a cura della redazione - 21 July 2022

Vademecum del viaggiatore: le regole per muoversi nel Mondo

Oggi è facile viaggiare in Europa: in tutti i paesi vigono le stesse regole della circolazione stradale, anche se c’è qualche differenza, come, per esempio, l’obbligo di estintore in Romania! Fate più attenzione uscendo dal nostro Continente, in particolare se attraversate regioni poco sviluppate. Ecco le principali norme da rispettare per viaggiare tranquilli e in sicurezza in oltre 50 paesi

Guidare nel mondo

Organizzare un viaggio in moto è un lavoro molto complesso, occorre informarsi in dettaglio sulle leggi che vigono nel paese che abbiamo deciso di visitare, e in quelli che eventualmente attraverseremo, ma spesso non è facile raccogliere tutte le informazioni, in particolare se il nostro obiettivo non è in Europa.

Poi occorre anche informarsi su tantissime altre cose, per esempio il vitto, l’alloggio, le usanze del luogo, cosa fare in caso di un malaugurato incidente, di malattia. Certo, è un lavoraccio, ma poi partiamo più tranquilli e se ci siamo informati bene siamo anche pronti ad affrontare ogni evenienza.

In questa occasione ci concentriamo sulla prima parte di questo complesso compito, cioè sulle regole che dobbiamo conoscere per viaggiare tranquilli con la nostra moto, con la certezza di non incorrere in sanzioni o intoppi burocratici. Quindi parliamo di patente, di assicurazione, delle regole dei vari codici stradali che riguardano i limiti di velocità, le dotazioni obbligatorie per la moto e per il pilota (abbigliamento).

Se consideriamo tutto il mondo, il tema diventa sconfinato, e quindi per restringere il campo d’azione consideriamo questo scenario: partiamo dall’Italia con la nostra moto con destinazione in paesi ragionevolmente distanti e accessibili, e scegliamo alcune delle mete più interessanti nel mondo, come per esempio gli Stati Uniti, il Cile, il Giappone, e in questo caso ipotizziamo di noleggiare una moto in loco, soluzione che ci permette di non pensare ai problemi di assicurazione, allestimento e spedizione della moto.

Non trattiamo quindi il caso in cui ci si organizzi per viaggiare con la propria moto in questi paesi lontani, anche perché chi si impegna in queste imprese è già molto ben informato su tutte le procedure da attuare per risolvere al meglio tutte le questioni pratiche e burocratiche.

Ora iniziamo il nostro viaggio, partendo dall’Europa e dal bacino de Mediterraneo, mete da sempre apprezzate dai motociclisti, non solo italiani. Alle nazioni EU aggiungiamo, per prossimità e abitudine, la Svizzera, i paesi del Nord Africa, Marocco, Tunisia, Algeria e l’Inghilterra.

Muoversi in Europa

Viaggiare in Europa è molto semplice: valgono le nostre regole e i nostri documenti, quindi in teoria oggi potremmo prendere la moto e partire per un bel tour senza preoccuparci di nulla.

In realtà non è così: anche se le regole di base sono le stesse in tutti i paesi UE, ci sono alcune differenze tra uno e l’altro che non possiamo trascurare.

Partiamo dalla dotazione che dobbiamo avere sulla nostra moto. A seconda del paese ci sono equipaggiamenti obbligatori e altri raccomandati, e la cosa migliore è portarsi dietro anche la dotazione raccomandata: alla fine ciò che è richiesto in più non è oneroso da acquistare né impegnativo da caricare, visto che comunque è già attrezzata di borse, e poi, come vedremo, si tratta di cose che possono risultare sempre molto utili.

Di base occorre avere con sé: il gilet rifrangente, da tenere sulla moto, e il kit di pronto soccorso, meglio se omologato Din13167 (si trovano già pronti a 10-15 euro). Sono obbligatori nella maggior parte dei paesi europei (anche se non da noi), quindi tanto vale tenerli sempre sulla moto. A questi, a seconda degli stati in cui vogliamo andare (o attraversiamo), sono da aggiungere dotazioni particolari.

