26 May 2010

Test: Husqvarna SMS 630 e TE 630, motard entusiasmante nei tornanti, enduro poco fuoristrada

Abbiamo testato le Husqvarna SMS 630 e TE 630 con il nuovo propulsore di 600 cc. La motard ci è piaciuta per stabilità e maneggevolezza. L’enduro delude dove serve il tassello.

CARATTERISTICHE

CARATTERISTICHE Le Husky 630 sono equipaggiate con un motore di 600 cc, che, secondo quanto dichiarato dalla Casa costruttrice, è più potente del 20% rispetto alla precedente versione installata sulle 610: ora il propulsore raggiunge i circa 54 CV alla ruota dichiarati. È un monocilindrico a quattro tempi, raffreddato a liquido, con l’alesaggio che è cresciuto da 98 a 100 mm e la corsa di 76,4 mm, la distribuzione a doppio albero a camme in testa, contenuta nel nuovo coperchio rosso, e un rapporto di compressione di 12,4:1. La potenza delle nuove Husqvarna ha raggiunto un valore che le avvicina moto più performanti del segmento: le KTM 690.  Ma l’obiettivo della Casa varesina non era cercare prestazioni al limite, perché i tecnici volevano che le 630 restassero moto facili. Il design, quindi, è uno degli aspetti su cui hanno lavorato di più. Nulla, o quasi, è cambiato nella ciclistica: telaio e sospensioni sono le stesse delle vecchie TE e SMS, mentre le sovrastrutture sono completamente nuove. Come su tutte le Husqvarna prodotte dalla fine degli Anni Novanta, appare chiaro l’intento dei progettisti di slanciare la linea verso l’anteriore: diversamente dalle altre motard e off road, la vista laterale non evidenzia la tipica restrizione netta tra tabelle posteriori e fianchetti. La caratteristica mascherina frontale con “griglia coprifaro” è stata sostituita da una dal profilo più pulito e con gruppo illuminante completamente riprogettato. Sono nuovi anche il serbatoio da 12 litri, le plastiche (solo il parafango anteriore rimane identico) e le selle (più bassa di 30 mm sulla TE, più morbida e con profilo “a due livelli” sulla SMS). L’elemento più caratteristico del nuovo stile delle 630 è lo scarico con doppio silenziatore, che, oltre a farle somigliare alle moto racing della Casa varesina, ha consentito di ridurre le emissioni e la rumorosità. Ce ne siamo accorti mettendo in moto la SMS, che ad ogni colpo di gas emette un suono cupo ma educato, accompagnato da quello profondo dell’aspirazione.

COME VA LA SMS 630

La disposizione azzeccata dei punti di contatto moto-pilota rende la SMS 630 comoda anche per chi supera il metro e ottanta e la sella strutturata su due livelli non infastidisce durante la guida, aiuta a contrastare lo scivolamento del sedere, quando si apre di più il gas. L’incremento di potenza è sensibile lungo tutto l’arco di utilizzo ed è migliorato l’allungo. Solo ai bassi regimi il motore strappa un po’, ma dai 3.000 giri fino al limitatore (8.000 giri), l’erogazione è fluida. Sono presenti invece a qualsiasi regime le vibrazioni, contenute sul manubrio, più marcate su sella e pedane. In compenso, sullo sconnesso si viaggia benissimo. La Marzocchi anteriore e il “mono” Sachs (gli stessi della 610) filtrano bene le asperità del terreno, pur non avendo una taratura troppo morbida. Un pizzico di sostegno in più dalla forcella non guasterebbe, ma solo nel momento in cui chiediamo tutta la potenza al freno anteriore. I freni funzionano molto bene. La pompa assiale anteriore aziona ora (solo sulla motard) una pinza Brembo radiale che fornisce potenza e modulabilità da riferimento per un impianto monodisco. Piace anche il posteriore, che ha pure una scarsissima tendenza al bloccaggio, ideale per controllare le derapate in ingresso curva quando si comincia a giocare tra i tornanti. Nel misto ci si diverte davvero. Freni e sospensioni servono benissimo i 151 kg della SMS e la schiena del mono permette di mantenere la stessa marcia anche per lunghi tratti. Guidando tra le curve, si ha come la sensazione di avere uno sterzo “aperto”: la maneggevolezza non sorprende, soprattutto nei cambi di direzione, mentre è elevata la stabilità nei curvoni in appoggio.

COME VA LA TE 630

Si distingue dalla motard per le ruote tassellate da 21 e 18”, la maggiore escursione delle sospensioni, il freno anteriore meno aggressivo e la rapportatura più corta. Per il resto, la TE è una SMS: non solo per quanto riguarda la componentistica (di fatto identica), ma anche per la vocazione stradale di questa dual sport, che emerge non appena ci infiliamo in una sterrata sassosa. Rispetto alla precedente 610, la nuova TE ha una sella più morbida e bassa,l a corsa della forcella più corta di 30 mm e pesa 11 kg in più, in gran parte dovuti alla nuova architettura dell’impianto di scarico. L’angolo di sterzo ridotto non mette a proprio agio in fuoristrada e la tendenza del motore a strappare sotto i 3.000 giri richiede un uso frequente della frizione. Insomma, la TE 630 sembra aver perso un po’ di quella voglia di sporcarsi di fango e polvere che la 610 aveva in abbondanza. Su strada il giudizio è senz’altro migliore. I rapporti corti regalano un poco di brio in più al motore e le gomme con tassello “stradale” hanno grip sufficiente. Anche la taratura delle sospensioni sembra pensata per l’asfalto: sia il “mono”, sia la forcella offrono un buon sostegno, quest’ultima anche quando si strizza la leva del freno anteriore. Certo, la pinza tradizionale e il disco da 260 mm non hanno lo stesso mordente dell’impianto montato sulla SMS, ma potenza e modulabilità sono buoni.

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