di Marco Marini - 25 May 2023

I segreti della ciclistica della Suzuki V-Strom 800DE

L'obiettivo dei progettisti della nuova Suzuki V-Strom 800DE era quello di creare un telaio compatto e leggero che desse comfort e stabilità, anche guidando con passeggero e bagagli. Scopriamo come ci sono riusciti

L'obiettivo dei progettisti della nuova Suzuki V-Strom 800DE era quello di creare un telaio compatto e leggero che desse comfort e stabilità, anche guidando con passeggero e bagagli. Il nuovo motore, con la sua notevole compattezza longitudinale (soprattutto se paragonato al V di 90° con il quale gli ingegneri Suzuki erano abituati a fare i conti!) ha permesso massima libertà di progettazione ai tecnici giapponesi.

Il primo effetto è una posizione di guida avanzata rispetto alla V-Strom con il motore V-Twin. Mettere il pilota più avanti migliora di per sé il bilanciamento della moto e il feeling del pilota. La struttura portante è tubolare in acciaio, con una sorta di traliccio e due sottili tubi inferiori che chiudono la culla. In questo modo il motore non ha una funzione portante, ma solo stressata, aiuta cioè a conferire la giusta rigidezza al telaio.

Collegato alla struttura principale, il telaietto reggisella è imbullonato e questo è un’ottima cosa, perché in caso di problemi o di incidente, se occorre intervenire, magari saldando, è tutto più semplice rispetto ai telaietti non removibili. La struttura di questo telaietto è sottile, ma generosa nelle dimensioni e questo perché si vede che è nato per ospitare passeggero e bagagli. L’impianto frenante sfrutta un doppio disco anteriore da 310 mm con pinze a 4 pistoncini e un disco posteriore da 260 mm con pinza monopistoncino.

Di livello il reparto sospensioni, che prevede una forcella Showa (diametro steli non dichiarato) con escursione ruota di 220 mm e regolabile sia nel precarico, sia nell’idraulica in entrambe le direzioni. Anche al posteriore troviamo Showa, con il monoammortizzatore che sfrutta link progressivi per assicurare alla ruota 220 mm di escursione; è regolabile nell’estensione idraulica e nel precarico, tramite un pomello posto in posizione non troppo comoda (dietro la pedana destra del passeggero, alla quale è fissato). Il forcellone è in alluminio.

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