di Beppe Cucco - 19 April 2021

Marquez: “Non un pianto di dolore, ma di liberazione”

Dopo nove mesi di stop, e tre interventi chirurgici al braccio destro, questo fine settimana Marc Marquez è tornato in sella alla sua Honda al GP di Portimão. Il pilota spagnolo è riuscito a chiudere la gara in settimana posizione, una volta tornato ai box è scoppiato in lacrime. Ecco le sue parole, che ci spiegano com’è andato il week end e la sua situazione fisica attuale

Era dallo scorso luglio che Marc Marquez non prendeva parte ad una gara della MotoGP. Ora, dopo nove mesi di stop e tre interventi chirurgici, questo fine settimana il pilota spagnolo è tornato in sella alla sua Honda, in occasione del GP di Portimão. Nonostante il dolore al braccio destro Marc è riuscito a chiudere la gara in settimana posizione, e una volta tornato ai box è scoppiato in lacrime.

Ecco le sue parole, che ci spiegano com’è andato il week end e la sua situazione fisica attuale: “Ci sono state molte emozioni questo fine settimana e quando sono arrivato nel box dopo la gara sono semplicemente esploso, non per il dolore ma c'era qualcosa dentro che doveva venire fuori. Ho sentito così tanto sostegno da tutti e soprattutto dalla mia famiglia e dai miei amici. Sentirsi di nuovo un pilota della MotoGP è stata la cosa più importante ed è stata una bella sensazione. La gara di oggi non mi è piaciuta, ho sofferto molto, ma è stato il passo più importante nella mia ripresa fino ad ora. Siamo riusciti a finire la gara, questo era il nostro obiettivo principale: la posizione non aveva importanza, ma arrivare a 13” di ritardo dal primo era un sogno impossibile. Penso di essermi sentito meglio quando stavo guidando da solo nel mezzo della gara, l'inizio della gara è stato un po’ uno shock dopo tanto tempo! Gli ultimi giri pensavo solo di arrivare al traguardo. Ora guardiamo a Jerez”.

Ai microfoni di Sky il pilota spagnolo ha aggiunto: “Abbiamo fatto un buon weekend, anche se il risultato non era importante. Sono tornato a sentirmi un pilota. Ho tanto da lavorare, facevo molto fatica a inizio gara, ma adesso sono felice. Non ho guidato come facevo solitamente prima dell’infortunio. L’unico momento in cui ho guidato come piace a me è stato durante le qualifiche per un giro. Se avessi guidato come piace a me, mi sarei distrutto dopo tre giri. Il braccio destro non è ancora al 100%, faccio ancora fatica, il tricipite mi fa male e non lavora come dovrebbe, inoltre non posso usare il gomito come piace a me, infatti facevo tanta fatica all’ultima curva qui a Portimao. Per adesso è così, il recupero non è ancora finito e non finirà nel prossimo GP a Jerez. Dopo nove mesi con il braccio attaccato al corpo è difficile, ma la cosa più importante è che adesso mi sto liberando mentalmente. Quello che mi manca adesso è continuare a lavorare sia in moto sia in palestra. Mi serve andare in moto, nei prossimi due mesi posso allenarmi in sella soltanto nei weekend di gara, per il resto meglio limitarsi alla palestra. L'osso adesso è apposto, ma è meglio non stressarlo troppo: continuando così potrò allenarmi normalmente verso la metà della stagione. Per me è stato difficile accettare i sorpassi, accettare il fatto di essere maltrattato in un certo senso dagli altri piloti, è stato come quando sei a scuola e ti ritrovi a giocare a calcio con i più grandi. Tuttavia questa è la mia situazione, devo fare un passo alla volta”.

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