GAS GAS
Il vaso di espansione, i paramani di serie, il filtrino per la benzina,
il serbatoio trasparente con indicati i litri, il pedale del freno con
la testina snodata, lo sportellino con aggancio rapido per accedere al
filtro aria, utile anche solo per l’ispezione: sono tutti particolari
che ne fanno una
vera moto da enduro, così come le
protezioni
sotto al motore che però, essendo parte integrante del telaio, un volta
ammaccate restano lì, a vista. Le finiture generali lasciano però un po’
a
desiderare come la qualità delle plastiche o
l’utilizzo di viti
con impronte
diverse. È anche la più
pesante
del lotto, con
i suoi 109 chili: è giunta l’ora di mettersi a dieta!
HUSQVARNA
Un
restyling lo richiede, ormai a vederla è sempre lei… Merita
di più perché nel complesso è anche realizzata
bene, il telaio ha
tutti i vari rinforzi ottenuti da
stampati e non semplici lamierini
o pezzi di tubo saldati. Al filtro ci arrivi con
rapidità grazie
alla sella a sgancio rapido, ha il disco freno posteriore
flottante
che risente meno degli eventuali maltrattamenti nelle lunghe discese dove
magari se ne fa un uso smisurato. È
esagerata la riserva di 4,5
litri sui 9,5 totali. L’avviamento richiede un pò di
assuefazione
in quanto la leva, in conseguenza all’uscita sul lato destro della catena,
per essere mantenuta sullo stesso lato assume una conformazione
particolare.
I 108,40 kg accusati alla bilancia sono comunque troppi.
KTM
È il progetto più
moderno, lo dimostrano anche i suoi 103 Kg… che
devono essere di monito per le altre. Buona la possibilità delle
quattro
posizioni manubrio, come buona è la realizzazione generale e la componentistica
ultimo
grido. Filtro con ispezione rapida, bel cruscotto, manopole
in tinta che denotano la cura anche nei particolari. Non ci piacciono le
vitine che fissano il convogliatore
direttamente nella plastica
del serbatoio, fate attenzione a non “
spanare” il
serbatoio…
Anche se c’è la possibilità di recuperare qualche cosina con i registri,
il raggio di sterzo non è entusiasmante.
TM
Di particolarità ce ne sono da vendere: mozzi dal
pieno, corona
realizzata in casa e mozzo anteriore con relativo marchio in evidenza.
Leva del freno anche lei dal pieno, radiatori con tubi trasversali di
irrigidimento.
Cerchi Excel
anodizzati in blu, ma viti con impronta ad esagono
incassato, alcune con testa esagonale e addirittura lo sfiato dell’aria
delle Ohlins con impronta Torx. Per una enduro, il raggio di sterzo è
limitato
e fate attenzione perché la riserva è di soli
0,3 litri, come dire
che si rimane a piedi qualche secondo dopo averla inserita... Forse, se
per il motore si adottassero le fusioni in conchiglia come sulle 4T si
potrebbero contenere i 108,20 kg registrati sulla bilancia.
Come vanno
Gas Gas: la più accessoriata e confortevole tira bene ai bassi, ma soffre
un’incertezza ai medi e un allungo piuttosto
lento. È poco
sensibile
sull’anteriore e
faticosa nei cambi di traiettoria, ma è stabile
e la si guida con facilità, specialmente in
piedi sulle pedane.
Le sospensioni
assorbono bene e non evidenziano cali di rendimento.
Il cambio è preciso e morbido negli innesti, ma abbastanza lontano dal
riferimento KTM. La frizione è morbida, modulabile e stacca bene e anche
l’impianto frenante, sotto pressione, si è dimostrato
efficace.
La Husky si è rivelata molto “
aperta”, si capisce subito che
ha
una ciclistica più da linea che da paletto. Di sostanza ne ha fin troppa,
gira bene sotto, ma è troppo
violenta nel passaggio dai bassi ai
medi: devi usare la frizione per addolcirla. Leggera e sensibile
sull’avantreno,
stenta ad inserirsi, poi gestirla è un
gioco. Davanti è un binario
e il comportamento del posteriore è intuibile e
progressivo, ma
le tarature sono disomogenee perché la forcella è morbida nella prima parte
ma riluttante a subire i trasferimenti di carico, mentre l’ammortizzatore
è leggermente più morbido in compressione e meno progressivo nel finale.
Il carico sulla leva della frizione è
minimo, ma ha troppa corsa:
devi staccare almeno due dita dalla manopola per impugnare la leva. I freni
non potentissimi, ma
efficaci.
La KTM parte senza fatica al primo colpo e non urla come le altre.
Violenti
la manopola del gas e non succede nulla: va via
progressivamente,
come un quattro tempi, più facile e meno stancante. È incollata a terra,
segnale evidente di un
setting delle sospensioni finalmente più
enduristico rispetto ai precedenti modelli. In sella ti muovi
bene: sia seduto sia in piedi. Leggera, agile sullo stretto, sul
veloce non perdona.
TM è
accattivante, dal punto di vista estetico e con una posizione
di guida aggressiva, ha il baricentro alto e non è maneggevolissima perché
senti il peso tra le gambe e devi guidarla di polso o di forza. In piedi,
sembra di essere al primo piano, le pedane sono troppo alte.
Fortissima
in quanto a potenza e allungo, più adatta al kartodromo che
alle mulattiere, paga uno scarso tiro ai bassi, un’inesistente sotto
coppia, ma si riscatta con una violenta frustata dai medi agli alti. Il
suo punto forte sono i freni:
potentissimi ed efficaci, ma un po’
troppo
esuberanti per questa disciplina.