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Long Test, 50.000 km con la Yamaha Tracer: il punto dopo 25.000 km

A metà strada del nostro test di durata è successo qualcosa che nessuno di noi avrebbe mai saputo pronosticare: la Tracer ha guadagnato quasi 5 CV di potenza! E non si è ancora resa necessaria la sostituzione di pastiglie e trasmissione finale
Che le moto giapponesi siano affidabili è cosa nota. Un conto però sono le chiacchiere da bar, altro discorso invece è passare i severi controlli del Centro Prove di Motociclismo. Ebbene, al traguardo dei 25.000 km del nostro Long Test non è più possibile nascondere il nostro stupore di fronte a una moto – la Yamaha Tracer - che pur costando meno di 10.000 euro dimostra una qualità costruttiva davvero elevata. Non a caso ha percorso questa distanza senza il bisogno di cambiare catena, corona, pignone e pastiglie. Non si è reso necessario neppure un solo millilitro di rabbocco olio motore. Addirittura il tre cilindri Yamaha ha guadagnato quasi il 5% della potenza e della coppia: che cosa si può chiedere di più alla nostra Tracer? 

Si dirà, a ragione, che 25.000 chilometri sono tutto sommato pochi per tirare qualsiasi conclusione, e che può ancora succedere di tutto (qui una gallery del Long Test finora). Ma al di là di tre candele serrate male nel corso del secondo tagliando dei 20.000 km e nonostante la trasmissione finale inizi ad accusare i primi segni di affaticamento, si può ben dire che tutto procede alla grande (cliccate sui link per i report dei 5.000 e 10.000 km). Anche dal punto di vista “mediatico”: il Long Test infatti è uno degli argomenti di maggiore interesse per i nostri lettori, e questa grande attenzione intorno alla nostra prova di durata ci ha convinto a raddoppiare gli sforzi e gli investimenti. Proprio in questi giorni il nostro Alfredo Rota - seguitelo qui e anche sui suoi social network: in fondo all’articolo i riferimenti - sta macinando chilometri con la Honda Africa Twin (sul prossimo numero di Motociclismo vi daremo i primi riscontri strumentali, intanto ecco qualche foto dal profilo Instagram di Rota). 
 
Ma torniamo in casa Yamaha. Tra le altre note positive di questi primi mesi di (duro) lavoro segnaliamo che non è stato necessario alcun rabbocco del liquido refrigerante e di quello dei freni. Ma la sorpresa più grande sono le gomme. Le Metzeler Roadtec 01 e le “attuali” M7RR non ci hanno incantato solo per il loro eccellente rendimento sia su bagnato (forse meglio le prime) sia su asciutto (probabilmente meglio le seconde). La caratteristica più stupefacente e anche inaspettata è la loro resa chilometrica. Con le Roadtec 01 siamo arrivati al traguardo degli 11.500 km con ampio margine. Con le M7RR avevamo in programma di alzare l’asticella a 15.000 km, ma la tentazione di provare a raggiungere i 20.000 km è troppo forte. Voi nel frattempo continuate a seguirci sia su web sia su carta, anche perché prima di quanto possiate immaginare a finire sotto torchio sarà il turno di una BMW col Boxer...

1 CV ogni 5.000 km

La Tracer guadagna circa l'1% di potenza e coppia a ogni nostra verifica al banco prova (ne faremo dieci, una ogni 5.000 km).  Ma quando inizierà la fase calante? Questo lo scopriremo solo nella seconda metà del nostro Long Test, anche se a arrivati questo punto è possibile che il tre cilindri Yamaha faccia quello che nessun altro poteva immaginare: migliorarsi di continuo! Al momento l'unica nota dolente è l'erogazione seghettata ai bassi regimi per effetto di alcune maglie della catena un po' usurate.

COME SEGUIRE IL LONG TEST

Per tutti i dettagli, i numeri, i confronti, gli inconvenienti, non perdetevi Motociclismo di aprile e non dimenticate di seguire la prova sul nostro sito. Ricordate inoltre che il nostro tester è sempre rintracciabile comodamente seduti da casa attraverso i Social. Ecco gli hashtag
  • #longtest
  • #cimettolatesta
  • #taketheroad
  • #daineseAirbag
  • #shoeiitalia
  • #metzeler
  • #yamahamotor
  • #yamahatracer
 
Oltre che sui canali web di Motociclismo, le foto saranno pubblicate da Alfredo Rota anche sui profili personali di Alfredo Rota:
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