Sym Joymax 250 f.i.

Visione europea

Com'è fatto




Tanta sostanza e pochi difetti. Con questo scooter il costruttore taiwanese fa il salto di qualità. Ha tanti utili accessori (tra cui i fari fendinebbia). La guida è facile e piacevole. Vendita e assistenza sono curati direttamente dalla filiale italiana

SYM, dopo Kymco, è la seconda marca di Taiwan arrivato in Italia e in Europa. Mentre però la prima ha avuto la fortuna di trovare subito un importatore radicato sul territorio, la SYM non ha avuto finora una presenza capillare e non è riuscita a dare la giusta visibilità ai suoi prodotti. Ma dall’anno scorso la Sanyang, proprietaria del marchio, si è impegnata in prima persona e ha istituito la sua filiale italiana.

Il nuovo Joymax 250 ha una linea personale ma senza troppi fronzoli, cura costruttiva, abitabilità, prestazioni sono all’altezza dei diretti concorrenti giapponesi e italiani. Il tutto con un prezzo conveniente: 3.610 euro chiavi in mano (da 800 a 1500 euro circa meno dei concorrenti più accreditati).

Il motore è costruito direttamente: un moderno monocilindrico 4 tempi con distribuzione monoalbero in testa a 4 valvole, cilindro con riporto ceramico, raffreddamento a liquido, omologazione Euro 2.

Le sue prestazioni sono allineate a quelle dei concorrenti europei e nipponici (poco più di 15 CV alla ruota). Il funzionamento è rotondo e soprattutto ha un consumo molto contenuto: 20,9 km con un litro in città, 25 circa fuori, senza usare troppi riguardi. Ottima anche la sintonia con la trasmissione, pronta nello spunto e ben calibrata con l’erogazione della coppia. L’unica perplessità viene dagli intervalli di manutenzione: 3.000 km contro i 6/10.000 della concorrenza nipponica e italiana.

Scooter a posto

Il telaio ha una rigidezza all’altezza dei migliori ed è ben coadiuvato da sospensioni rigide quanto serve: la forcella va molto bene, meglio di molte altre (parlando di elementi tradizionali, cioè con una sola piastra di sterzo).
I due ammortizzatori posteriori invece sono evidentemente pensati per l’uso in coppia, poiché con una persona soltanto in selle la risposta sulle buche è piuttosto violenta (peraltro questo è un problema comune a quasi tutti i maxi a ruote basse).

Comodi in due

L’abitabilità è più che sufficiente per due persone e si può contare anche sulla capacità di carico più che discreta, grazie all’ampio vano sotto la sella (con due ripostigli interni per riporre oggetti molto piccoli) e un cassetto con chiave nello scudo abbastanza ampio e dotato di presa di corrente a 12 V.
A destra della strumentazione c’è poi un minuscolo ripostiglio con apertura a scatto dove riporre il tagliando dell’autostrada o il cellulare. Peccato manchi il portapacchi posteriore.

Scooter antinebbia

Caratteristica più unica che rara, è data dai fari antinebbia sotto gli indicatori di direzione anteriori.
Provati con una banale foschia, ci è parso che illuminassero una parte di strada troppo vicina allo scooter stesso. Può darsi che la cosa fosse dovuta a una cattiva regolazione, visto che anche il fascio di luce di anabbagliante e abbagliante non era granché ampio. Molto buona invece la luminosità, perciò una volta regolata a dovere l’inclinazione dovrebbe essere ottima.
C’è poi l’hazard, che ha la particolarità di restare acceso anche senza chiave di contatto.

Ottima la strumentazione per completezza, leggibilità (le spie sono piccole ma molto potenti, l’illuminazione chiara) e, una volta tanto, precisione (soprattutto dell’indicatore della benzina). Peccato per la posizione del bocchettone di rifornimento carburante nel tunnel centrale. Richiede un’attenzione eccessiva per fare il pieno al capiente serbatoio (12 litri dichiarati): per evitare di lasciarlo mezzo vuoto o di rovesciare la benzina, si deve tenere un po’ sollevata la pistola e controllare a vista il carburante. In mezzo a tanti accessori una nota stonata per la praticità è l’apertura della sella con una serratura separata, una rarità ormai su scooter di questa categoria.

Come va





Tenuta di strada e stabilità sono due pregi sicuri del Joymax 250, che segue la traiettoria impostata senza alcuna esitazione anche nelle curve affrontate alla massima velocità. Merito anche della posizione di guida e della protezione aerodinamica che non costringono ad attaccarsi al manubrio.

