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28 February 2003

BMW R 1150 R Rockster

Facciamola "strana"

Estetica



Il momento è propizio. Il successo delle naked è tale che anche la Casa bavarese ha deciso di ampliare la sua offerta in questa categoria. Lo fa con una “bizzarra” R1150 R: grafiche d’effetto, doppio faro asimettrico, nuova posizione di guida e motore boxer a doppia accensione.


Se vi piacciono le moto BMW perché pensate che siano sobrie ed eleganti, probabilmente la nuova Rockster vi farà storcere il naso. Se invece una BMW non l’avete mai avuta proprio perché considerate le moto tedesche troppo “serie”, forse questa versione speciale della R1150R (la seconda maxi-naked più venduta nel 2002 dopo la Honda Hornet 900), è quella che più stuzzica la vostra curiosità.
Gli ingredienti della sua spiccata personalità sono pochi ma ben dosati: verniciatura in nero opaco per serbatoio e codino ed in nero lucido per motore (tranne cilindri e teste) e trasmissione a cardano. Gli adesivi, i  convogliatori d’aria, i cerchi ruota e l’unghia che ripara la strumentazione sono invece in color bronzo (ma in BMW lo definiscono color arancio). La livrea alternativa prevede la stessa base nera ma associata al verde limone. Su tutti gli adesivi manca lo strato di trasparente perciò è lecito domandarsi se intemperie e lavaggi non ne pregiudichino la durata.
La strumentazione, raccolta dietro un “unghia” protettiva, è composta da due strumenti analogici, con contorno cromato,  per tachimetro (a sfondo nero) e contagiri (a sfondo bianco), con le spie di servizio ai lati ed i contakm totale e parziale di tipo tradizionale. Il piccolo display a cristalli liquidi è riservato all’orologio e c’è la spia del check dell’ABS, presente sulla moto in prova.
A differenza della R1150 R da cui deriva, la Rockster non ha il parafango anteriore “rialzato”, è bensì di forma tradizionale, a filo ruota ed in fibra di carbonio.
Altre differenze con la sorella standard riguardano il manubrio che sulla Rockster è più basso, dritto e molto più largo e l’assenza della sella per il passeggero, un “optional” da 160 euro. A 235 euro è invece offerto il kit portaborse/portapacchi (visibile nelle foto) non acquistabile separatamente dalla sella per il passeggero.

Tecnica



La ciclistica prevede telaio a traliccio con motore portante, sospensioni Telelever all’anteriore e monobraccio Paralever al posteriore, regolabili entrambi nell’idraulica in estensione ma solo il monoammortizzatore posteriore nel precarico molla (con un comodo pomello vicino alla pedana sinistra). L’impianto frenante è composto dal doppio disco anteriore da 320 mm con pinze a 4 pistoncini e dal disco posteriore da 276 mm con pinza a due pistoncini. Le tubazioni del freno anteriore sono in treccia metallica.
Altro optional montato sulla moto in prova era il sistema ABS Sport (1.250 euro) che è di tipo servoassistito (riduce lo sforzo alla leva) ed integrale: la leva al manubrio aziona le pinze anteriori e quella posteriore, il pedale del freno agisce solo sul disco posteriore. Si differenzia dal tipo “Integral”, dedicato alle BMW turistiche, proprio per l’indipendenza della frenata anteriore dal pedale del freno posteriore, altrimenti possibile causa d’impaccio nelle situazioni tipiche della condotta sportiva. Il risultato è un assetto molto bilanciato in frenata utilizzando la sola leva del freno anteriore, anche se c’è da dire che gran parte del merito va alla sospensione Telelever anteriore.
Per quanto riguarda il motore, anche la Rockster ha il nuovo propulsore a doppia accensione, denominato 2-Spark che dal 2003 equipaggia tutti i bicilindrici boxer della serie R (1200 C e CL escluse). Sostanzialmente si tratta della stessa unità adottata fino a tutto il 2002: iniezione elettronica, raffreddamento ad aria+olio, distribuzione monoalbero in testa a 4 valvole per cilindro e frizione monodisco a secco. Cambiano le testate, modificate per ospitare la seconda candela ed i coperchi valvole, in magnesio sulla Rockster. La doppia accensione è stata introdotta per migliorare la combustione del carburante (dato l’elevato alesaggio) ed ottenere così emissioni inquinanti più basse, la Rockster infatti rispetta già ora i limiti della futura normativa Euro3.
Invariati i dati di potenza e coppia dichiarati: 85 CV a 6.750 giri/min e 10 kgm a 5.250 giri che alla ruota equivalgono 76,79 CV a 6.500 giri e 9,32 kgm a 5.250. Aggiornamenti anche per il gruppo cambio, sempre a 6 marce ma più leggero di 1 kg. Le modifiche alle geometrie degli ingranaggi lo hanno reso più fluido negli innesti e più silenzioso.

