di Fabio Meloni - 10 February 2023

Nuova Ducati Diavel V4: come va, pregi e difetti

La muscle cruiser di Borgo Panigale è tutta nuova! Dal motore, che ora è il V4 Granturismo di 1.158 cc e 168 CV di potenza, al telaio monoscocca in alluminio, abbinato all’immancabile monobraccio. Rivisto il look, aggiornata l'elettronica, cala il peso. Siamo stati ad Abu Dhabi per metterla alla prova, ed ora vi raccontiamo come va la nuova Ducati Diavel V4 2023, con i pregi e i difetti

Più cattiva e performante

Con la nuova Diavel V4 2023 la muscle cruiser di Ducati fa un salto generazionale: a spingerla ora arriva il poderoso motore V4 da 90° GranTurismo da1.158 cc accreditato di ben 168 CV a 10.750 giri/min. e 126 Nm (12,8 kgm) a 7.500 giri/min. di coppia massima. A cambiare però non è solo il motore, ma ci sono novità sotto diversi ambiti, a partire dal telaio monoscocca in alluminio, che è abbinato all’immancabile forcellone monobraccio (anch’esso in alluminio). Per quanto riguarda le sospensioni invece, la forcella a steli rovesciati da 50 mm regolabile nel precarico molla e nell’idraulica fa il paio con il monoammortizzatore a schema cantilever completamente regolabile (e con una corsa di 145 mm, +15 rispetto al passato). L’impianto frenante Brembo con pinze ad attacco radiale Stylema e dischi da 330 mm all’anteriore chiude il discorso relativo alla ciclistica. Alla voce elettronica corrispondono 4 modalità di guida (Sport, Touring, Urban, Wet), ABS e controllo di trazione di tipo cornering, antimpennata, quickshifter, cruise e launch control. I gruppi ottici sono full LED, caratterizzati da una nuova firma ottica a “doppia C”. La Diavel V4 eredita dalla prima XDiavel 1200 il disegno delle razze ruota lavorate a macchina (qui i “petali” sono 5 invece di 6), mentre il peso scende di 13 kg: 223 senza carburante (-5 di motore e -8 di “corpo macchina”). Sempre dalla prima generazione “1200” sono riprese sia le pedane passeggero estraibili sia il maniglione a scomparsa. Il manubrio, invece, è più vicino al piano di seduta per una migliore manovrabilità, la sella (a 790 mm da terra) è più ampia e la nuova strumentazione vede un solo display TFT da 5” con navigatore “turn by turn” integrato. Ma per tutti i dettagli di questo nuovo modello vi rimandiamo al nostro articolo di presentazione.

Ora è giunto il momento di scoprire come si comporta su strada la nuova Ducati Diavel V4: nelle pagine seguenti trovate le nostre impressioni di guida, con i pregi e i difetti della moto, la scheda tecnica e il prezzo relativo alle diverse colorazioni disponibili.

In due colorazioni, rosso “Ducati Red” o nero lucido “Thrilling Black”, la nuova Ducati Diavel V4 arriverà nei concessionari a partire dal mese di gennaio 2023. La moto sarà in vendita ad un prezzo di 26.640 euro c.i.m. in livrea rossa, serviranno 300 euro in più per la colorazione nera. Rispetto alla Diavel 1260, quindi, il prezzo aumenta di 4.800 euro, a fronte di un motore completamente diverso e una dotazione di serie più ricca.

Come va

Da dodici anni la Diavel stupisce positivamente - e costantemente. La vedi bassa, grossa e lunga e pensi a una veloce moto da passeggio; ci sali, la guidi, e scopri tra le curve una efficacia inaspettata. Alla luce di ciò, si può in qualche modo affermare che la nuova versione sorprenda meno della prima. Insomma: dopo tanto tempo e con tali trascorsi, una guida convincente è l'aspettativa che si ripone nel modello, non la rivelazione che lascia a bocca aperta. (È naturalmente un complimento.) Allo stesso tempo, è corretto affermare che la V4 riesca comunque a colpire. Come la "mamma" 1260 e la "nonna" 1200 rivela doti dinamiche francamente difficili da immaginare a moto ferma.

Questa volta, però, il gap tra dinamismo e aspetto è ancora più marcato. Il passo avanti complessivo a livello di guida è davvero notevole e lascia in bocca un forte sentore di freschezza e modernità. È prima di tutto il motore a tracciare un confine netto col passato. Il V4 (qui in versione Granturismo evoluta) mostra una volta di più grandissima elasticità, intesa sia come capacità di integrazione in modelli dallo spirito differente sia come qualità dell'erogazione. Per quanto valido fosse il bicilindrico, il confronto in termini di regolarità di funzionamento ai bassi è impari; in più, dispone di medi davvero vigorosi e di una potenza esaltante agli alti - tutto accuratamente in linea con ciò che si cerca in questo modello. L'elettronica poi lo rende se possibile ancor più camaleontico. Si può avere una risposta al gas molto pronta, far fumare in accelerazione la ruota posteriore e sollevare al cielo quella anteriore o, all'opposto, ottenere grande dolcezza e controlli super attenti. Inciso: la ruota posteriore si può far fumare pure in frenata, dato che è disponibile un settaggio dell'ABS che ne consente il bloccaggio. Più attuale è anche la posizione di guida. La sella offre maggior libertà di movimento longitudinale e il manubrio è più vicino a favore della sensazione di padronanza e della gestione della moto in manovra. Resta a nostro avviso più adatta a piloti di una certa statura, diciamo da 1,75 m in su. Non per via della sella, che è bassa, ma per la distanza tra busto e manubrio che, seppure avvertibilmente inferiore al passato, è ancora abbondante e rende un filo laboriose le operazioni a motore spento o a bassa velocità che richiedono di raggiungere il fondo corsa della sterzata. Mentre in movimento la triangolazione è promossa.

