Honda CRE F 450 X, Kawasaki KLX 450 R, Yamaha WR 450 F, le specialistiche con l’avviamento elettrico
Tre moto quasi racing
I tester di Fuoristrada hanno messo
alla frusta le tre enduro 450 cc giapponesi con avviamento elettrico.
Protagoniste
della prova sono la Honda CRE F 450 X, la Yamaha WR 450 F e la Kawasaki
KLX 450 R Sono tre enduro specialistiche costruite appositamente dalle
tre Case per le caratteristiche l'enduro all'europea. Nel corso degli anni
abbiamo visto che, proprio per la loro discendenza dal cross, manutenzione
compresa, chi le acquista intende farci l’enduro vero, pensiero che trova
conferma anche nella direzione di sviluppo seguita dalle Case. Sia Yamaha
sia Honda hanno via via rastremato il serbatoio, alla ricerca
dell’ergonomia
snella, sacrificando capienza e autonomia, in favore del piacere di guida,
mantenendo però il comfort dato da sospensioni che, per tutte, sono tendenti
al morbido. Kawasaki si è subito adeguata a questi parametri, con uno stretto
serbatoio snello che si sviluppa verso l’alto. In comune, come detto,
hanno tutte l'avviamento elettrico, elemento che le moto più specialistiche
non hanno. I piloti che sono attenti al mezzo chilogrammo non le guardano,
mentre l'endurista non agonista le sceglie per la comodità del bottoncino,
unite a ciclistiche professionali e adatte ad un utilizzo fuoristrada anche
estremo.
Tre tester
TRE TESTER A provarle tre tester con profilo differente: Angelo
Barbiero,
il pilota professionista, Paolo Ricotti, l'amatore con un occhio alle gare
estreme e Pluto, new entry del Fuoristrada Test Team, classe ’71 prima
moto la KTM 125 del ’88 è quello che si dice un endurista vero. Scambia
una giornata in pista da cross per cinque minuti di mulattiera. In realtà
ha calcato due sole volte in vita sua una pista da cross, la seconda per
avere conferma, anche se gli piace guardarlo, national e supercross compreso.
Rico dice di lui: “Se ti fermi prima di un’ora, un’ora e
mezza inizia
a brontolare oggi siamo sempre fermi.”
Motore
MOTORE Angelo Barbiero (A), Paolo Ricotti (R) e Pluto (P), alle prese
con il “Come va”. L’argomento è piccante, le tre jap sono
tecnicamente
evolute ma sempre meno esasperate, in confronto alle europee. Anche se...
R: “Ma quanto sono pronte di motore, queste giapponesi!”.
A: “Si, sono delle fionde, soprattutto Kawasaki. Forse è anche
leggermente
magra, ma il carattere è quello: è prontissima all’apertura del gas. Sale
rapidamente di giri, poi, a metà è quella che riesco a tenere più
“aperta”,
perché non ha una schiena mostruosa: perde di reattività al gas e in alto
non spinge forte. Nel lento (prima e seconda) è la più impegnativa da gestire,
poi diventa la più facile”.
P: “A me piace il Kawa, perché guido usando tanto la frizione, che
funziona benissimo. Smorzo la reattività del motore pelando la frizione
e, a metà, non ha la coppia di Honda, che mi strappa le braccia”.
R: “ L’Honda mi è sembrata meno reattiva al gas, sotto è più
facile
da gestire, nel lento soprattutto. Poi, però, sale con una progressione
disarmante. Da un terzo di erogazione in poi ha una forza bestiale, è la
più impegnativa da accelerare veramente”.
P: “Per questo la X mi è piaciuta molto nel lento, ma oltre la seconda
è il contrario del Kawa”.
A: “Yamaha sotto è la più facile, la meno pronta(dato smentito
dal grafi co, ndr). Fino a metà è umana, anzi divertente, ma da lì in
poi diventa degna della
cilindrata: una bestia. In alto spinge più di tutte. Peccato che la frizione
non sia molto modulabile, cosa che per una 450 da enduro sarebbe invece
importante.
L’erogazione è comunque molto lineare”.
