di Riccardo Villa - 08 February 2023

Sosta sul marciapiede: quando è consentita e quando no. Ecco cosa dice la legge

Che sia per mancanza degli stalli dedicati, spesso pieni o invasi dalle auto oppure per sicurezza, parcheggiare il proprio mezzo a due ruote sul marciapiede diventa una necessità. Non è però sempre consentito e i comuni ne approfittano per sanzionare e colmare i vuoti di bilancio

Parcheggiare la moto o lo scooter sul marciapiede è ormai un’abitudine diffusa, e spesso si crede che questi veicoli siano esonerati da sanzioni come il divieto di sosta. Purtroppo non è così, e a dircelo in modo più o meno chiaro è il Codice della Strada; l’articolo 158 comma 1h infatti recita che: La fermata e la sosta sono vietate sui marciapiedi, salvo diversa segnalazione”.

Il tipo di veicolo non viene specificato, quindi la regola è generale e vale per tutti, sia auto sia moto. Oltre alla sosta è vietata anche la fermata, che è temporanea e di breve durata. Sembrerebbe quindi che sul marciapiede non si possa proprio stare. Tuttavia, il suddetto comma si conclude con una precisazione che, come spesso accade, rende le idee confuse e lascia libero spazio alle interpretazioni.

Cosa si intende quindi per “diversa segnalazione”?

Sosta e fermata del proprio mezzo a due o quattro ruote sono consentite solo nel momento in cui vi sia una apposita segnaletica che indica tale possibilità. Nel caso specifico delle due ruote devono esserci gli stalli delimitati con le strisce bianche verniciate sulla pavimentazione e contraddistinte con la segnaletica verticale che raffigura il simbolo della moto e del motociclista. Fate attenzione quindi a non confonderle con gli spazi riservati alle e-bike dello sharing.

Effettuare una sosta o una fermata sul marciapiede non è quindi consentito, perché si tratta di un luogo ad uso esclusivo dei pedoni, e non fa parte della carreggiata. Per questo motivo si incorre in sanzioni descritte all’articolo 158 del Cds, comma 5: “Chiunque viola le disposizioni […] del comma 2 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 41 € a 168 € per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote”. Si tratta qundi di una sanzione pecuniaria importante.

Ragionando con il buon senso, che purtroppo molto spesso manca alle amministrazioni comunali, porre il proprio mezzo a due ruote su un marciapiede senza intralciare la viabilità pubblica o l’ingresso di abitazioni e attività commerciali non fa del "male" a nessuno. A dar man forte a questo la mancanza degli stalli dedicati, presenti solo in pochissime zone delle città e in numero molto inferiore a quello della domanda, per giunta spesso occupati abusivamente da furgoni o auto.

Si tratta di una questione delicata, da analizzare sotto diversi punti di vista. La sosta selvaggia, che riguarda soprattutto le quattro ruote, crea in alcuni casi pericoli alla viabilità riducento la visuale ad incroci, rotonde o intralciando la circolazione del traffico ed è giusto sanzionare chi mette a rischio la sicurezza stradale. D’altro canto la carenza di posti auto in grosse città come Milano, ulteriormente ridotti dal 2020 con la concessione gratuita del suolo pubblico per i dehor di bar e ristoranti, ha amplificato il problema.

Questo ovviamente non va a giustificare chi non rispetta le regole, ma dovrebbe in alcuni casi far ragionare chi, approfittando di una maggior affluenza di persone in determinati ambiti della città come le zone della movida la sera o il centro storico nel periodi e orari di maggiore affluenza, batte cassa imperterrito senza comprendere il problema e senza buon senso.

Si stima infine che ogni anno i comuni incassino 3 miliardi di euro grazie alle multe, il cui ricavato dovrebbe essere destinato alla sicurezza stradale ma che molto spesso viene utilizzato per colmare buchi di bilancio delle amministrazioni locali.

Attenzione quindi quando non trovate gli stalli dedicati alle moto, perchè i ghisa non perdonano!

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