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Buche stradali: chi paga in caso di danno?

Una buca, la gomma si squarcia, si rompe il cerchio. Può succedere, se vedi l'ostacolo all'ultimo momento freni e ci vai dentro in pieno, a volte è inevitabile. Ora chi paga i danni? Cosa devo fare per essere sicuro del risarcimento? Ecco le accortezze che servono per far valere i propri diritti

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Inchiesta buche: il risarcimento per danno causato da incuria del manto stradale comprende anche la condizione dei tombini e tutto ciò che non rientra nel "buono stato conservativo"

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Dal recente studio sulla mobilità di moto e scooter "La sicurezza stradale nella Capitale delle due ruote", realizzato dalla Fondazione Filippo Caracciolo di ACI, emerge un dato confortante, sebbene il problema della sicurezza sia ancora lontano dalla soluzione: dal 2010 gli incidenti che a Roma hanno coinvolto le due ruote a motore sono diminuiti del 38%, i morti del 40% e i feriti del 38%.

Le cause sono di varia natura, cadute, scontri con auto, semafori non rispettati, ma è interessante notare che il 98% dei motociclisti indica le buche come primo fattore di rischio. Seguono lo stato dei tombini (assimilabile al precedente) e il comportamento indisciplinato degli automobilisti. Gli incidenti in ambito urbano sono ancora purtroppo molto numerosi, succedono in tutte le città, ma parliamo di Roma perché per vari motivi è naturale associarla alla parola "buche", che comunque non mancano in numerose strade del nostro Paese.

Cadere in moto per causa di una malformazione dell'asfalto è un’ipotesi piuttosto remota, prima di tutto perché ci si deve imbattere in una buca non segnalata, di dimensioni tali da costituire un pericolo, ed essere presi alla sprovvista; seconda cosa perché le moto di oggi hanno ciclistiche di ottimo livello e sono quindi molto sicure (ovviamente molto dipende dalla categoria).

Nel malaugurato caso una buca ci dovesse procurare un danno o, peggio, far cadere, come ci dobbiamo comportare? È possibile essere risarciti? E in tal caso a chi ci si deve rivolgere? Far riconoscere i propri diritti non è così facile, ci sono delle condizioni che possono essere interpretate a nostro favore o, al contrario, a nostro sfavore, e poi, in caso di controversia, l'ultima parola spetta al Giudice, e non sempre la sentenza è prevedibile. Ma vediamo in dettaglio la procedura da seguire, in modo da fare tutto il possibile per far valere le nostre ragioni.

Sapere di chi risponde del danno è facile: la responsabilità è dell'ente che governa quel tratto stradale, può essere il Comune, la Provincia, lo Stato o altri enti preposti, come per esempio quelli che gestiscono le autostrade.

Lo stabilisce l'articolo 2051 del Codice Civile, che afferma: "Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito". È un articolo molto generico, vale anche per le strade, e letto velocemente può sembrare che in caso di incidente causato da una buca sia facile ottenere il risarcimento, cosa che in linea di principio è anche giusta, ma non sempre i danni causati da una strada malmessa possono essere risarciti, dipende da vari fattori.

Uno di questi è "nascosto" nella seconda parte della frase: il caso fortuito. Altre situazioni di cui tener conto sono quando la buca è ben visibile e può essere evitata con una guida accorta e la presenza di tratti che, seppur dissestati, sono opportunamente segnalati.

Il caso fortuito è semplice da capire: si ha quando una strada ben conservata subisce un danno imprevedibile, per esempio per un cedimento improvviso del sottosuolo. In casi come questi il gestore non può essere incolpato di incuria, il danno stradale oltre che imprevedibile era anche inevitabile.

Diverso, invece, il caso in cui una strada sia da tempo rovinata e abbandonata, senza segnalazioni, oppure quando non sono state prese le opportune misure che avrebbero potuto evitare un danno prevedibile (per esempio una manutenzione adeguata al tipo di traffico che sopporta quel tratto).

Queste situazioni sono piuttosto facili da inquadrare (anche se non sempre è detta l'ultima parola), ma ce ne sono tante altre difficili da risolvere, ed esistono numerose sentenze favorevoli al gestore e altre al malcapitato motociclista, poiché l'esito dipende non solo dalle circostanze ma anche dall'interpretazione dei giudici.

Vista la varietà dei casi è inutile proporre qualche esempio, potrebbero solo essere fuorvianti. Basti pensare che più sentenze hanno stabilito che se si finisce dentro una buca anche solo ampiamente visibile, oppure le pessime condizioni della strada sono evidenti, o comunque note al cittadino, il gestore di quella strada non può ritenersi responsabile. È chiaro, inoltre, che il concetto di "ampiamente visibile" sia di difficile definizione.

Ora sappiamo a chi rivolgerci per il risarcimento. Abbiamo intuito che non sarà una pratica dall'esito scontato, ma nel malaugurato caso di un danno o una caduta a causa di una strada dissestata senza segnaletica come dobbiamo comportarci per tutelarci al meglio?

L'ultima cosa da fare è prendere la moto, andarsene e sporgere la denuncia in un secondo tempo, ovviamente non avremmo nulla in mano per far valere le nostre ragioni. La prima cosa da fare, invece, è chiamare le autorità. Se si è in una città che si conosce si può chiamare direttamente il numero dei Vigili Urbani addetti al Pronto Intervento Strade; se si è in una strada di cui non si conosce il gestore è possibile chiamare il numero di soccorso generale 112, sarà poi l'operatore a indicare il contatto giusto.

In attesa delle Forze dell'Ordine (Polizia Municipale, Polizia Stradale o Carabinieri), che comunque eseguiranno i rilievi e compileranno il verbale dell'accaduto, è opportuno documentare il fatto, cioè scattare delle fotografie del tratto di strada incriminato, al dettaglio della buca e ai danni subiti dalla nostra moto. In seguito sarà necessario conservare anche il preventivo o la fattura dell'officina.

Una cosa molto utile è trovare dei testimoni, che hanno visto la dinamica del nostro incidente. Per chiedere il risarcimento si procede aprendo una pratica di sinistro ai danni del gestore del tratto stradale compilando una richiesta che va inoltrata (con le classiche procedure delle raccomandate) allegando tutta la documentazione relativa a quanto specificato ora.

In generale se le cause sono chiare, cioè la caduta è dovuta a una buca non visibile (i giudici parlano di "trabocchetto"), il giudizio è favorevole al motociclista, perché sarà il gestore della strada a dover dimostrare il contrario. Per esempio asserendo che la buca è stata causata da un evento imprevedibile, oppure che era ben visibile, che non era così profonda da causare una caduta e che questa è quindi dovuta a imperizia o disattenzione del motociclista.

Se il danno è limitato difficilmente si va in tribunale, in tal caso si arriva a un accordo bonario e l'assicurazione del gestore propone, al massimo, una cifra vicina a quella richiesta (ovviamente se equa). Nei casi più gravi, in cui il motociclista riporta dei danni fisici, i giudici sono propensi a dare ragione al più debole, il motociclista, poiché i gestori sono enti di grosse dimensioni e protetti da (almeno) due assicurazioni.

L'argomento della buona manutenzione delle strade è uno di quelli che non passa mai di moda, una triste realtà cui in passato abbiamo dedicato più di un articolo. Tra i tanti vi linkiamo questo, una sorta di vademecum su come si formano, come evitarle e come segnalarle. È del 2010 ma, ahinoi, ancora attuale.

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