Qualche esempio

In Francia sono obbligatori gli adesivi rifrangenti sul casco, i guanti da moto certificati ed è richiesto l’etilometro (ma non ai turisti in transito).

In Belgio ai guanti si aggiungono una giacca a maniche lunghe, i pantaloni lunghi e stivali che proteggano le caviglie.

Altri paesi, come la Germania e la Spagna impongono gli occhiali da vista di scorta (se prescritti per la guida).

In Croazia, Slovacchia, Slovenia e Spagna è obbligatorio il kit di lampadine di scorta e in qualche caso anche dei fusibili.

Il paese più sfortunato è la Romania, dove il Codice non distingue tra auto e moto e di conseguenza oltre al kit di pronto soccorso sulla moto ci devono essere un estintore e due triangoli riflettenti. Fino a poco tempo fa la polizia ignorava questa assurda disposizione, ma ora la situazione è cambiata e fioccano le multe.

Come anticipato (estintore a parte) si tratta di un equipaggiamento ragionevole, e tutto sommato è consigliabile averlo con sé, in particolare se, per esempio, la nostra moto ha dei componenti meno diffusi, come una particolare lampadina LED. A questo sarebbe bene aggiungere un kit per riparare le forature ed eventualmente uno spray per la catena.

Limiti di velocità

In Europa i limiti di velocità sono simili a quelli italiani, con delle leggere variazioni. In genere sono i seguenti: 130 km/h in autostrada; variabile da 110 a 90 km/h nelle strade extraurbane a due corsie; dai 90 agli 80 km/h per le altre; di 50 km/h in città.

Nei Paesi nordici tali limiti si abbassano nei mesi invernali e sono previste delle restrizioni per i neopatentati, come in Italia. Ci sono poi curiosi estremi: sappiamo che in Germania ci sono tratti liberi, dove i 130 km/h sono solo consigliati; in Lettonia si scende a 20 km/h in alcune zone residenziali; in Grecia le moto sono penalizzate: i tre limiti, autostrada, extraurbano e città, da 130, 110-90 e 50, scendono a 90, 70, 40 km/h.

Attenzione a questi numeri. Non solo spesso ci sono sanzioni importanti, ma si rischia anche il ritiro della patente. Per esempio in Svizzera se sulle strade extraurbane si supera il limite oltre i 35 km/h ci sono il ritiro della patente minimo tre mesi (ma può essere per sempre), la multa (molto salata) o la pena detentiva, provvedimenti che decide il giudice a seconda della gravità dell’infrazione.

Inoltre è proibito l’uso di sistemi per la segnalazione dei misuratori di velocità (va disattivata dai navigatori); questo vale anche in Francia. È sempre poco piacevole commettere un’infrazione, ma a volte capita. Come va a finire dipende dai paesi. Alcuni hanno sanzioni molto severe, in genere è previsto il pagamento sul posto, cioè alla Polizia, o il pagamento di una cauzione.

In caso di rifiuto non si scherza, si va dalla confisca dei documenti, come in Croazia e in Slovenia, ma anche in Danimarca fanno sul serio: si rischia il sequestro della moto e un processo. Attenzione alle impennate: in Austria le acrobazie non piacciono, la multa è di 1.000 euro.

Alcool, ci sono i limiti ma è meglio non bere

Anche superando i limiti alcolici si rischia la patente, non solo in Italia: in Europa sono simili ai nostri, più stringenti per neopatentati e giovani fino a 21 anni. In alcuni paesi, come la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l’Ungheria, la Romania la tolleranza è zero per tutti. E non è una cattiva idea.

Leggi a parte, il Ministero della Salute mette in guardia sugli effetti dell’alcool nella guida. Con un livello di alcolemia pari a 0.5g/l, il massimo consentito dal Codice della strada, si hanno questi effetti: raddoppia il tempo di reazione alla frenata; si riduce il campo visivo, in particolare quello laterale; si ha una percezione distorta delle distanze e della velocità. Sarebbe quindi opportuno non mettersi alla guida dopo l’aperitivo, anche se la legge lo permette.

