di Francesco Pelizzari - 20 May 2022

Nuova Kawasaki Z900 SE: come va, pregi e difetti

In occasione dei 50 anni della Z1, sua prima maxi, la Casa giapponese aggiorna la sua naked sportiva. La nuova Z900 Special Edition riceve ammortizzatore Öhlins, forcella con taratura rivista e pinze radiali Brembo anteriori. Ne guadagnano feeling di guida e frenata, ma il protagonista assoluto resta il 4 cilindri, come nella tradizione della Marca

Com'è fatta

Nel 1972 Kawasaki presentò la sua prima “maxi”, denominata Z1. Cinquant’anni dopo, Kawasaki ha festeggiato la ricorrenza di una moto che fece epoca per le prestazioni, presentando una gamma di modelli “Anniversary” e una di Special Edition, solo 900, con sospensioni e freni modificati, in un evento dalla forte connotazione storica e identitaria. La gamma celebrativa è composta invece sia di Z900 e Z650 (in colore Red Firecracker che riprende quello della Z1100 GP del 1981, ultima Z raffreddata ad aria) sia di Z900RS e Z650RS in colore Incandescent Fireball, il rosso scuro in cui erano rifinite le Z1. Abbiamo provato la nuova Z900 SE.

La Z900 è una delle naked sportive più note e più vendute sul mercato (1.228 esemplari nel 2021, al terzo posto del segmento maxi), un modello ampiamente consolidato grazie alle qualità tecniche ed estetiche. È una moto con molto motore, che quindi rappresenta bene la tradizione Kawasaki; non è la più maneggevole tra le naked sportive, ma in questa Special Edition corregge un paio di mancanze che aveva rispetto alle concorrenti, a livello di sospensioni e freni. Al posteriore c’è un ammortizzatore Ohlins S46 a gas con regolazione del precarico molla in continuo e dell’idraulica in estensione. La forcella a steli rovesciati da 41 mm invece riceve una regolazione standard specifica; anche qui sono presenti la regolazione del precarico molla e dell’idraulica in estensione e anche compressione. La forcella inoltre ha ora gli steli anodizzati oro, aggiungendo un'ulteriore nota di coinvolgimento estetico a un'estetica molto piacevole. Per quanto riguarda i freni, i due dischi Brembo semi flottanti da 300 mm sulla Z900 SE sono lavorati da nuove pinze monoblocco e radiali a quattro pistoni, anch’esse della marca italiana: la Z900 era la sola del segmento ad esserne sprovvista; al posteriore resta il disco da 250 mm con pinza a singolo pistone; inoltre gli impianti frenanti si avvalgono di tubazioni in treccia metallica. La ciclistica si basa sul telaio a traliccio di tubi tondi in cui è incastonato il motore in funzione semi portante, ruote da 17” con gomme 120/70 ant e 180/55 post. Il 4 cilindri in linea è immutato: bialbero, 16 valvole raffreddato a liquido da 948 cc, ha potenza dichiarata di 125 CV a 9.500 giri e coppia 98 Nm a 7.700 giri. Il tutto gestito da quattro riding mode (sport, road, rain e driver personalizzabile) e controllo di trazione disattivabile. Lo stile della Z900 è quello noto, ideato seguendo i dettami della “scuola” Sugomi, ed è valorizzato dalla tradizionale colorazione nero/verde disposta con uno schema dedicato.

Per tutte le caratteristiche tecniche del modello vi rimandiamo al nostro articolo di presentazione. Ora è il momento di salire in sella, nelle pagine successive trovate le prime impressioni di guida, con i pregi e i difetti della moto, e il prezzo.

Come va

La Kawasaki Z900 è una naked molto sportiva nell’aspetto e nella posizione di guida (preme sui palmi delle mani sulle lunghe distanze) ma godibile in molte situazioni, con motore molto pieno a tutti i regimi e una rapportatura abbastanza corta da permettere di viaggiare con un filo di gas in VI potendo riprendere da 25 km/h senza problemi. Ovviamente il percorso misto è il suo terreno d’elezione, anche se la maneggevolezza come emerso dalle nostre prove precedenti non è da riferimento, anche per il peso elevato (213 kg dichiarati, nella nostra comparativa pubblicata su Motociclismo di luglio 2021 risultò la seconda più pesante del lotto, anche meglio delle aspettative, con meno di 200 kg dichiarati); non è una moto che gira svelta, anche per la posizione di guida poco adatta alla guida sportiva, con la sella dura e scivolosa che spinge contro il serbatoio e “chiude” il pilota in una posizione in cui è tutto troppo vicino. Tuttavia affidandosi alle grandi qualità del motore, che come detto spinge fin da bassissimi regimi e sopra i 6.000 giri mostra anche una bella grinta, ci si può dimenticare del cambio e viaggiare su strade di montagna in III-IV marcia. La nuova taratura della forcella ha però migliorato l’inserimento in curva e la transizione nei cambi di traiettoria, ora è molto più solida pur essendo scorrevole e si possono sfruttare al meglio i freni anteriori, che con le pinze radiali Brembo offrono un’azione potente ma anche molto modulabile; il posteriore è ottimo per correggere traiettorie prese con troppo entusiasmo.

La presa di contatto all’evento di presentazione si è svolta su un percorso breve e con poche curve, non molto adatto a valutare il nuovo mono Ohlins, tuttavia le sospensioni hanno mostrato di saper assorbire bene anche sconnessioni pronunciate mantenendo la moto stabile; sia forcella sia mono ci sono sembrate ben scorrevoli. Il meglio questa moto lo dà guidando fluidi e rotondi, senza spingere eccessivamente. Quanto ai riding mode tra Road e Sport non sembra esserci una differenza strabiliante, solo un poco di rapidità in più a prendere giri nel secondo, e resta un certo effetto on-off, che immaginiamo piuttosto avvertibile su un percorso con tante curve in sequenza, mentre sul nostro circuito c’erano soprattutto curve ad ampio raggio. Il cambio come detto si usa poco per le grandi qualità del motore, tuttavia lo si vorrebbe più rapido e preciso (tra l’altro resta assente il quickshifter).

Sicuri punti a favore sono la strumentazione a colori TFT ricca e ben leggibile in tutte le condizioni di luce, le leve al manubrio regolabili e soprattutto la protezione aerodinamica che, può sembrare assurdo, ma è più che discreta con la piccola unghia sulla strumentazione che toglie aria dalla testa; fino a 130 km/h c’è solo una limitata pressione dell’aria sulle spalle.

Su Motociclismo di giugno 2022, in edicola tra pochi giorni, troverete la prova completa, con approfondimenti e rilevamenti del nostro centro prove.

Prezzo

La nuova Kawasaki Z900 SE è in vendita ad un prezzo di 11.690 euro indicativo chiavi in mano; per il 50° della serie Z è stata allestita anche una versione “Anniversary”, in splendente colore Firecracker Red (quello della GPz 1100 del 1981), con pinze freno e sospensioni “normali” (Z900 "standard"), che costa 10.590 euro indicativo chiavi in mano; quest’ultima è disponibile, a 300 euro in meno, anche in versione 70 kW (95 CV), depotenziabile a 35 kW (47,6 CV).

Il prezzo presente in questo articolo è da considerarsi con la formula "chiavi in mano", comprensiva di "messa in strada", che Motociclismo quantifica in 250 euro.

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