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La carriera di Marco Melandri: "Lascio, ma non è un giorno triste"

Dall’esordio nella classe 125 alla conquista delle vittorie ottenute in Superbike. La carriera del pilota ravennate e le sue dichiarazioni, rilasciate durante la conferenza stampa dell'addio al mondo delle corse
Dal debutto in 125 cc fino alle vittorie in WorldSBK, in pochi hanno ottenuto i risultati che può vantare Marco Melandri, che ha annunciato il proprio ritiro dalle competizioni al termine del Campionato 2019. Il Round in Qatar segnerà quindi la sua ultima partecipazione al mondiale, mettendo fine a una carriera di oltre vent’anni.
Nel 1997 fu un’annata stupenda per i tifosi italiani di motociclismo, con Frankie Chili impegnato nel WorldSBK, Max Biaggi vincitore del quarto e ultimo titolo nella 250 cc, mentre un giovane Valentino Rossi muoveva i primi passi nel mondiale 125 cc. Ma è stato anche l’anno in cui Marco Melandri ha esordito nella scena mondiale partecipato al GP della Repubblica Ceca a 15 anni e 24 giorni, diventando il più giovane esordiente nella storia della 125. Non ottenne nessun punto in quella partecipazione. Melandri tornò pochi mesi dopo per prendere parte a tutta la stagione in 125 cc. La prima vittoria arrivò a 15 anni, 10 mesi e 20 giorni, un altro record imbattuto per dieci anni e poi ristabilito da Scott Redding. Concluse la propria stagione d’esordio come miglior rookie e col terzo posto in campionato. Un anno dopo Melandri perse il titolo per un solo punto dopo aver vinto il GP dell’Argentina, la tappa conclusiva del 1999.

Nonostante ciò, decise di passare alla 250 cc, entrando a far parte della squadra Aprilia per i tre anni successivi all’inizio del nuovo millennio. Melandri si è adattato rapidamente alle richieste della moto più potente, firmando quattro vittorie nelle fasi finali del 2000. La prima vittoria in gara arrivò l'anno successivo, ma il 2002 è stato il vero anno di svolta. Una striscia imbattuta di sei gare lo portò ai vertici in “duemmezzo”, diventando il più giovane campione di sempre della serie in quel momento e battendo il precedente record di Valentino Rossi.
1/22 Marco Melandri nel 2015, in sella al prototipo da MotoGP di Aprilia: la RS-GP
Passato alla MotoGP, il romagnolo faticò ad adattarsi alla difficile Yamaha, ottenendo solo 45 punti nella sua stagione da rookie e 75 l’anno successivo. Nel 2004 salì per la prima volta sul podio. Nel 2005 salì sulla Honda, con Rossi come compagno di squadra; Melandri riuscì a dare il meglio di sé vincendo le ultime due gare. Sebbene abbia concluso il 2006 col 4° posto in classifica, finì a soli 24 punti da Nicky Hayden, conquistando tre vittorie. Seppur non abbia raggiunto le massime vette in classe regina, Melandri è rimasto sempre competitivo, in sella alla Honda, alla Kawasaki e alla Ducati tra il 2007 e il 2010, raccogliendo alcuni podi e buoni piazzamenti. Nel 2010, Melandri sentì il bisogno di cambiare scenario e lo trovò nel paddock WorldSBK. Proprio come fece nel suo esordio in un Gran Prix, Melandri iniziò questo nuovo capitolo della propria carriera in sella a una Yamaha: concluse l’anno alle spalle del vincitore del campionato, Carlos Checa, collezionando la bellezza di quattro vittorie e 15 podi.
Nel 2012 cambiò di nuovo team, questa volta partecipò alla WorldSBK con la BMW. La Casa tedesca non aveva mai vinto un evento SBK prima dell’arrivo del romagnolo e in quell’anno chiuse con sei trionfi grazie al numero 33. Dopo una brutta caduta al penultimo round stagionale, Melandri fu costretto a saltare la seconda gara del giorno quando il leader del campionato era ancora a una distanza raggiungibile. Fu poi Max Biaggi ad aggiudicarsi il titolo per 29.5 punti di vantaggio. Il secondo anno di Melandri con la BMW si dimostrò più soddisfacente in termini di punti, ma concluse comunque col quarto posto in classifica e con meno vittorie. Per questo decise di passare all’Aprilia nel 2014, una stagione agrodolce per il ravennate. Sei vittorie ma ancora una volta fu il suo compagno di squadra, Sylvain Guintoli, a conquistare il titolo.
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Dopo una parentesi in MotoGP nel 2015, Melandri si prese un anno sabbatico prima di unirsi alla squadra Aruba.it Racing - Ducati per il 2017 e il 2018, dove ha collezionato altre tre vittorie portando il suo totale di successi a quota 22, stabilendo il primato tra i piloti italiani. Nella stagione in corso, sta partecipando al mondiale insieme alla GRT Yamaha. Una squadra italiana e il costruttore con cui partecipò all’esordio nel WorldSBK. Un finale perfetto per una carriera fenomenale. Ma è sicuro che, nelle dieci gare che rimangono nel 2019, si aggiungeranno altri incredibili momenti in questo lungo viaggio.
1/11 Marco Melandri si ritira: le foto della festa di addio
“Ragazzi, si è abbassata la fiamma, e quindi è arrivato il momento di smettere. Oggi, però non è un giorno triste, comunicando la mia scelta mi sono tolto un peso, prima era come essere in prigione. Correre le ultime gare mi piacerà ancora di più, perché potrò divertirmi. Di fatto sono cresciuto in un quartiere di case popolari e sognavo di correre fin da bambino. Ho avuto l’opportunità di farlo anche per più tempo di quello che immaginavo. Ho vissuto una favola. E come tutte le favole ha un inizio e una fine. Non mi piace l’idea di ostinarmi a correre anche se non riesco ed esprimermi e non mi diverto come prima. È difficile dire basta, ma dentro lo senti quando è arrivato il momento! Sicuramente non sarò ricordato come il pilota più vittorioso però ho ancora il guinness per la più bella derapata in MotoGP in Australia nel 2006 e quindi sono felice di essere tra i ricordi dei tifosi di questo sport. Adesso voglio godermi la mia famiglia, mia figlia Martina e fare sport per divertimento. Mi incuriosisce la MotoE e mi piacerebbe fare qualche gara in un campionato con meno stress, ma di base voglio cambiare la mia routine e trascorrere del tempo in tranquillità”.
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