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BMW GS Academy: quant’è duro l’enduro

Un residuo di anima off road ce l’hanno ancora, le endurone, tutto sta nel saperla sfruttare. Per imparare ci sono i corsi, come quello organizzato da BMW. Abbiamo mandato un nostro “allievo” con zero esperienza di fuoristrada

Bmw gs academy: quant’è duro l’enduro

Gli ultimi anni hanno visto il mercato delle due ruote dominato dalle “endurone” (e da una in particolare, come tutti sanno…), acquisto dettato dalla voglia di poter disporre di un mezzo più versatile e comodo per sé e per l’eventuale “zavorrina”, o di una tuttofare adatta al tragitto casa/ufficio così come, con valigeria al seguito, a viaggi più lunghi. Il 90% degli acquirenti di questo tipo di moto le utilizza prevalentemente su asfalto e poco o nulla sa della specialità “enduro”. Abbiamo inviato un nostro collaboratore, stradista puro e pistaiolo quando capita, al corso di enduro organizzato da BMW Motorrad GS Academy e capitanato da Beppe Gualini. Nelle splendide campagne della Toscana, con tutta la gamma GS in dotazione, è una situazione ideale per capire quali siano le principali difficoltà nel passare dalla sella di una carenata a quella di una “cavallona” da enduro, e quale sia l’impatto, psicologico e fisico, insito nell’imparare una nuova tecnica di guida.

 

ALLORA DEVO IMPARARE TUTTO DI NUOVO?

Che la guida in fuoristrada sia, in termini di cinetica del corpo, l’esatto opposto di quella stradale, si sapeva.  Nell’enduro si guida sempre in piedi, tranne nei trasferimenti rilassati. Per curvare a destra ci si butta con schiena, e fondoschiena, a sinistra, e viceversa. Questi i cardini. Il punto è: come adattarsi velocemente a una tale violenza ai propri istinti e automatismi? Non esiste una regola e certo è che l’impegno fisico sarà notevole, specie se si devono affrontare diversi esercizi in sella a bestione di 250 kg. Per fortuna, nel caso del nostro collaboratore, vi sono alcuni fattori che hanno aiutato il rapido apprendimento dei concetti di base: la professionalità degli istruttori Motorrad, la cornice splendida e il divertimento insito nell’avere a disposizione distese chilometriche e diversificate di terreno mai uguale e sempre da scoprire (guardate la gallery).

 

CI VUOLE IL FISICO

Il corso intensivo, di due giornate, è suddiviso in lezioni teoriche seguite da una serie di impegnativi esercizi, svolti in aree attrezzate e che simulano le diverse situazioni tipiche di un’uscita “seria”. Per chi proviene dalla guida stradale, e non è più giovanissimo, vi sono poi da mettere in conto anche le fisiologiche tensioni muscolari dovute all’inesperienza e alla conseguente mancanza di rilassatezza. Complici anche il caldo eccezionale e l’impossibilità di prendersi i propri tempi, l’esperienza si rivela abbastanza dura, anche per chi, come il nostro, è relativamente allenato e in buona forma fisica.

 

GLI ESERCIZI

L’obiettivo principale di questo e altri corsi simili è quello di fornire all’utente le capacità di base per potersi avvicinare all’enduro, simulando una serie di situazioni tipo attraverso terreni appositamente preparati: si passa da percorsi sul cosiddetto “fettucciato”, quindi curve strette e contropendenze a non finire su ghiaia, fango e terra secca, all’attraversamento della “trave”, che simula il passaggio su uno stretto ponticello, per poi provare il percorso sui tronchi, sia in salita, sia in discesa, o il superamento del “canale”, cioè una vera e propria trappola di ghiaia, un binario in cui le ruote si incastrano e che bisogna affrontare in velocità (molte vittime). Questi e altri scenari preparano i partecipanti al giro lungo dell’ultimo giorno, che in pratica riassume, in modo più divertente e continuo, tutte le situazioni descritte. Comprese situazioni di emergenza e relative soluzioni (come lo stop d’emergenza in pendenza, e quando si parla di pendenza, si parla di oltre 60%). Certo, affrontarle in modalità libera e su un percorso reale, compresi i fisiologici rischi, è ben altra soddisfazione. 

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