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Paura come ai tempi di Escobar. Stop alle moto a Bogotà

Troppe rapine e crimini compiuti utilizzando le moto. Enrique Peñalosa, Sindaco di Bogotà (Colombia), impone lo stop alle moto di cilindrata superiore a 125 cc. Scoppia la protesta dei centauri
Nella città di Bogotà, in Colombia, è in atto una protesta che riguarda i motociclisti. I centauri sono scesi in strada, paralizzandone le arterie principali, in seguito al divieto arrivato dal Sindaco Enrique Peñalosa, che ha imposto lo stop, dalle 8 alle 19, a gran parte delle moto. La misura riguarda i mezzi di cilindrata superiore ai 125 cc e arriva in seguito ai continui crimini compiuti "in sella", dato che la moto resta il mezzo privilegiato dalla malavita. Grazie alle due ruote i criminali possono infatti evitare il traffico di una delle città più caotiche del Sud America. Non è la prima volta che i motociclisti si trovano in difficoltà: già negli Anni ’80 i sicari di Pablo Escobar privilegiavano la moto come mezzo di trasporto. Escobar utilizzava “il cavallo di ferro” come simbolo della propria guerra contro lo Stato della Colombia, inviando i sicari armati contro quelli che reputava nemici del Cartello di Medellìn.

Queste le parole del Sindaco, che su Twitter ha scritto: “La mia non è una misura per criminalizzare una categoria, voglio combattere l’aumento della criminalità”.

Malgrado l’obiettivo di Peñalosa sia quello di aumentare la sicurezza dei propri cittadini, una misura come questa penalizza più di 7 milioni di motociclisti, visto che la moto è il mezzo di trasporto principale in Colombia.
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