di Alfredo Verdicchio - 27 July 2022

Indian Chief “Grind Machine”, the best one

Una special tanto semplice nell'idea quanto equilibrata nello stile e nella combinazione degli elementi utilizzati. Dietro alla Indian Chief Grind Machine ci sono Tank Machine e Rise Designs

"Grind Machine" è una bobber realizzata sulla base tecnica e meccanica della Indian Chief, vincitrice di un concorso a premi, sponsorizzato da Indian, dove quattro customizer si sono sfidati a suon di stile e modifiche. La firma dietro la stilosa bobber scramblerizzata è quella di Tank Machine, garage fondato da Clément Molina nel 2015 con l’intento di realizzare kit “plug&play” (monta e usa) e che, negli anni, ha lavorato spesso sulle “tele” delle Indian, soprattutto sulla famiglia Scout, che non è tanto lontana, nelle forme, dalla Chief protagonista del concorso.

Anche qui il telaio ha un taglio diagonale che punta verso il basso e la sospensione posteriore è esterna e segue la linea del telaio. Certo, qui la struttura su cui lavorare non è una monoscocca in alluminio ma una più tradizionale ossatura in tubi di acciaio, un monotrave superiore che svanisce sotto “l’oculare” serbatoio, per poi allungarsi verso il basso nella pratica culla inferiore su cui poggia il grosso bicilindrico Thunderstroke 116 a V di 49° raffreddato ad aria da 1.890 cc.

Questo è il vero pezzo forte della Indian Chief e, di conseguenza della Grind Machine, con i suoi grossi cilindri da quasi “mille” l’uno e i bei coperchi valvole che nelle forme originali è già di suo un pezzo degno di essere messo in bella mostra, magari aggiungendo una importante paratia in alluminio a protezione del cilindro frontale o sostituendo il nero presente sulle moto originali con delle belle lavorazioni spazzolate, proprio come sulla special Grind Machine. Il tutto contornato da un inedito scarico 2-in1-in2 con terminali rétrostyle firmati SuperTrapp.

Il brief rilasciato ai quattro preparatori selezionati per l’Indian Chief Design Contest parlava chiaro: dalla Indian Chief bisognava tirare fuori una moto dal look rétro e allo stesso tempo ancorata al presente senza dimenticare una spolverata di futuro. Insomma, una bella heritage postmoderna, uno stile che da anni sta influenzando e indirizzando parte delle creazioni dei customizer e della produzione delle moto di serie. E la Grind Machine di Tank è la proposta che più ha convinto gli oltre 35.000 votanti.

La ricetta del preparatore francese è piuttosto semplice quanto efficace: una grafica dal sapore militaresco, dei pneumatici Continental TKC fortemente artigliati che vanno oltre al concetto di scrambler, un manubrio dritto e ribassato rispetto all’originale, una sella monoposto imbullonata al telaio tramite una tavola da skate, che dà risalto ai due ammortizzatori Öhlins completamente regolabili, che “tiene” il retrotreno più alto e sportiveggiante.

La "Board Culture" di Rise Designs si riflette poi nel plaid posto dietro il faro a LED, nella verniciatura, nei dettagli rossi sparsi qua e là, nell'uso del legno tipico delle tavole da skateboard presente lungo il serbatoio, del nastro che avvolge i grossi collettori di scarico, della piastra paracalore posta sui collettori, delle manopole Vans Waffle e le grosse pedane ispirate alle BMX realizzate ad hoc per la Grind Machine.

© RIPRODUZIONE RISERVATA