Tunisia, Marocco, Turchia attenzione alla guida

La nostra polizza RC stipulata in Italia è valida in tutti gli stati appartenenti all’Unione Europea, ma anche in Islanda, Liechtenstein e Norvegia: se si viaggia in questi paesi è sufficiente avere con sé il certificato di assicurazione. Per le nazioni che non rientrano nell’Unione, come la Bosnia-Erzegovina, la Macedonia, la Turchia, la Tunisia, occorre la carta verde, certificato internazionale di assicurazione che è rilasciato dalla propria compagnia.

Oggi non è più verde (è bianca) ma per consuetudine mantiene il nome, e la funzione è la stessa: estende ad altri paesi la nostra assicurazione; allo stesso tempo barra con una X quelli dove non vale.

In teoria l’elenco non è univoco, ogni assicurazione ha le proprie regole, ma in genere ci sono dei paesi in cui l’estensione non è concessa: tra i più noti citiamo il Marocco e la Tunisia. In questi casi la soluzione è stipulare una polizza a breve termine con una compagnia locale quando si arriva alla frontiera; il costo è comunque contenuto. Per quanto riguarda i documenti occorre il passaporto, mentre non è richiesta la patente internazionale.

In Tunisia la rete stradale è generalmente buona ma è necessario porre la massima attenzione, ci possono essere buche non segnalate, lingue di sabbia sull’asfalto, ed è sconsigliato viaggiare di notte: molti veicoli non hanno una fanaleria adeguata (alcuni non l’hanno proprio). I limiti sono 110, 90 e 50 km/h, il casco è obbligatorio e c’è zero tolleranza per il tasso alcolico.

In Marocco valgono le stesse raccomandazioni per la sicurezza su strada e le regole per il casco e l’alcol; i limiti sono leggermente diversi (120, 90, 40-60 km/h).

In genere la Turchia è coperta dalla carta verde (ma controllate che la sigla TR non sia barrata). Se si arriva da Grecia o Bulgaria è sufficiente la carta d’identità (validità minima 5 mesi), basta la patente europea e si può facilmente entrare con la propria moto, che verrà annotata sul passaporto oppure su un documento che deve essere presentato al momento dell’uscita dal Paese. La rete stradale della Turchia è estesa e con buon asfalto, occorre solo fare attenzione al traffico caotico di Istanbul, visto che la guida dei turchi non è delle migliori.

Stati Uniti, senza casco si può ma dipende

Un viaggio negli Stati Uniti è il sogno di tutti, e la prima strada che viene in mente è la Route 66, anche se oggi ne è percorribile solo una parte ed è organizzata come un’attrazione turistica, con stazioni di servizio, bar e ristoranti in stile vintage. Ma ha sempre il suo fascino, soprattutto se si percorre con i capelli al vento, cosa possibile visto che in USA ci sono Stati in cui il casco non è obbligatorio, oggi una cosa rara.

La situazione però è un po’ complicata perché non esiste una normativa nazionale ma ognuno dei 50 Stati che compongono l’Unione fa come gli pare, e si è finiti con una serie di leggi apparentemente casuali, con il risultato che le regole possono cambiare radicalmente nel raggio di pochi chilometri, tra Stati che prevedono l’obbligo del casco per tutti e altri dove non esistono regole.

Le leggi sull’uso del casco rientrano in quattro categorie: obbligatorio per tutti, obbligatorio per i minori di 21 anni, obbligatorio per i minori di 18 anni (più qualche leggera variazione su questi limiti) o “liberi tutti”. In più ci sono disposizioni speciali per passeggeri, per motori sotto i 50 cc o addirittura legate all’importo dell’assicurazione sanitaria stipulata dal motociclista: della serie fai come ti pare ma noi non ne vogliamo sapere niente, se ti fai male paghi tu.

Per velocizzare il tutto studiatevi l'immagine in galleria con la mappa degli Stati Uniti in cui abbiamo evidenziato le norme con i colori, così si ha un’idea della situazione a colpo d’occhio. Tenete presente che le leggi sono in evoluzione, e per essere tranquilli è bene informarsi sui siti ufficiali al momento della partenza o, meglio, informarsi in loco. Ma vi diamo un consiglio più importante: è bello, se possibile, scorrazzare con i capelli al vento, ma indossate comunque il casco.

