe alla frusta dai nostri tester (Moto Morini Corsaro Avio, MV
Agusta Brutale 1078 e Triumph Speed Triple) si mostrano con filosofie opposte.
La prima si presenta sulla griglia di partenza dichiarando 20 CV in meno
rispetto al passato, la seconda aumenta i muscoli con 21,6 CV in più e
la terza resta invariata nella sostanza, come chi non ha nulla da dimostrare.
La nuova Morini Avio ha il telaio della Corsaro 1200 ’07, il motore della
9 ½ e un prezzo davvero concorrenziale (10.970 euro). L’idea è buona:
meno potenza e più facilità, per essere desiderata da tutti. L’affannosa
rincorsa ai CV s’è dunque arrestata? Chiedetelo ai tecnici MV, che montano
sulla Brutale il motore della F4 di 1.078 cc portando a 137 i CV rilevati
dal nostro Centro Prove. Della Brutale 910 R avevamo detto faville. Ora
potenza e coppia sono incrementati ulteriormente, specie ai bassi e medi
regimi. Triumph sta a guardare come chi sa di aver trovato la via giusta.
Una via che sta nel mezzo. Il tre cilindri media tra coppia da trattore
e potenza da aeroplano, il giusto compromesso. E così per questo 2008 non
c’è stato bisogno di metter mano al collaudato propulsore di 1.050 cc.
Stesso discorso per la ciclistica: tra la reattività della MV e la stabilità
della Corsaro Avio la Speed Triple sceglie l’equilibrio generale.
Comfort
Delle tre naked in prova la Speed Triple è la più confortevole. Una volta
in sella si viene accolti da una moto discretamente abbondante e dalla
nuova imbottitura della sella, la più morbida. Altro pianeta, invece, la
Brutale. Manubrio vicinissimo al piano di seduta, pedane alte e arretrate,
sellino duro. Inoltre, il passeggero, a meno di non avere una stretta parentela
o grande amicizia, si godrà di più il viaggio guardando le foto quando
tornate a casa, piuttosto che macinare km su quello strapuntino con le
ginocchia chiuse a compasso. All’opposto, in sella alla Corsaro Avio ci
si sente ben accolti. La seduta è un poco dura ma i fianchi stretti permettono
un buon appoggio a terra. Nella media, cioè non è il massimo, il posto
per il passeggero.
Prova in autostrada
Che sia davvero diventata docile la Corsaro? Giriamo la chiave, piccolo
colpo di gas e affiorano i primi dubbi: dallo scarico esce un ruggito che
ci ricorda l’emozione provata sulla Corsaro 1200. Dentro la prima e si
parte a manetta: strappo alle braccia e fondoschiena appoggiato al sellino
posteriore, perché le pedane troppo avanzate non consentono di spingere
adeguatamente. Speed Triple rimane indietro di poco, anzi pochissimo. La
Brutale, anche se accusa una frizione poco modulabile, schizza davanti
a tutte con la ruota ad una spanna da terra. Imboccata l’autostrada tocca
alla Morini meravigliare. La posizione di guida un po’ infossata ripara
dall’aria più che sulle concorrenti e viaggiando a 130 km/h in sesta
marcia
non ci sono vibrazioni, almeno per ora. Nei curvoni veloci la Avio è precisa.
Anche il monoammortizzatore, tutto regolabile, si è dimostrato valido ed
in grado di gestire le badilate di coppia, impedendo alla moto di sedersi
troppo in accelerazione. Stabili e precise anche Triumph ed MV. La prima
piace per il comfort offerto dalle sospensioni (peccato per le vibrazioni
oltre i 7.000 giri), la seconda entusiasma sul veloce perché segue la
traiettoria
come una supersportiva. Le asperità dell’asfalto o le giunture dei
cavalcavia
fanno venire a galla, però, la taratura rigida della Brutale. A conti fatti
è lei la più scomoda, ma la più precisa.