P: “A me mette un po’ in imbarazzo, perché da metà in poi parte
come
un proiettile e non ci sto più attaccato”.
R: “Nelle ripartenze nel brutto, però, la Yamaha ha molta più trazione
di Kawasaki, che è nervosa e di Honda, la cui potenza porta ad avere più
rispetto
del gas”.
A: “È vero, perché dosi meglio il gas, ma la coppia dell’Honda,
invece,
ti permette di usare spesso una marcia in più, aumentando la trazione e
diminuendo la fatica. Nessuna, però, ha un sottocoppia degno di nota, ma
questo dipende dalla tipologia del motore:corsa corta e poco volano”.
R: “La prima del Kawa mi è sembrata leggermente più lunga delle altre,
da crossista. Gli innesti, invece, sono precisi e morbidi per tutte”.
Ciclistica
CICLISTICA A: “Passando al telaio, Kawa è quella che curva
meglio,
è agile nei cambi di direzione e leggera nella guida. Diversa dalla cugina
cross, che resta sempre un filo bassa dietro, questa è sempre ben bilanciata,
non resta mai chiusa in accelerazione. Le sospensioni sono leggermente
morbide, ma lavorano bene, copiando ottimamente anche il piccolo
sasso”.
R: “Honda è quella che sulla carta è cambiata di più. Dinamicamente
migliora, pur mantenendo un ottimo equilibrio dinamico. Rimane un comportamento
strano, che ha sempre avuto: sul sasso, a volte, scarta col posteriore,
come se si arrivasse con la ruota bloccata sull’ostacolo. Difficile
ricercarne
una causa, forse è una combinazione di condizioni. Fatto sta che, quando
prendi il sasso numero 7 fuori posto nella sequenza che si cerca di seguire,
ti lancia. Per fortuna non è così frequente centrare il 7...”.
P: “A parte gli scherzi, è vero, ma non abbiamo apprezzato a pieno
l’ammortizzatore di sterzo e per fortuna, perché credo che inizi a
sentirsi
quando stai per avvitarti. Io trovo più stabile la Kawa, a patto di tenere
sempre un filo di gas. Quando molli, tende a perdere direzionalità. La
Yamaha ha una bella stabilità, ma è dura da far curvare, nonostante la
forcella cedevole”.
A: “Io la trovo anche difficile da recuperare quando arrivi lungo e
cerchi di buttarla nel canale. Fa fatica a scendere in piega. Nel veloce,
invece, è stabile, anche tra i sassi smossi. Nel veloce guidato, se avesse
una forcella più sostenuta, sarebbe perfetta. L’Honda curva meglio di
prima, è più agile
e, nel complesso, mi sembra la più equilibrata di sospensioni: sono
sensibilissime,
ma non affondano troppo”.
Comfort
COMFORT R: “La WR ha il manubrio leggermente basso, le
pedane alte
e la forcella che rimane sempre un filo bassa: il risultato è che rimane
pesante sul davanti e si
fatica a caricare sulle pedane”.
A: “La posizione in sella più comoda e distesa è quella della Honda.
Ti offre sempre un grande controllo. Anche quando scarta, è facile da
recuperare,
come è facile caricare sulle pedane per anticipare l’ostacolo. Il Kawa
è una via di mezzo: ha le pedane più in alto della X, ma, in proporzione,
più basse del WR”.
P: “A me disturbano i convogliatori della X: quando vado avanti, mi
aggancio con il ginocchio nella parte inferiore, dove si attaccano al telaio.
Per il resto, la posizione di guida è comoda ed efficace per tutte, pur
con le diverse caratteristiche. Mi è piaciuta in particolare la sella della
WR, dura e rettilinea”.
Freni
FRENI R: “Passando ai freni, quelli della X sono uno
spettacolo:
modulabili e potenti, ancora meglio di prima, soprattutto
l’anteriore”.
A: “L’anteriore della WR è modulabile ma poco potente, mentre
quelli
del Kawa funzionano bene, ma sono meno sensibili di quelli dell’Honda.
Un’altra considerazione: la Yamaha sembra quella meno
“toccata” in Europa,
è la più giapponese.
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