Estetica
Il momento è propizio. Il successo delle naked è tale che anche la Casa
bavarese ha deciso di ampliare la sua offerta in questa categoria. Lo fa
con una “bizzarra” R1150 R: grafiche d’effetto, doppio faro
asimettrico,
nuova posizione di guida e motore boxer a doppia accensione.
Se vi piacciono le moto BMW perché pensate che siano sobrie ed eleganti,
probabilmente la nuova Rockster vi farà storcere il naso. Se
invece
una BMW non l’avete mai avuta proprio perché considerate le moto tedesche
troppo “serie”, forse questa versione speciale della
R1150R (la
seconda maxi-naked più venduta nel 2002 dopo la Honda Hornet 900), è quella
che più stuzzica la vostra curiosità.
Gli ingredienti della sua spiccata personalità sono pochi ma
ben
dosati: verniciatura in nero opaco per serbatoio e codino ed in
nero lucido per motore (tranne cilindri e teste) e trasmissione a cardano.
Gli adesivi, i convogliatori d’aria, i cerchi ruota
e l’unghia che ripara la strumentazione sono invece in color bronzo
(ma in BMW lo definiscono color arancio). La livrea alternativa
prevede la stessa base nera ma associata al verde limone. Su tutti
gli adesivi manca lo strato di trasparente perciò è lecito domandarsi se
intemperie e lavaggi non ne pregiudichino la durata.
La strumentazione, raccolta dietro un “unghia”
protettiva,
è composta da due strumenti analogici, con contorno cromato, per
tachimetro (a sfondo nero) e contagiri (a sfondo bianco), con le spie di
servizio ai lati ed i contakm totale e parziale di tipo tradizionale.
Il piccolo display a cristalli liquidi è riservato all’orologio
e c’è la spia del check dell’ABS, presente sulla moto in prova.
A differenza della R1150 R da cui deriva, la Rockster non ha il
parafango anteriore “rialzato”, è bensì di forma
tradizionale,
a filo ruota ed in fibra di carbonio.
Altre differenze con la sorella standard riguardano il manubrio che
sulla Rockster è più basso, dritto e molto più largo
e l’assenza della sella per il passeggero, un
“optional” da 160
euro. A 235 euro è invece offerto il kit portaborse/portapacchi (visibile
nelle foto) non acquistabile separatamente dalla sella per il passeggero.
Tecnica
La ciclistica prevede telaio a traliccio con motore portante,
sospensioni
Telelever all’anteriore e monobraccio Paralever
al posteriore,
regolabili entrambi nell’idraulica in estensione
ma solo
il monoammortizzatore posteriore nel precarico molla (con un comodo
pomello vicino alla pedana sinistra). L’impianto frenante è composto dal
doppio disco anteriore da 320 mm con pinze a 4 pistoncini
e dal disco posteriore da 276 mm con pinza a due pistoncini.
Le tubazioni del freno anteriore sono in treccia metallica.
Altro optional montato sulla moto in prova era il sistema ABS Sport
(1.250 euro) che è di tipo servoassistito (riduce lo sforzo alla
leva) ed integrale: la leva al manubrio aziona le pinze anteriori
e quella posteriore, il pedale del freno agisce solo sul disco posteriore.
Si differenzia dal tipo “Integral”, dedicato alle BMW turistiche,
proprio
per l’indipendenza della frenata anteriore dal pedale del freno
posteriore,
altrimenti possibile causa d’impaccio nelle situazioni tipiche della
condotta
sportiva. Il risultato è un assetto molto bilanciato in frenata
utilizzando la sola leva del freno anteriore, anche se c’è da dire che
gran parte del merito va alla sospensione Telelever anteriore.
Per quanto riguarda il motore, anche la Rockster ha il nuovo propulsore
a doppia accensione, denominato 2-Spark che dal 2003 equipaggia
tutti i bicilindrici boxer della serie R (1200 C e CL escluse).
