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Caberg, da oltre 40 anni al servizio del motociclista

La prima sfida per Caberg è sempre stata quella di rendere la qualità dei suoi caschi a portata di tutti. Quindi materiali high-tech a prezzi competitivi. La seconda di rimanere sintonizzata con le più intime esigenze di chi usa la moto tutti i giorni, senza che ciò compromettere sicurezza, comfort… e peso. Quindi caschi iperfunzionali estremamente compatti

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Quasi 50 anni fa (1974) nasceva CAschi di BERGamo, CABERG. Un’azienda che, come altre, porta nel nome la sua identità italiana, ma che ha saputo fin da subito, alzare lo sguardo. Così è successo che, nei primi anni 90, osservando cosa stava succedendo non lontano dai confini nazionali, si mise a lavorare al primo apribile nostrano (e secondo al mondo). Si chiamava 292 unlimited e voleva essere un casco pratico da usare, malgrado la struttura non fosse così semplice. Oggi il modulare Duke II è il best seller in Italia, in Europa e, in generale, nei Paesi Occidentali. Mentre il Levo è l’ultimo arrivato e il top di gamma: calotta esterna in fibra di vetro o in carbonio, due misure di calotta interna, doppia omologazione (P/J), visiera panoramica (389,99 euro). Altro traguardo per cui la Casa lombarda può essere considerata una precorritrice è l’inserimento del visierino parasole (a forma di occhiale): nel 2002 lo ha integrato nel suo jet Downtown, dotato anche della normale visiera trasparente. Da quel momento ne ha provvisto la maggior parte dei suoi caschi, convinta che, come dice Andrea Donghi, direttore commerciale di Caberg, “questa soluzione tecnica sia stata la grande novità del mondo dei caschi dal 2000 ad oggi, dando la possibilità al motociclista di viaggiare mantenendo sempre la corretta visibilità nell’arco della giornata e quindi nella massima sicurezza”.

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Nella sua lunga storia l’azienda ha sempre avuto l’urgenza di rimanere sintonizzata con le abitudini e le esigenze di chi usa la moto tutti i giorni, ma anche offrire alta qualità a prezzi competitivi. Il nuovo Avalon è pensato per un pubblico più giovane e alle dotazioni di un casco d’alta gamma unisce il prezzo da medio-bassa: 149 euro. Non a caso sta vendendo molto bene non solo in Europa ma anche nei Paesi asiatici e sud americani, dove l’integrale va per la maggiore. Stessa sorte per l’altro integrale entrato in collezione nel 2019 e aggiornato, il Drift Evo (in foto qui sotto), proposto in fibra o carbonio, frutto dell’esperienza maturata sui campi di gara dal reparto corse e dai piloti di Caberg. Presenta uno spoiler posteriore che, oltre ad aggiungere un look aggressivo, riduce turbolenze e rumorosità; interni di nuova generazione che garantiscono una vestibilità più avvolgente e che possono essere personalizzati; sistema di ventilazione avanzato provvisto di canalizzazione dell’aria; parasole integrato e visiera Pinlock Max Vision di serie (279,99 euro).

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Ampia visiera, antiappannante, di serie e visierino interno anche per il jet Flyon, pensato non solo per chi si muove in città: di nuovo c’è la doppia opzione fibra o carbonio e un sistema di ventilazione canalizzato. Gli interni sono traspiranti e predisposti per ospitare il sistema di comunicazione Just Speak Evo firmato Caberg o qualsiasi interfono presente sul mercato. È disponibile in versione monocolore, opaca e lucida, e nelle stilose grafiche Bakari e Rio (239,99 euro). Il design è un altro tema caro a Caberg: avvalendosi di designer provenienti anche dal mondo della moda o dall’arredamento, soprattutto per i prodotti urban, ha puntato a realizzare caschi dall’aspetto moderno e pulito e dai volumi estremamente asciutti. In questo senso è rappresentativo il demijet Riviera V4, studiato per i veloci spostamenti metropolitani e contraddistinto appunto da ingombri ridotti all’osso. Il casco del futuro, tiene a sottolineare Andrea Donghi, sarà piccolo, leggero e funzionale, sempre inseguendo le richieste di chi lo usa day by day: “Negli ultimi anni abbiamo realizzato prodotti più sicuri, confortevoli e in linea con le esigenze quotidiane dei motociclisti, soprattutto relative a ventilazione, comunicazione Bluetooth, compatibilità con occhiali da vista e da sole… senza che ciò volesse dire appesantire il prodotto. Questi aspetti continueremo a perseguirli e, attraverso test in galleria del vento ottimizzeremo aerodinamica e silenziosità”.

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