Prova fra le curve
Nessuna delle tre ha velleità da granturismo: basta vedere gli spazi riservati
al passeggero e perciò appena possibile lasciamo l’autostrada e ci
buttiamo
su strade ricche di curve. La Brutale scappa subito. I giri salgono regolari
senza vuoti o botte di potenza improvvisa. Più che la potenza massima e
la cattiveria agli alti ci è piaciuta l’elasticità di questo motore. Non
fraintendeteci, di cattiveria ce n’è a tonnellate e chi non ha confidenza
col mondo delle due ruote è meglio che lasci perdere: la Brutale 1078RR
non è una moto per tutti. Così come non è per tutti la Corsaro Avio; anche
se vorrebbe esserlo. Il motore ha una schiena pazzesca e basta superare
i 3.500 giri per godere anche di un’erogazione pulita. Il tallone
d’Achille
di questa bicilindrica sono le curve medio-lente e i rapidi cambi di direzione.
La Avio infatti, soffre l’interasse maggiore del lotto (1.440 mm contro
i 1.429 della Speed e i 1.420 della Brutale), qualche kg di troppo e un
certo effetto on-off. La Avio va guidata di corpo e richiede perciò un
certo sforzo fisico. La stanchezza è invece sconosciuta a chi guida la
Speed Triple. Il motore spinge bene sempre, non emoziona come quelli italiani,
ma è certamente più gestibile. Si guida rotonda e ha un avantreno sempre
sincero. Fuori dalle curve la trazione è buona e non si perde molto terreno
dalle rivali. Ma la Brutale allunga ancora. Il propulsore di Schiranna
è di un altro mondo. In uscita il posteriore da 190/50 fatica comunque
scaricare la cavalleria ma la moto è così leggera che si riesce a raddrizzarla
subito e a spalancare il gas. La nuda varesina non perdona disattenzioni,
ma vanta anche l’avantreno migliore del gruppo. Stabile sul veloce e
granitico
a centro curva riesce ad essere anche il più svelto in ingresso e nei cambi
di direzione. Per l’uso stradale la luce a terra è buona su tutte e tre
le naked, ma la Morini è la prima a grattare le pedane a terra, mentre
sulla Brutale è pressoché impossibile. Raggiungiamo la cima del passo.
Non tutti insieme.
Ciclistiche a confronto
Quando il tester a bordo di Triumph scollina fresco e divertito chi guida
l’MV si è già tolto il casco e sta ascoltando il rombo della Corsaro Avio,
che qualche tornante di sotto, permette al suo pilota di usare pochissimo
il cambio. Finalmente una pausa. Moto sul cavalletto per ammirare la cura
costruttiva, buona su tutte con l’eccellenza di MV. Balzano
all’occhio
le novità di Triumph: il codino, più snello e allungato di 20 mm, e i cerchi
in alluminio a 7 razze. La Morini si difende bene, ma cade su particolari
“poveri” come gli specchietti. È ora di ritornare e nella discesa
abbiamo
ancora il tempo di notare e apprezzare i reparti freno e sospensioni delle
tre naked. In fase di staccata la Brutale gode inoltre della frizione
antisaltellamento;
si aggiunga la nuova taratura della forcella rovesciata Marzocchi con steli
da 50 mm che può essere regolata in compressione, estensione e precarico
per capire perché anche a fondo valle la prima ad arrivare è lei. La rovesciata
da 50 mm della Avio (sempre una Marzocchi) ha un buon comportamento in
compressione limitando i trasferimenti di carico ma la vorremmo un po’
più frenata nel ritorno. La Showa da 43 mm della Triumph non ha nulla da
invidiare alle altre. Anzi, quando l’asfalto non è perfetto è quella che
mantiene più stabile l’avantreno.
La vincitrice
La Brutale con la sua rincorsa ai CV ha guadagnato molto anche ai medi
regimi diventando alla fine godibile anche alle basse andature e perciò,
la vincitrice, in fatto di prestazioni, bellezza e finiture, non ci sono
dubbi, è la MV Agusta. Ognuna di queste moto ha, però, un suo perché. La
Brutale 1078 RR rappresenta l’esclusività, ma costa cara: 18.690 euro.
La Corsaro Avio, non sarà una vera entry level, ma dà a chi la sa guidare
il piacere di una coppia taurina e costa solo 10.970 euro. La Speed Triple
è la sola che permette un uso quotidiano, abbinato al divertimento vero
nel week end ed è la più equilibrata anche nel prezzo: 11.500 euro.
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