Dato che parliamo seppure a grandi linee di una cruiser, va da sé che la ruota anteriore si avverta più lontana rispetto a ciò che accade su una naked. Però in sella ci si muove bene: tra le curve si riesce con facilità a protendere il busto e a spostare agilmente il corpo da un lato all'altro, mentre a passeggio si sta in relax col busto perpendicolare a terra e mani e piedi collocati con naturalezza. Ciò che potrebbe incidere sul comfort di marcia è il calore trasmesso dal motore. Il nostro test si è svolto con temperatura dell'aria di 26 °C su un percorso perlopiù scorrevole e la situazione, in queste condizioni, è ampiamente sotto controllo. Tra le cosce abbiamo comunque sentito un certo tepore, cosa che ci fa supporre che a velocità più basse e in giornate più calde la qualità di vita a bordo possa peggiorare. Sempre riguardo il piacere di stare in sella, sono invece ottimi alleati la frizione "morbida" e ben modulabile, le vibrazioni solo avvertibili, il cambio ottimo (ora si può scalare senza frizione anche a gas aperto, comodo!), la sella super confortevole e il setting azzeccato delle sospensioni, grazie al quale si passa sulle sconnessioni con nonchalance e si affrontano le curve con tutta la grinta possibile.

La guida della Diavel è caratterizzata da performance eccezionali in accelerazione e frenata: tutt'altro che pesante, è bassa e lunga ovvero molto stabile, precisa e poco incline al beccheggio. Il risultato è che accelera come un Mig e frena come una Formula 1 - il tutto senza fare un plissé. Se in queste fasi stupisce in assoluto, in curva lo fa relativamente a quote ciclistiche che la vorrebbero senza dubbio più impacciata (maxi gomma posteriore di sezione 240, interasse di 1.593 mm, cannotto di sterzo inclinato di 26°). In realtà non lo è affatto e i soli aspetti ai quali le differenze tra lei e una buona naked sono identificabili con una certa chiarezza sono la luce a terra (qui solo buona), la tendenza a disegnare traiettorie morbide più che strette e, se si vuole correre, la necessità nelle varie fasi di usare lo sterzo con più decisione, applicando ai manubri forze di una certa intensità che aiutino la moto ora a entrare in curva, ora a scendere in piega, ora a mantenere la linea in uscita.

Queste sue caratteristiche, unite nei cambi di direzione a una velocità davvero buona (e alle altre doti di cui sopra), definiscono a qualunque andatura un'esperienza piacevole e inconfondibile. Si può dire, è vero, che guidata col coltello fra i denti sia una moto un po' "fisica" rispetto a una nuda. Allo stesso tempo, il fatto venga naturale suggerire un tale confronto dovrebbe dire molto sulle sue qualità dinamiche. Guardatela. Riuscite a immaginarla entrare in curva col retrotreno che deriva, piegare fino a far scintillare le pedane e fiondarsi in rettilineo con la ruota anteriore che punta il cielo, volendo fino a ben oltre 200 km/h? Beh, è ciò che può fare.

La scheda tecnica

Principali dotazioni di serie:

-Motore V4 Granturismo, 1.158 cc, 168 CV a 10.750 giri/minuto, 126 Nm a 7.500 giri/minuto

-Controllo gioco valvole ogni 60.000 km, controllo olio ogni 15.000 km/2 anni.

-Telaio monoscocca in alluminio

-Serbatoio in acciaio da 20 litri

-Maniglione e pedane passeggero a scomparsa

-Faro anteriore con DRL a doppia C

-Gruppo ottico posteriore LED multi-point sotto il codone

-Indicatori di direzione dinamici integrati al manubrio

-Forcella da 50 mm, completamente regolabile

-Mono-ammortizzatore, completamente regolabile

-Impianto frenante con doppio disco da 330 mm e pinze monoblocco Brembo Stylema all’anteriore

-Pneumatico posteriore Diablo Rosso III in misura 240/45

-Cerchi fusi in alluminio con razze lavorate di macchina

-Cruscotto TFT da 5” con integrazione Bluetooth, Ducati Link App

-Sistema di navigazione Turn-by-turn integrato accessorio

-3 Power Mode, 4 Riding Mode (Sport, Touring, Urban, Wet)

-Pacchetto elettronico di ultima generazione con Inertial Measurement Unit a 6 assi (6D IMU): ABS Cornering; Ducati Traction Control (DTC); Ducati Wheelie Control (DWC); Ducati Power .Launch (DPL); Ducati Quick Shift up/down (DQS), Cruise Control

Il prezzo

Già disponibile in due colorazioni, rosso “Ducati Red” o nero lucido “Thrilling Black”, la nuova Ducati Diavel V4 è in vendita ad un prezzo di 26.640 euro c.i.m.* per la livrea rossa. Serviranno 300 euro in più per la colorazione nera.

Rispetto alla Diavel 1260, il prezzo aumenta di 4.800 euro, a fronte di un motore completamente diverso e una dotazione di serie più ricca.

*Il prezzo presente in questo articolo è da considerarsi con a formula "chiavi in mano", comprensiva di "messa in strada", che Motociclismo quantifica in 250 euro.

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