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13 February 2003

Comparativa BMW R 1150 RT vs Suzuki Burgman 650

Lontana parentela

Introduzione


Il momento in cui il mototurista, dovendo scegliere una nuova cavalcatura, si troverà in dubbio tra maxiscooter e maxitourer non è molto lontano. I due mondi si stanno avvicinando. I nuovi maxiscooter cercano di avvicinarsi al comportamento di una moto e per queste ultime c’è all’orizzonte il cambio automatico. Chi arriverà prima? Nel frattempo, ecco una comparativa scandalosa.

Partiamo dalle differenze. Il Burgman 650 ha la metà dei cavalli della BMW R1150RT, la metà della coppia ed un peso praticamente uguale (entrambi poco sopra i 268 kg), quindi un rapporto peso potenza a favore della maxi tourer bavarese (3,26 kg/CV contro i 6,67 del Burgman 650). Per mezzi di questo tipo le prestazioni assolute non sono la voce più importante, vale comunque la pena ricordarle. Il Burgman 650 sfiora i 170 km/h, la BMW R1150RT supera i 201 km/h. Sulla base dei 400 metri, da fermo, il maxiscooter di Hamamatsu è in ritardo sulla moto tedesca di quasi 3 secondi, (12,7” la BMW, 15,5” il Burgman). Quante differenze! Ma perché allora confrontarli? E’ presto detto. Nell’uso quotidiano o per il turismo a medio e lungo raggio, tutte queste differenze si assottigliano ed emergono piccoli vantaggi per la maxitourer o il maxiscooter solo nei loro habitat “naturali”.

In sella



Saliamo in sella. Il Burgman 650, per quanto “maxi”, è comunque uno scooter, quindi sella molto comoda, manubrio alto, gambe che possono distendersi fino alla parte inclinata della pedana, parabrezza molto protettivo e ridotta altezza da terra.
Il cruscotto è eccellente per leggibilità e dotazione di strumenti, quanto a tecnologia motoristica ecco la raffinatezza che lo avvicina al mondo della moto: i comandi del cambio che, a scelta, può essere automatico, con funzione “power” o sequenziale (a 5 rapporti). Certo, manca comunque la frizione manuale, ma con il cambio sequenziale la gestione dei rapporti e del regime motore è realmente nelle mani di chi guida.
La BMW R 1150 RT è, tanto per cominciare, una motocicletta, eppure non mancano similitudini con il “cugino” automatico: sella ampia e comoda, manubrio alto, parabrezza protettivo e specchi retrovisori bassi come sul Burgman 650. Troppo poco per poter parlare di confronto ad “armi pari”. E allora avviamo i motori e partiamo!

Alla guida



La BMW-RT non ha bisogno di tante presentazioni: è una tourer che non affatica il pilota nemmeno dopo svariate centinaia di chilometri. La posizione di guida è naturale, la sensazione di controllo notevole ed il riparo aerodinamico è a prova di temporale, anche per le gambe. In accelerazione si avverte la coppia di rovesciamento della trasmissione a cardano, sensazione via via decrescente con il salire della velocità.
Buono il lavoro svolto dalle sospensioni che anche in città filtrano senza scompensi pavè, rotaie e fondo sconnesso. Il meglio di sé lo dà ovviamente sui percorsi extraurbani, dove sfodera una guida rotonda ed appagante, ed in autostrada, grazie alla sesta marcia distesa che tuttavia trasmette ancora qualche vibrazione al manubrio.
Niente di nuovo, penserete. Infatti la sorpresa arriva dal Burgman 650. Il “terreno di caccia” tipico di uno scooter, anche maxi, è la città, e qui questo Suzuki, anche se sovradimensionato, se la cava bene. E’ sui percorsi extraurbani ed in autostrada che si rivela sorprendente. Ad alta velocità la protezione è ottima, non ci sono turbolenze eccessive, gambe e braccia si distendono alla ricerca della posizione più comoda e l’assetto è sempre corretto, grazie all’ottimo lavoro delle sospensioni che filtrano buche ed irregolarità del terreno senza minimamente scomporsi.

Il carattere



I 268 kg della R-RT sono ben distribuiti però in città le dimensioni globali, soprattutto in larghezza, creano qualche impaccio: le manovre da fermo richiedono perizia e per sgusciare tra le auto in coda occorre spazio ed attenzione per non urtare con le borse laterali (che su questa moto quasi nessuno smonta).

Il Burgman 650, rispetto alla “motona” tedesca, in città primeggia. Il peso si sente ma la sella alta solo 750 mm da terra, la larghezza inferiore, il baricentro basso, rendono l’agilità superiore anche se le code di auto più anguste costringono comunque a restare in fila. Il motore poi è davvero gustoso: frenate e ripartenze avvengono in maniera molto naturale e le progressioni sono fluide e senza incertezze. “Fuori porta” la situazione si inverte a favore della BMW tuttavia senza differenze troppo evidenti. Sul Burgman i cerchi da 15” con pneumatici di generosa dimensione conferiscono un’ottima tenuta di strada anche piegando fin quasi a strisciare il bordo della pedana. Anche sul bagnato si guida senza troppa apprensione, tanto che il motociclista “incallito” troverebbe soddisfazione alla guida di questo maxi scooter.

Sul veloce
la R-RT è più rigorosa del Burgman ma qualche ondeggiamento sui veloci curvoni autostradali, oltre i 140 km/h, è caratteristica comune a tutti i maxiscooter (tranne lo Yamaha Tmax 500).

Il cambio



La capacità di carico vede avvantaggiata la maxi-tourer tedesca con le due borse laterali da 33 litri. Il vano sottosella del Burgman 650 ha una capacità di 28,7 litri e può contenere due caschi intergrali oppure una valigietta 24 ore più un antifurto meccanico ed una tuta antipioggia. Il grosso tunnel centrale pregiudica la possibilità di sistemare saldamente una borsa ma… su una moto il tunnel centrale nemmeno c’è.

La presenza del cambio è la vera differenza tra una motocicletta ed uno scooter. E’ proprio qui che il Burgman 650 cerca di avvicinare le caratteristiche della “nobile progenitrice”. I 6 rapporti della R 1150 RT sono ben spaziati ma il comando ha una corsa lunga e gli innesti sono un po’ rumorosi. Il Suzuki ha tre opzioni, due automatiche (normale e “power”) per chi non vuole rinunciare alla comodità di pensare solo a dare gas e frenare, ed una sequenziale, con i comandi “up” e “down” per cambiare in stile motociclistico, tirando le marce e scalando in frenata! Per il resto la meccanica del Burgman 650 ha ben poco da invidiare ad una moto: telaio rigido, motore bicilindrico a 8 valvole, iniezione elettronica, due contralberi antivibrazioni e trasmissione evoluta che prevede un “treno” di ingranaggi in luogo della cinghia.

Insomma, che i due “mondi” si stiano avvicinando è fuor di dubbio, sta ora alle Case avere il coraggio di proporre qualcosa di veramente innovativo. Dopo che la stessa BMW ha proposto con scarso successo lo scooter con tettuccio, parabr
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