La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), agenzia governativa facente parte del Dipartimento dei Trasporti che ha l’obiettivo di “salvare vite, prevenire infortuni in seguito a incidenti” ha recentemente stimato che indossando il casco si riduce di circa il 40% il rischio di morire in un incidente e chi non lo usa ha una probabilità 3 volte maggiore di subire lesioni cerebrali traumatiche.

Per quanto riguarda il casco ricordiamo che deve essere omologato secondo lo standard americano DOT (la nostra ECE non basta): il problema non è tanto la Polizia quanto le compagnie assicurative, che in caso di incidente potrebbero rifiutarsi di pagare. Concludiamo con la patente: anche qui la situazione è ingarbugliata, con alcuni stati che richiedono quella internazionale. Meglio controllare.

Argentina e Cile: occhio ai limiti e copritevi

L’Argentina è uno dei Paesi più sicuri del Sudamerica dove guidare. Come nel resto del Sudamerica si guida a destra. È obbligatoria la patente internazionale e per noleggiare una moto è necessario aver compiuto 25 anni.

Il limite alcolemico per i motociclisti è 0,2 g/l, contro gli 0,5 degli automobilisti. Nel Paese sono frequenti i controlli con autovelox, fissi e portatili. Il casco è obbligatorio e i limiti di velocità, sempre della terna autostrada, strada statale, città, sono 120, 80, 40-60 km/h.

Il Cile, lungo e stretto, con strade andine che superano facilmente i 3.000 metri di quota, e occasionalmente pure i 4.000, per viaggiare in moto richiede un abbigliamento quattro stagioni, anche se andate nel pieno dell’estate australe (da dicembre a marzo). Il passaporto italiano non richiede visti, la patente internazionale è obbligatoria, anche se viene raramente controllata. Si guida a destra. Se si prevedono tappe in zone scarsamente popolate, è meglio avere una tanica di benzina extra.

Attenzione, in Cile vige la tolleranza zero sull’alcol: fino a 0,3 g/l si prende una multa, al di sopra si rischia il carcere. Anche qui il casco è obbligatorio e i limiti sono: 120, 100, 50 km/h.

India, caos nelle strade e anche nelle regole

Il traffico in India è caotico e il rispetto del Codice della strada decisamente casuale. Qui sono necessari un visto elettronico (40 euro) e la patente internazionale. Non è raro incontrare mucche (sacre) gironzolare libere lungo le strade, oltre ad altri numerosi animali. Si guida a sinistra, le strade locali sono spesso disastrate, ma le autostrade sono più moderne e assorbono la maggioranza del traffico veicolare.

Il limite alcolico è pari a 0,3 g/l e alla seconda violazione si rischia il carcere. I limiti di velocità variano da stato a stato; nell’Uttar Pradesh non ci sono, per il resto sono: 100-120, 90-100, 50-60 km/h. In genere le moto devono rispettare limiti tra i 50 e i 65 km/h anche fuori città (ma non in autostrada), e il casco è obbligatorio.

Malesia, attenzione agli animali sulle strade

La Malesia è uno dei Paesi più sicuri e occidentalizzati del SudEst Asiatico; le temperature sono equatoriali, comprese tra 23 e 33 °C, con umidità fino al 90%.

Per i cittadini italiani non è obbligatorio alcun visto, solo sei mesi di validità residua del passaporto. Per guidare è necessaria la patente internazionale, si tiene la sinistra, la rete stradale è mediamente in buone condizioni, e i limiti sono 110, 90, 60 km/h; il casco è obbligatorio.

Nelle grandi città il traffico è simile a quello delle metropoli europee, mentre nelle zone rurali occorre prestare maggiore attenzione, le norme sono poco rispettate ed è possibile imbattersi in animali.

Da agosto a gennaio, con la stagione dei monsoni, il Paese è flagellato da piogge torrenziali. Attenzione, il Paese è estremamente severo nel contrasto alle droghe, anche leggere: si possono rischiare lunghe pene detentive.