Su strada



Avviamo il motore (per le partenze a freddo c’è lo starter manuale) e veniamo accolti da una tonalità di scarico civilissima e da una rumorosità meccanica limitata al ticchettìo della pompa benzina. I primi chilometri ci permettono di snocciolare le marce e notare subito due cose: l’avvertibile coppia di rovesciamento dei motori trasversali e la migliorata funzionalità del cambio.
Gli innesti sono ora più precisi ma rimane la corsa lunga del pedale e la tendenza all’indurimento degli inserimenti dei rapporti sfruttando gli alti regimi.
La scarsa protezione aerodinamica ed il motore ricco di coppia consigliano di gustare la guida di questa naked bavarese su percorsi tortuosi, né angusti né velocissimi. E’ la guida “rotonda” quella più appagante, con la quale si apprezza la buona maneggevolezza e la sorprendente sensazione di leggerezza, anche nei cambi di direzione e a bassa velocità, nonostante un peso non proprio contenuto (238,4 kg sulla nostra bilancia).
Rispetto alla R1150 R cerchio posteriore e pneumatico sono di maggiori dimensioni: il primo ha canale da 5,5 pollici, il secondo è un 180/55 (in luogo del 170/60). La Rockster scende in piega in maniera omogenea e rassicurante, merito anche delle coperture di primo equipaggiamento, le Metzeler Sportec. Le sospensioni anteriore e posteriore hanno comportamenti opposti: il telelever è perfetto nel copiare ogni minima asperità del terreno mantenendo sempre il contatto della ruota con il suolo; il monoammortizzatore è invece troppo morbido, occorre precaricarlo di un paio di click viaggiando da soli e ancor di più in coppia. Ottimi i freni, potenti e modulabili in qualunque situazione e con uno sforzo alla leva minimo. Sull’asciutto l’intervento dell’ABS è raro ma può capitare che su fondi particolarmente sconnessi o viscidi si abbia la sensazione di allungamento degli spazi di frenata.
La posizione di guida, con il busto appena inclinato in avanti, è comoda; merito della sella ben imbottita e delle pedane alla giusta altezza, almeno per chi non supera i 180 cm di altezza. C’è qualche fastidiosa vibrazione alle pedane intorno ai 4.500 giri. Molto piacevole l’erogazione del motore. Si può riprendere anche da 1.200 giri, con la sesta inserita, sicuri di trovare sempre una risposta pronta e regolare.
Lo testimonia il tempo fatto registrare nella prova di ripresa sulla base dei 400 metri, dove spunta un tempo migliore di tante blasonate concorrenti a 2, 3 e 4 cilindri.

La Rockster costa 12.100 euro, circa 750 più della R1150R, ai quali va aggiunto sicuramente il prezzo, se non del kit portaborse/portapacchi, almeno della sella passeggero. Per i meno alti di statura, la sella ribassata è offerta senza sovrapprezzo.
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