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Ben Spies: la carriera di un talento vero

3 titoli AMA SBK consecutivi, Campione del Mondo Superbike all’esordio, Rookie of the Year in MotoGP. Poi gli infortuni e infine il ritiro. Ripercorriamo la storia di “Texas Terror”, anche con una bella gallery

Ben spies: la carriera di un talento vero

Ha annunciato il ritiro pochi giorni fa, Ben Spies, e la notizia è scivolata via senza troppo clamore. Mi è spiaciuto. Mi è spiaciuto molto che l’addio alle corse di un pilota così talentuoso sia arrivato e passato così, in sordina. Probabilmente era da ingenui aspettarsi il contrario - questo mondo ha la memoria breve e occhi solo per chi sale sul podio - ma comunque la cosa mi ha rattristato. Per cui voglio ricordarmi, e ricordarvi, chi è Ben Spies, 29 anni, dagli Stati Uniti d’America (anche con tante belle foto in gallery).

 

FULL GAS DA SEMPRE

Come molti piloti, sale in moto giovanissimo: a 4 anni è già sul cross e di lì a poco inizia a gareggiare. Nel fuoristrada all’inizio, poi nelle gare di velocità. I primi risultati di spicco arrivano nel 1998, a 14 anni, quando si classifica secondo nel campionato nazionale WERA su una Honda GP 125 - l’anno seguente, sulla stessa moto, è terzo. Nel 2000 approda al campionato AMA, il più importante negli Stati Uniti, e da qui in avanti, per quasi un decennio, la sua storia sarà legata a Suzuki, e in particolare alle GSX-R. La prima stagione da professionista lo vede concludere al nono posto nella categoria 750 cc, risultato che gli vale la conquista dell’AMA Horizon Award, premio destinato ai giovani emergenti. L’anno seguente arriva la prima vittoria, al Pikes Peak International Raceway. Per il primo titolo Ben deve invece aspettare il 2003 quando, grazie a 5 vittorie su 10 gare più altri piazzamenti, diventa campione della categoria Formula Extreme, con la GSX-R 1000.

 

IL TALENTO ESPLODE

Nel 2005 è la stella nascente della classe più competitiva: secondo classificato nella Superbike, con 14 podi su 17 gare. L’anno seguente gli vale la consacrazione definitiva: diventa campione SBK. Soprattutto, diventa campione SBK davanti al plurititolato Matt Mladin. E non è un fuoco di paglia. Spies si ripete nel 2007, vincendo contemporaneamente anche il titolo Superstock. E fa tripletta nel 2008, diventando il quarto pilota nella storia AMA a vincere tre titoli consecutivi e siglando il record del 90% delle gare finite a podio. Il 2008 è un anno importante per Ben; è l’anno in cui si fa conoscere a livello mondiale. In sella alla Suzuki GSV-R fa tre wild-card in MotoGP - Donington, Laguna Seca, Indianapolis - facendo un’ottima impressione. Addirittura a Indianapolis ottiene un sesto posto finale (primo delle Suzuki), arrivando in scia a Stoner e Dovizioso.

 

DOMINATORE NEL MONDIALE SBK

Il suo passaggio in MotoGP con Suzuki sembra scontato per il 2009, ma è invece Yamaha ad aggiudicarselo per la stagione, e Ben finisce in sella alla R1 nel campionato mondiale SBK.

Durante i test invernali mette subito tutti sull’attenti con tempi impressionanti, per poi correre una stagione da protagonista. 14 gare vinte e sacco di podi gli consegnano il titolo di campione del mondo SBK, con un margine di 6 punti su Noriyuki Haga. Dopo questa clamorosa toccata e fuga è ora di MotoGP. Nel 2010 Ben veste la casacca del team privato Yamaha Tech 3. Durante la stagione raccoglie due podi, uno a Silverstone (terzo) e uno a Indianapolis (secondo) oltre a parecchi piazzamenti importanti in qualifica (è sua la pole a Indianapolis). Diventa Rookie of the Year (esordiente dell’anno) e con il sesto posto nella classifica finale, è il primo dei “privati”.

 

SFORTUNATA COMPARSA IN MOTOGP

Nel 2011 guadagna i galloni di pilota ufficiale in seno allo Yamaha Factory Team. È il compagno di squadra di Jorge Lorenzo. I podi durante la stagione salgono a 4, con una vittoria, la prima in MotoGP  - è terzo al Montmelò, primo ad Assen, terzo ad Indianapolis e secondo a Valencia. Finisce quinto in classifica generale, guadagnando un altro anno di fiducia nel team ufficiale Yamaha. Siamo al 2012. I cataclismi annunciati dai Maya lasciano in pace il genere umano, ma la malasorte si accanisce con Ben. Rompe il telaietto posteriore della sua M1, ha ripetutamente gravi problemi di gomme, rompe un forcellone, ha problemi con una visiera, poi un’intossicazione alimentare. L’episodio più grave, tuttavia, è il violento high-side a Sepang, in seguito al quale si lesiona gravemente la spalla. Ben è costretto a interrompere la sua stagione. Riesce comunque ad aggiudicarsi un posto in sella alla Ducati del Team Pramac per il 2013. Passa l’inverno. Arriva il nuovo anno, e con lui i test precampionato. Ben sale in sella, ma la spalla gli fa male, un male cane.  “È come se un coltello mi attraversasse la carne”, dichiara in un’intervista. Stringe i denti. Corre. Insegue il suo sogno. Poi un giorno si sveglia, e si rende conto che, con quella spalla, il suo sogno è finito. 

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