Thailandia, traffico caotico e guida a sinistra

La Thailandia è una meta amata da molti motociclisti, poiché per buona parte dell’anno il clima è favorevole. La popolazione è amichevole e il Paese offre scenari estremamente vari, dalle province montuose alle coste paradisiache, dagli antichi templi ai grattacieli della capitale Bangkok.

Per l’ingresso serve il Passaporto (obbligatorio averlo sempre con sé), che deve avere una validità minima di 6 mesi al momento dell’arrivo. Se si viaggia per turismo (massimo 30 giorni) non serve il visto; serve invece la patente internazionale, si guida a sinistra e per la moto sono obbligatori l’uso del casco e un’assicurazione sanitaria.

A parte nelle zone remote le strade sono piuttosto buone, tanto che il Paese può anche essere visitato in scooter. Attenzione però al traffico, è caotico e in combinazione con la guida a sinistra, può risultare molto pericoloso. I limiti di velocità sono 120, 90, 60 km/h.

Ci si può muovere liberamente in tutto il Paese, ma si consiglia cautela nel sud musulmano e nei pressi dei confini con Laos e Cambogia. La stagione dei monsoni va da luglio a ottobre, con piogge torrenziali e rischi di allagamenti. Il periodo ideale per un viaggio è tra novembre e febbraio, con temperature intorno ai 25°C.

Il noleggio moto è molto diffuso, ma attenzione alla serietà delle agenzie, che a volte noleggiano moto in cattivo stato.

Vietnam, in moto si può bere, in macchina no

La rete stradale principale del Vietnam è in discrete condizioni, ma nella zona settentrionale, in particolare durante la stagione delle piogge (giugno-novembre), può risultare impraticabile. La rete rurale, al contrario, è spesso in cattive condizioni.

Si guida tenendo la destra, c’è l’obbligo del casco e della patente internazionale e i limiti sono 120, 60 e 40 km/h. In Vietnam, a differenza di altri Paesi, solo ai motociclisti è consentito bere e guidare (ma c’è il limite di 0,5 g/l), mentre gli automobilisti devono restare a "secco".

Australia e Nuova Zelanda

Spedire la moto in questi paesi è certamente possibile ma molto costoso, per questo abbiamo ipotizzato il noleggio; quindi non ci dobbiamo preoccupare dell’assicurazione e dell’allestimento.

Per entrare in Australia occorre il visto, e ovviamente il passaporto; per guidare occorre la patente internazionale. Un viaggio spettacolare deve comprendere l’Outback, dove alle strade principali asfaltate e ben segnalate si affiancano tratti di sterrato.

Si guida a sinistra, il casco è obbligatorio, sulle strade extraurbane il limite è di 100 km/h, di 50 in città, e i controlli sono severi. Così come quelli per guida in stato di ebbrezza (limite 0,5 g/l).

I viaggi in moto in Nuova Zelanda offrono scenari altrettanto spettacolari, molto vari nel giro di pochi chilometri, tra vulcani, parchi termali, foreste lussureggianti, si passa dai ghiacciai all’Oceano. Le regole sono le stesse dell’Australia.

Giappone, fatti indicare la strada dal navigatore

In Giappone è necessaria la patente internazionale, come sappiamo la guida è a sinistra e anche se qui sono nate le prime velocissime maxi moderne i limiti (tutti) sono piuttosto bassi: si va dai 30-40 km/h in città, a seconda delle strade, agli 80-90 km/h delle autostrade; per l’alcol il limite è di 0,2 g/l, praticamente nullo, e se si dovesse superare le pene sono molto dure, con multe salate e carcere.

È un paese più da vedere che da guidare, oltre ai suddetti limiti le strade adatte per godersi la moto sono poche e i controlli serrati. Le condizioni del fondo sono sempre buone, ma attenzione alla città, le vie secondarie possono essere piuttosto strette e gli ingorghi sono molto frequenti. In questo caso dimenticate la guida all’italiana, anche se si è in moto occorre fare la fila.

La segnaletica è a due lingue, giapponese e inglese, ma se ci si allontana dalle grandi città l’inglese sparisce, e in tal caso per orientarsi c’è una sola soluzione, ma molto funzionale: un navigatore in inglese. È obbligatorio l’uso del casco.

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