di Beppe Cucco - 22 July 2021

Aprilia: “Il ritorno della Pegaso? Ci stiamo pensando…”

Cristian Barelli, Product Marketing Manager di Aprilia, ci parla della piattaforma 660, delle versioni che potrebbero arrivare in futuro, dei nuovi modelli…

Sulla nuova piattaforma 660 nasceranno tre modelli. Perché lanciare per prima la sportiva?

“All’inizio del progetto ci siamo chiesti quale far debuttare per prima, se la RS, la Tuono o la Tuareg. Abbiamo deciso di partire dalla RS per due motivi: il primo è che il DNA di Aprilia è radicato nel segmento delle sportive. RS fa parte della nostra storia, di conseguenza ci sembrava giusto partire da qui. Poi, pensiamo di poter offrire qualcosa di diverso, rispetto alle sportive di media cilindrata attualmente in vendita. Il mercato delle piccole sta crescendo, e quei motociclisti prima o poi vorranno cambiare moto, crescere. Difficilmente però punteranno su una supersportiva 600, perché è molto lontana da una entry level. La nostra potrebbe essere la soluzione adatta”.

Proprio per via del DNA racing di Aprilia c’è chi si aspettava una vera supersportiva di media cilindrata.

“Se avessimo fatto una mini RSV4, ne avremmo vendute davvero poche. Il mercato delle supersportive di 600 cc è fondamentalmente morto e inoltre è presidiato da altri competitor. Volevamo realizzare un nuovo concetto di sportività, molto più fruibile”.

Le nuove 660 manderanno in pensione i modelli col bicilindrico di 900 cc?

“Si, Shiver e Dorsoduro usciranno di scena. In questo momento non abbiamo in programma di aggiornarle alla Euro 5. Siamo focalizzati su questa nuova piattaforma, più moderna. Il motore 660 ha un layout che può essere sfruttato in diversi modi. È molto compatto, cosa che permette di costruire attorno diversi tipi di telaio per varie applicazioni”.

L’elettronica della RS 660 è molto evoluta. Quanto incide questo fattore sul prezzo della moto?

“L’elettronica ha un consistente lavoro di sviluppo alle spalle, il che si traduce in costi, anche solo di programmazione e di test delle centraline. Questo però non è poi così influente sul prezzo finale. Ha sicuramente un costo, ma noi riteniamo che il valore che la tecnologia offre all’utente sia maggiore rispetto al risparmio che avrebbe avuto se non ci fosse stata. Il pacchetto messo a punto per questa moto garantisce sicurezza per l’utente alle prime armi, è più esperto. Le cornering lights, per esempio, sono un contenuto da moto di categoria superiore, ma l’illuminazione dell’interno della curva significa maggior sicurezza. E noi riteniamo che non abbia prezzo”.

Ci piacerebbe vedere una versione Factory della RS 660.

“La RS ha una dotazione di serie completa. Ciò non toglie che stiamo pensando ad una Factory. Il discorso è che dovrebbe avere sospensioni pregiate, cerchi leggeri e via dicendo. Il che vorrebbe dire raggiungere un prezzo importante che rischierebbe di posizionare la moto fuori mercato. Dobbiamo prima capire come i clienti percepiranno questa versione, per poi decidere se una Factory sarebbe appetibile. Non è da escludere, insomma: si vedrà”.

La RSV4 Factory ha 100 cc più della RR. È ipotizzabile un aumento di cilindrata anche per la 660?

“Al momento no. Abbiamo lavorato tanto per raggiungere un tale equilibrio”.

Sportiva, naked, enduro stradale. Mancherebbe una crossover. E potrebbe chiamarsi Pegaso...

“Ci stiamo pensando. In questo momento abbiamo tantissime idee perché il motore ci permette una grandissima modularità. Dobbiamo solo decidere cosa fare prima. Quello delle crossover è un segmento molto appetibile che guardiamo con interesse”.

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