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Assicurazione: rincari in arrivo fino al +55%

Due norme minacciano i motociclisti: l’abolizione della sospensione dell’RC da una parte e la richiesta di estensione del risarcimento diretto dall’altra. Insieme farebbero lievitare i costi delle polizze RC del 55%

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Per quanto riguarda le polizze di assicurazione RC moto potrebbero essere in arrivo un paio di belle bastonate: l’abolizione della possibilità di sospensione dell’RC e una norma sul risarcimento diretto che farebbe lievitare il costo delle polizze della metà dei motociclisti italiani. Anche se, ancora, non tutto è deciso. Andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa comportano le misure previste, partendo dalla più vicina in ordine di tempo, cioè l’estensione del risarcimento diretto a tutte le compagnie operanti in Italia, previsto dall’articolo 7 del Disegno di legge Concorrenza, predisposto dal Governo e in via di discussione alle Camere proprio in questi giorni (anche se non è da escludere uno slittamento a causa dell’avvio dell’iter parlamentare della legge di Bilancio).

Il risarcimento diretto è obbligatorio per le compagnie italiane, mentre non lo è per quelle europee operanti nel nostro Paese, che assicurano quasi la metà dei motociclisti. Questo meccanismo consente di ricevere i soldi spettanti per un incidente con ragione dalla propria assicurazione e permette di accelerare i tempi del risarcimento. La norma prevista dal Ddl Concorrenza prevede l’estensione del risarcimento diretto a tutte le compagnie che offrono polizze di Responsabilità Civile in Italia. Peccato che per il modo in cui è strutturata la “Convenzione Card” tra le assicurazioni (vedi ultima pagina di questo articolo), questa procedura è economicamente svantaggiosa solo per le moto, quindi le polizze sono mediamente più costose. La possibilità di stipulare con compagnie europee che non aderiscono al risarcimento diretto permette ai motociclisti di risparmiare e “costringe” anche le assicurazioni italiane a mantenere calmierati propri prezzi.

Secondo un rilevamento su oltre 120.000 polizze del centro studi di Facile.it, comparatore e intermediatore assicurativo, il 46% dei motociclisti ha optato per una compagnia che non aderisce alla convenzione sul risarcimento diretto. Questo significa circa 2 milioni di utenti che potrebbero vedere il prezzo della propria polizza schizzare verso l’alto del 22%, cioè la differenza media di prezzo tra un contratto Card e uno No Card. Se consideriamo che l’RC media di un motociclista è appena sotto i 200 euro, parliamo di qualcosa come 80 milioni di euro extra che passeranno dalle tasche dei motociclisti a quelle delle compagnie assicurative.

Il secondo assalto assicurativo alla categoria dei motociclisti arriva dall’Europa. Il Parlamento Ue ha emanato una direttiva, che dovrà poi essere approvata dal Consiglio europeo e ratificata entro due anni dai vari Stati, che non consentirà più di bloccare temporaneamente l’RC, pratica molto frequente tra i motociclisti nei mesi invernali. A meno che il veicolo non sia messo “nell’impossibilità di circolare”, cioè per esempio con le ruote o il motore smontati. La direttiva prevede che tutti i veicoli in grado di circolare siano sempre assicurati, anche in caso di sosta in aree private (sulla pubblica via è già obbligatorio, anche nel caso non si utilizzi la moto).

Sappiamo che il 20% degli assicurati sospende la polizza per un periodo medio di 166 giorni (cinque mesi e mezzo). Nel nord Italia questa percentuale raggiunge punte di oltre il 30%. Tale provvedimento comporterebbe un mancato risparmio medio di 65 euro per ogni motociclista che solitamente sospendeva la polizza per un semestre: altri 52 milioni di euro che prendono la via delle compagnie assicurative. Senza contare le moto ferme nei box a tempo indeterminato: non sono pochi i motociclisti che conservano nel box la moto di quando erano giovani, per esempio. E quelle sono tutte polizze da aprire ex-novo: il provvedimento causerà sicuramente un’impennata nelle rottamazioni. Perché una cosa è pagare poche decine di euro di bollo, un’altra aggiungerci 200 euro all’anno di assicurazione.

Il provvedimento discende da una sentenza della Corte europea del 2018: una signora portoghese aveva lasciato la sua auto in box senza assicurazione, visto che per motivi di salute non poteva guidare. Il figlio aveva preso l’auto all’insaputa della donna e provocato un incidente in cui perse la vita insieme ad altre due persone. Il fondo di garanzia del Paese lusitano aveva risarcito i parenti delle due vittime, cercando poi di rifarsi sull’intestataria dell’auto, che si era opposta, visto che non era a conoscenza dell’utilizzo da parte del figlio. Di ricorso in ricorso la questione è arrivata all’alta corte che ha stabilito un’interpretazione restrittiva delle varie norme, attribuendo la responsabilità di casi come questo al proprietario del veicolo. Da qui, la scelta del parlamento europeo di intervenire legislativamente. È curioso, però, come un caso di responsabilità personale finisca per ricadere sulla collettività dei motociclisti. È come se tutti i cinofili fossero obbligati a stipulare un’assicurazione perché un cane scappato da un giardino ha aggredito un passante. Possiamo immaginare che le lobby delle assicurazioni abbiano visto questo provvedimento di buon occhio… Da qui a due anni, qualora entrambi questi provvedimenti vedessero la luce così come sono prospettati, un motociclista potrebbe trovarsi a spendere 105 euro in più per una polizza RC, che oggi ha un costo medio di 195 euro: un’impennata vicina al 55%! E qualcosa come 132 milioni di euro extra per le Compagnie.

La Convenzione Card regolamenta il risarcimento diretto, che consente all’assicurato di ricevere quanto gli spetta per un incidente con ragione dalla propria compagnia, invece che aspettare i tempi di quella della controparte. Le “No Card” hanno quindi costi inferiori, a fronte di attese per il risarcimento più lunghe. Ecco come funziona un risarcimento tra assicurazioni Card: la compagnia “A” del guidatore che ha ragione gli pagherà tutti i danni. Dalla compagnia “B” del responsabile, però, la “A” riceverà non l’ammontare esatto, ma un forfait, stabilito ogni anno sulla base di numerosi parametri e calcoli complessi. Il sistema funziona e le assicurazioni, a fronte di un’importante semplificazione contabile, non ci perdono. Questo meccanismo non crea alcun problema tra veicoli della stessa categoria: auto e auto, moto e moto e camion e camion. I problemi emergono quando l’incidente avviene tra veicoli diversi: il motociclista che ha ragione viene risarcito al 100% dalla propria assicurazione, che – a sua volta – riceve il “forfait moto”, che ammonta a poco più di 1.200 euro (qui si parla di incidenti lievi, quelli gravi sono esclusi dal risarcimento diretto). I veicoli più favoriti da questo sistema sono i camion: ipotizzate un sinistro (lieve) moto-camion, un Tir che schiaccia una moto ferma dal benzinaio. Il motociclista riceve diverse migliaia di euro dalla propria assicurazione che, a sua volta, riceve in cambio il forfait moto. Quindi assicurare moto è svantaggioso, di conseguenza le polizza costano di più. Secondo uno studio dell’università LUISS di Roma, per riequilibrare il sistema sarebbe sufficiente, lasciando in vigore l’indennizzo diretto, risarcire a piè di lista i soli sinistri che coinvolgono una moto, lasciando in vigore il forfait per le altre categorie di veicoli. 105 euro in più Tra poco più
di due anni ogni motociclista potrebbe trovarsi a sborsare 105 euro extra ogni anno, il costo stimato dei due provvedimenti per ciascun motociclista.

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