Nella
prima puntata del nostro viaggio che attraversa i 95 anni di storia di BMW attraverso quello che è la immediata interfaccia tra la moto e il pilota, ovvero il cruscotto, abbiamo scoperto come si è evoluta la strumentazione che equipaggia le moto: dall'"orologio" della R 32 al sofisticato display TFT della R 1200 GS.
Nella seconda puntata andiamo a scoprire la strumentazione della R 39, la 250 monocilindrica del 1925.
Anche la R 39, la prima monocilindrica 250 costruita da BMW, ha il tachimetro di serie, una prerogativa che la rende quasi unica nel panorama delle moto in vendita agli inizi degli anni Venti: uno strumento dal fondo bianco che indica la velocità in km/h e un piccolo quadro superiore dove scorrono i km percorsi. Semplice nell’aspetto, di facile lettura per la sua abbondante misura e azionato dall’albero di uscita del cambio.
In quegli anni pioneristici delle due ruote a motore era oggetto di notevole discussione la posizione degli strumenti: la loro posizione sul serbatoio, davanti al tappo di rifornimento, poteva far distogliere lo sguardo dalla strada proprio per dare un’occhiata allo strumento. Si era diffusa la scelta più semplice, quasi ovvia, di collocarli sulla sommità del serbatoio, grazie allo spazio a disposizione e alla solida struttura di supporto, ma una scuola di pensiero ribatteva che la loro presenza diminuiva la capienza del serbatoio stesso (a meno di aumentarne le dimensioni, e contemporaneamente diventare eccessivi e scomodi) a danno dell’autonomia di marcia. Ma spostarli dal serbatoio alla testa della forcella esponeva gli strumenti ai colpi della strada non certo lisce e sempre asfaltate.