Sostanzialmente si tratta della stessa unità adottata fino a tutto il 2002:
iniezione elettronica, raffreddamento ad aria+olio, distribuzione
monoalbero in testa a 4 valvole per cilindro e frizione monodisco
a secco. Cambiano le testate, modificate per ospitare la seconda candela
ed i coperchi valvole, in magnesio sulla Rockster. La doppia accensione
è stata introdotta per migliorare la combustione del carburante
(dato l’elevato alesaggio) ed ottenere così emissioni inquinanti più
basse, la Rockster infatti rispetta già ora i limiti della futura normativa
Euro3.
Invariati i dati di potenza e coppia dichiarati: 85 CV a 6.750 giri/min
e 10 kgm a 5.250 giri che alla ruota equivalgono 76,79
CV a 6.500 giri e 9,32 kgm a 5.250. Aggiornamenti anche per
il gruppo cambio, sempre a 6 marce ma più leggero
di 1 kg. Le modifiche alle geometrie degli ingranaggi lo hanno reso più
fluido negli innesti e più silenzioso.
Su strada
Avviamo il motore (per le partenze a freddo c’è lo starter
manuale)
e veniamo accolti da una tonalità di scarico civilissima e da
una
rumorosità meccanica limitata al ticchettìo della pompa
benzina.
I primi chilometri ci permettono di snocciolare le marce e notare subito
due cose: l’avvertibile coppia di rovesciamento dei
motori trasversali
e la migliorata funzionalità del cambio.
Gli innesti sono ora più precisi ma rimane la corsa lunga del pedale
e la tendenza all’indurimento degli inserimenti dei rapporti
sfruttando
gli alti regimi.
La scarsa protezione aerodinamica ed il motore ricco di coppia
consigliano di gustare la guida di questa naked bavarese su percorsi
tortuosi, né angusti né velocissimi. E’ la guida
“rotonda” quella
più appagante, con la quale si apprezza la buona maneggevolezza
e la sorprendente sensazione di leggerezza, anche nei cambi di direzione
e a bassa velocità, nonostante un peso non proprio contenuto (238,4
kg sulla nostra bilancia).
Rispetto alla R1150 R cerchio posteriore e pneumatico sono di maggiori
dimensioni: il primo ha canale da 5,5 pollici, il secondo è un 180/55
(in luogo del 170/60). La Rockster scende in piega in maniera omogenea
e rassicurante, merito anche delle coperture di primo equipaggiamento,
le Metzeler Sportec. Le sospensioni anteriore e posteriore hanno
comportamenti opposti: il telelever è perfetto nel copiare ogni
minima asperità del terreno mantenendo sempre il contatto della ruota con
il suolo; il monoammortizzatore è invece troppo morbido, occorre
precaricarlo di un paio di click viaggiando da soli e ancor di più in coppia.
Ottimi i freni, potenti e modulabili in qualunque situazione
e con uno sforzo alla leva minimo. Sull’asciutto l’intervento
dell’ABS
è raro ma può capitare che su fondi particolarmente sconnessi o
viscidi si abbia la sensazione di allungamento degli spazi di frenata.
La posizione di guida, con il busto appena inclinato in avanti,
è comoda; merito della sella ben imbottita e delle pedane
alla giusta altezza, almeno per chi non supera i 180 cm di altezza.
C’è qualche fastidiosa vibrazione alle pedane intorno ai 4.500
giri. Molto piacevole l’erogazione del motore. Si può riprendere
anche da 1.200 giri, con la sesta inserita, sicuri di trovare sempre
una risposta pronta e regolare.
Lo testimonia il tempo fatto registrare nella prova di ripresa sulla
base dei 400 metri, dove spunta un tempo migliore di tante blasonate
concorrenti a 2, 3 e 4 cilindri.
La Rockster costa 12.100 euro, circa 750 più della R1150R, ai quali
va aggiunto sicuramente il prezzo, se non del kit portaborse/portapacchi,
almeno della sella passeggero. Per i meno alti di statura, la sella
ribassata è offerta senza sovrapprezzo.
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