Introduzione
Il momento in cui il mototurista,
dovendo scegliere una nuova cavalcatura, si troverà in dubbio tra maxiscooter
e maxitourer non è molto lontano. I due mondi si stanno avvicinando. I
nuovi maxiscooter cercano di avvicinarsi al comportamento di una moto e
per queste ultime c’è all’orizzonte il cambio automatico. Chi
arriverà
prima? Nel frattempo, ecco una comparativa scandalosa.
Partiamo dalle differenze. Il Burgman
650 ha la metà dei cavalli della BMW R1150RT, la metà
della coppia
ed un peso praticamente uguale (entrambi poco sopra i 268
kg),
quindi un rapporto peso potenza a favore della maxi tourer bavarese (3,26
kg/CV contro i 6,67 del Burgman 650). Per mezzi di questo tipo le prestazioni
assolute non sono la voce più importante, vale comunque la pena ricordarle.
Il Burgman 650 sfiora i 170 km/h, la BMW R1150RT supera i 201
km/h. Sulla base dei 400 metri, da fermo, il maxiscooter di Hamamatsu
è in ritardo sulla moto tedesca di quasi 3 secondi, (12,7” la BMW,
15,5”
il Burgman). Quante differenze! Ma perché allora confrontarli? E’
presto detto. Nell’uso quotidiano o per il turismo a medio e lungo raggio,
tutte queste differenze si assottigliano ed emergono piccoli
vantaggi per la maxitourer o il maxiscooter solo nei loro habitat
“naturali”.
In sella
Saliamo in sella. Il Burgman 650, per quanto
“maxi”, è comunque
uno scooter, quindi sella molto comoda,
manubrio alto,
gambe che possono distendersi fino alla parte inclinata della
pedana,
parabrezza molto protettivo e ridotta altezza da terra.
Il cruscotto è eccellente per leggibilità e dotazione di strumenti,
quanto a tecnologia motoristica ecco la raffinatezza che lo avvicina al
mondo della moto: i comandi del cambio che, a scelta, può essere
automatico, con funzione “power” o sequenziale (a 5
rapporti).
Certo, manca comunque la frizione manuale, ma con il cambio sequenziale
la gestione dei rapporti e del regime motore è realmente nelle mani
di chi guida.
La BMW R 1150 RT è, tanto per cominciare, una motocicletta, eppure
non mancano similitudini con il “cugino” automatico: sella ampia
e
comoda, manubrio alto, parabrezza protettivo e specchi retrovisori
bassi come sul Burgman 650. Troppo poco per poter parlare di confronto
ad “armi pari”. E allora avviamo i motori e partiamo!
Alla guida
La BMW-RT non ha bisogno di tante presentazioni: è una
tourer
che non affatica il pilota nemmeno dopo svariate
centinaia di
chilometri. La posizione di guida è naturale, la sensazione di
controllo
notevole ed il riparo aerodinamico è a prova di temporale, anche
per le gambe. In accelerazione si avverte la coppia di rovesciamento
della trasmissione a cardano, sensazione via via decrescente con il salire
della velocità.
Buono il lavoro svolto dalle sospensioni che anche in città filtrano
senza scompensi pavè, rotaie e fondo sconnesso. Il meglio di sé lo
dà ovviamente sui percorsi extraurbani, dove sfodera una guida
rotonda ed appagante, ed in autostrada, grazie alla sesta marcia distesa
che tuttavia trasmette ancora qualche vibrazione al manubrio.
Niente di nuovo, penserete. Infatti la sorpresa arriva dal Burgman 650.
Il “terreno di caccia” tipico di uno scooter, anche maxi, è la
città,
e qui questo Suzuki, anche se sovradimensionato, se la cava bene. E’ sui
percorsi extraurbani ed in autostrada che si rivela
sorprendente.
Ad alta velocità la protezione è ottima, non ci sono turbolenze
eccessive, gambe e braccia si distendono alla ricerca della posizione
più comoda e l’assetto è sempre corretto, grazie all’ottimo
lavoro
delle sospensioni che filtrano buche ed irregolarità del terreno senza
minimamente scomporsi.
Il carattere
I 268 kg della R-RT sono ben distribuiti però
in città
le dimensioni globali, soprattutto in larghezza, creano qualche
impaccio:
le manovre da fermo richiedono perizia e per sgusciare tra le auto in
coda occorre spazio ed attenzione per non urtare con le borse
laterali
(che su questa moto quasi nessuno smonta).
Il Burgman 650, rispetto alla “motona” tedesca, in città
primeggia.
Il peso si sente ma la sella alta solo 750 mm da terra, la larghezza
inferiore, il baricentro basso, rendono l’agilità superiore anche
se le code di auto più anguste costringono comunque a restare in fila.
Il motore poi è davvero gustoso: frenate e ripartenze avvengono
in maniera molto naturale e le progressioni sono fluide e senza
incertezze. “Fuori porta” la situazione si inverte a
favore
della BMW tuttavia senza differenze troppo evidenti. Sul Burgman
i cerchi da 15” con pneumatici di generosa dimensione
conferiscono
un’ottima tenuta di strada anche piegando fin quasi a strisciare
il bordo della pedana. Anche sul bagnato si guida senza troppa
apprensione,
tanto che il motociclista “incallito” troverebbe soddisfazione alla
guida
di questo maxi scooter.
Sul veloce la R-RT è più rigorosa del Burgman ma qualche
ondeggiamento sui veloci curvoni autostradali, oltre i 140 km/h, è
caratteristica comune a tutti i maxiscooter (tranne lo Yamaha Tmax 500).
Il cambio
La capacità di carico vede avvantaggiata la maxi-tourer tedesca
con le due borse laterali da 33 litri. Il vano sottosella del
Burgman
650 ha una capacità di 28,7 litri e può contenere
due caschi
intergrali oppure una valigietta 24 ore più un antifurto meccanico
ed una tuta antipioggia. Il grosso tunnel centrale pregiudica la
possibilità di sistemare saldamente una borsa ma… su una moto il tunnel
centrale nemmeno c’è.
La presenza del cambio è la vera differenza tra una motocicletta
ed uno scooter. E’ proprio qui che il Burgman 650 cerca di
avvicinare
le caratteristiche della “nobile progenitrice”. I 6 rapporti della
R
1150 RT sono ben spaziati ma il comando ha una corsa lunga e
gli innesti sono un po’ rumorosi. Il Suzuki ha tre
opzioni,
due automatiche (normale e “power”) per chi non vuole rinunciare
alla
comodità di pensare solo a dare gas e frenare, ed una sequenziale,
con i comandi “up” e “down” per cambiare in
stile motociclistico,
tirando le marce e scalando in frenata! Per il resto la meccanica del
Burgman 650 ha ben poco da invidiare ad una moto: telaio rigido,
motore bicilindrico a 8 valvole, iniezione elettronica, due
contralberi antivibrazioni e trasmissione evoluta che prevede un
“treno” di ingranaggi in luogo della cinghia.
Insomma, che i due “mondi” si stiano avvicinando è fuor di
dubbio,
sta ora alle Case avere il coraggio di proporre qualcosa di veramente
innovativo. Dopo che la stessa BMW ha proposto con scarso successo
lo scooter con tettuccio, parabr
© RIPRODUZIONE RISERVATA