L’edizione 2016 sarà l’ottava in territorio Sudamericano: i Paesi interessati sono solamente Argentina e Bolivia, visto il forzato forfait del Perù e la “bocciatura” del Cile. Il direttore della Dakar, Etienne Lavigne, ha dichiarato che “
si tratterà di un grande viaggio ed una fantastica avventura, che ricorderanno le sue origini”. Parole condivise dal
neo-direttore di gara Marc Coma, il quale sottolinea il fatto che ci saranno ben 2 tappe marathon: nella prima (6 gennaio, San Salvador de Jujury - San Salvador de Jujury) non sarà consentito ai piloti lavorare sulle moto, mentre nella seconda (12 gennaio, Belén – Belén) si tornerà alla “versione classica”, secondo la quale è consentito ai soli piloti di lavorare sui mezzi da gara.
Secondo gli organizzatori, il 13 gennaio potrebbe essere la giornata dove si decideranno le sorti della sfida: i piloti (di moto, di auto e di camion) dovranno affrontare le innumerevoli insidie delle dune di Fiambalà. Il giorno di riposo è prefissato per il 10 gennaio, poco dopo aver portato a termine il 50% della corsa. La lunga maratona inizierà e terminerà in Argentina, anche se la Bolivia giocherà un ruolo determinante nello sviluppo della gara. Si passerà dai 4 ai 45°C, passando per dune, montagne e guadi. Chiunque riuscirà a sopravvivere a tutto ciò, avrà la fortuna di vedere la bandiera a scacchi di Rosario, la terza città più grande dell’Argentina.
Ricordiamo che nella categoria "
mallle moto" (quella in cui i piloti fanno tutto da soli, assistenza compresa) con una Yamaha WR450 pre 2016 corre Francesco Catanese, tester di Motociclismo e Motociclismo FUORIstrada. Il "Catano" torna alla Dakar dopo la
disavventura dello scorso anno: in bocca al lupo (non perdetevi il suo articolo du
Motociclismo di dicembre, in cui presenta la sua nuova sfida).