La scelta delle ruote da 13" ci trova del tutto d’accordo perché ci sembrano il giusto compromesso tra stabilità e maneggevolezza. Volendo cercare il pelo nell’uovo, avremmo preferito un paio di gradi in più di sterzata, per avere il massimo della manovrabilità nel peggiore traffico urbano. Al proposito, gli specchi retrovisori (ripiegabili) pagano con un certo ingombro una visibilità superiore alla media.

Il Joymax 250 è molto facile da guidare, ha comandi dolci (finalmente uno scooter con una manetta del gas dall’escursione non eccessiva!) e non va in crisi nelle manovre di emergenza, dove resta sempre stabile.

Grazie alla frenata integrale si può pinzare con decisione sulla leva sinistra anche in piega senza scompensare l’assetto: la tendenza a raddrizzare è del tutto gestibile anche da chi sia alle prime armi. Fondamentale il contributo dei pneumatici di primo equipaggiamento, i classici Maxxis 110/90-13 anteriore e 130/70-13 posteriore.

In tema di comfort, se le sospensioni hanno una taratura che privilegia la tenuta di strada, la sella è comunque ben imbottita per pilota e passeggero, con quest’ultimo che ha anche pedane ben distanti dal piano di seduta e un ampio maniglione cui affrancarsi. Da notare che le pedane per il trasportato sono uno dei tanti gadget che fanno di questo Joymax un superdotato di serie: si aprono infatti premendo un pulsante posto sullo snodo (che sul nostro esemplare era peraltro molto duro).

Il banco





Dalle curve di potenza e coppia emerge un comportamento classico da motore scooteristico per questo 4 valvole.
L’erogazione della potenza è assolutamente progressiva, più tormentata la coppia ma costante sopra 1,5 kgm.

In sintesi





LA SCHEDA

Motore
: a 4 tempi, monocilindrico, alesaggio per corsa 71x63,3 mm, cilindrata 250,6 cc, rapporto di compressione 10,5:1 distribuzione monoalbero a camme in testa con comando a catena, 4 valvole per cilindro, lubrificazione forzata a vaporizzazione, raffreddamento a liquido, potenza max 20,95 CV (15,4 kW) a 7.500 giri, coppia max , 2,20 kgm (21,6 Nm) a 6.500 giri. Alimentazione: carburatore Keihin CVK 122 B diametro 28,8 mm; capacità serbatoio carburante 12 litri compresa la riserva. Accensione: elettronica digitale; candela NGK CR8E. Impianto elettrico: batteria 12V-12Ah. Trasmissione: primaria a cinghia trapezoidale con variatore automatico, finale a ingranaggi. Telaio: monotrave sdoppiato in tubi di acciaio; inclinazione cannotto di sterzo 28°. Sospensioni: anteriore forcella teleidraulica, escursione ruota 100 mm; posteriore doppio ammortizzatore idraulico, escursione ruota 91 mm. Ruote: cerchi in lega di alluminio, pneumatici Maxxis, anteriore 110/90-13, posteriore 130/70-13. Freni: anteriore a disco da 240 mm con pinza a 2 pistoncini; posteriore a disco da 220 mm con pinza a 2 distoncini, sistema di frenata combinata.
Dimensioni (in mm) e peso
: lunghezza 2.165, larghezza 870, altezza 1.380, interasse 1.495, altezza sella 750, peso a vuoto 173 kg. Prestazioni: velocità max nd.

Manutenzione

Tagliando: programmato ogni 3.000 km dopo il primo a 300 km e il secondo a 1000 km. Lubrificazione: olio multigrado SAE 10W30; sostituzione ogni 3.000 km. Trasmissione: sostituzione cinghia ogni 12.000 km. Pneumatici: pressione di gonfiaggio, anteriore 1,5 bar, posteriore 2,25 bar (in coppia posteriore 2,5 bar).

Dati anagrafici


Costruttore: Sanyang Industry Co. Ltd, Hsi-Ming Road, Neihu, Taipei, Taiwan, R.O.C. Importatore: Sanyang Italia Srl, via delle Industrie 12, 20020, Arese (MI), telefono 02-9345641, fax 02-934564207. Gamma colori: nero, argento, antracite, blu. Garanzia: 2 anni più 2 Europe Assistance. Prezzo: 3.610 euro indicativo chiavi in mano.
Optional e prezzi (euro iva inclusa)
: bauletto 75,00; parabrezza trasparente 98,50; copertina coprigambe 99,55.

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