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Come si fa il rodaggio alla moto nuova?

Un lettore fresco di acquisto di una Triumph Trident 660 chiede lumi in merito alle modalità di rodaggio, dopo che gli è stato consigliato di non superare i 4.000 giri/min per i primi 1.000 km. Ma la corretta procedura è molto meno stringente e varia da modello a modello

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Caro direttore, dopo 25 anni mi sono ricomprato la moto, una Triumph Trident 660; chiedo lumi sul rodaggio, mi è stato consigliato di non superare i 4.000 giri per i primi 1.000 km, il libretto di uso e manutenzione invece dice di non superare i 7.000 giri per i primi 800 km. Il primo caso è molto conservativo, nel secondo il divertimento sarebbe ovviamente maggiore. C’è un compromesso tra tali estremi o è senz’altro consigliabile seguire la prima soluzione? E poi, quando si può considerare concluso il rodaggio?

Maurizio Taruffi – Pisa

Triumph: In merito alla richiesta di delucidazioni ricevute dal lettore, segnaliamo che all’interno del manuale di utilizzo in dotazione ad ogni acquirente viene dedicato un apposito capitolo al tema del rodaggio, comprensivo di tutti i consigli utili a preservare l’integrità dei nuovi organi meccanici, a preservarne la durata nel tempo e infine a ottimizzarne la resa in termini di performance ma anche di riduzione delle emissioni inquinanti. In particolare, consigliamo per i primi 800 km di non superare i 3/4 del regime di rotazione massimo del motore (cioè 7.500 giri/min, ndr), di evitare accelerazioni repentine con apertura totale del comando del gas, e di evitare per quanto possibile anche prolungati periodi di tempo a velocità costante. Tra gli 800 e i 1.500 km o comunque fino all’effettuazione del primo tagliando, i regimi di rotazione possono essere gradualmente aumentati.

C’è poco da fare, il concessionario si è sbagliato. Le indicazioni della Casa sono già prudenziali e rispecchiano quanto stabilito dai progettisti. Con 800 km, la piccola Triumph ha un rodaggio abbastanza breve, come molte moto di ultima generazione. Questo grazie alla maggior precisione delle macchine a controllo numerico che realizzano le varie parti del motore, anche se un periodo di assestamento dei vari componenti va comunque rispettato. Le Case italiane sono le più prudenti, con raccomandazioni di percorrenze a basso numero di giri che frequentemente oltrepassano i 1.500-1.600 km, con punte fino a 2.500. Tedesche e inglesi di rado richiedono rodaggi oltre i 1.000 km e concedono regimi tra i 6.000 e i 7.500 giri, così come buona parte delle moto giapponesi. Con la stupefacente eccezione di Honda, che per numerosi suoi modelli non fornisce limiti di giri, ma si limita a indicare di evitare partenze a pieno gas, brusche accelerazioni e scalate rapide per i primi 500 km.

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