ALLA DOMENICA I PILOTI SONO PIÙ STANCHI?
Sappiamo bene che tutti i piloti MotoGP, seguiti senza alcuna eccezione da fior fior di preparatori, sono professionisti e non lasciano nulla al caso. Per questo hanno modificato la preparazione fisica con l’obiettivo di combinare la resistenza (GP della domenica) all’esplosività (Sprint Race del sabato). Tuttavia quest’anno i piloti MotoGP sono sottoposti a uno sforzo enorme, che li espone inevitabilmente a un rischio maggiore, dato che hanno meno tempo di recuperare energie fisiche e nervose, complice anche un’agenda di appuntamenti ancor più fitta, come per esempio il Rider Fan Show della domenica. È possibile quindi che arrivino al GP leggermente più stanchi e, magari, anche un po’ meno lucidi per affrontare le fasi più pericolose di un GP: partenza, duelli, sorpassi, volata finale. Paradossalmente, la Sprint Race del sabato, che da questo punto di vista ci preoccupava tutti, ha generato meno cadute e ritiri.
QUANTO È COLPA DEL REGOLAMENTO?
La gestione del nuovo format da parte di Dorna e FIM non ci pare convincente per due ragioni. La prima è che le gomme morbide, allocate ai team in ugual misura rispetto al passato, sono troppo poche rispetto alle nuove esigenze imposte dalla Sprint Race. Tutto è gestibile, è vero, e a parità di gomme vince il team che adotta la strategia migliore. Ma ha senso lesinare sulla fornitura di pneumatici quando in ballo c’è anche la sicurezza dei piloti? L’altro tema regolamentare molto dibattuto è la disomogeneità del FIM MotoGP Stewards Panel nell’applicazione del regolamento. Visti i clamorosi precedenti di Jerez, che si sono riproposti peraltro a Le Mans col contatto Marquez-Bagnaia, non è dato sapere con certezza se e quando si incappa in una sanzione. L’effetto di questa mancanza di regole certe è che molti piloti sono disorientati (o almeno così hanno dichiarato di essere) perché non sanno più cosa possono fare e cosa no quando si affrontano in duello.