a cura della redazione - 23 March 2021

40 anni dalla morte di Hailwood. Ridiamo "voce" alla sua RC166

Sono passati esattamente 40 anni dalla morte di Mike "The Bike", pilota leggendario scomparso il 23 marzo 1981. Vogliamo ricordarlo con un aneddoto, dando voce alle sei “canne d’organo” della Honda RC166 che squarciano il cielo sopra Clermont-Ferrand, nel GP di Francia del 1967. Quell’anno Mike Hailwood vincerà il suo terzo titolo mondiale nella 250

Destino crudele

Mike Hailwood, nato a Oxford il 2 aprile 1940, figlio di Stan Hailwood, il più grande commerciante di moto d'Inghilterra, vinse 9 titoli mondiali in carriera e centrò 14 successi al terribile Tourist Trophy dell'Isola di Man. Lo ricordiamo oggi, a 40 anni esatti dalla sua scomparsa. Il destino gli ha sbarrato la strada alla periferia di Birmingham la sera del 22 mano 1981 mentre assieme ai figli stava andando a comprare fish and chips per la cena. Nonostante la sua prematura scomparsa "Mike the bike", come lo chiamavano i suoi tifosi, ha lasciato un segno indelebile nella memoria degli appassionati di motociclismo, sia per il grandissimo numero di vittorie ottenute in carriera anche con mezzi poco competitivi sia per il suo enorme carisma. Hailwood era una persona tormentata e irrequieta che portava sul volto i segni indelebili della tensione accumulata durante le corse. A trent'anni, quando già era impegnato anima e corpo nella nuova avventura automobilistica, aveva perso i capelli e le rughe che gli solcavano il viso raccontavano delle mille battaglie sostenute in pista e delle notti brave - memorabili quelle in occasione della temporada romagnola - passate a far bisboccia con gli altri piloti. I suoi detrattori dicevano che aveva avuto la carriera spianata dal padre, sempre pronto ad aprire il portafoglio per comprargli le moto migliori o per mandarlo all'estero a "farsi le ossa" nelle competizioni internazionali. Indubbiamente Stan Hailwood ha avuto un ruolo determinante nella carriera del figlio. decidendo gli ingaggi e arrivando al punto di "comprarne" alcuni piloti pur di veder vincere il figlio, ma bisogna ammettere che Mike era dotato di un talento naturale che solo i veri fuoriclasse hanno inserito nel loro codice genetico: una volta in sella formava un tutt'uno con la sua motocicletta e in gara sbagliava pochissimo. Mai un lamento per le moto poco competitive, mai nessuna protesta per la pericolosità dei circuiti in cui faceva tappa il Continental Circus negli anni Sessanta. La morte faceva parte delle regole del gioco e Hailwood l'accettava con quel distacco tipico dei piloti anglosassoni. Tra i tantissimi momenti di una carriera sensazionale (all’ultima pagina i numeri), vogliamo riportarne uno, per far tornare a ruggire la sua Honda NC166.

La sua RC166

Brabum, brabum, brabum... Un rumore come un tuono invade improvvisamente il meraviglioso museo Honda di Motegi. Col passare dei minuti diventa sempre più intenso, il sound cresce imperioso ed entra nelle stanze che contengono il meglio della produzione e dei mezzi da competizione del costruttore giapponese: oltre 700 pezzi tra auto e moto. È come se ogni modello ospitato in questa struttura, che celebra la storia, le intuizioni e il genio di Soichiro Honda, improvvisamente prendesse vita, animato proprio dalla voce della RC166, la 250 sei cilindri da Gran Premio che i meccanici in giacca bianca hanno avviato fuori dall’officina annessa al museo. Brabum, brabum, brabum... un crescendo vertiginoso, sino che l’ago dello strumento va a sfiorare quota 18.000 giri. È un turbinio di valvole, pistoni e bielle che a motore caldo si accordano tra di loro producendo un suono lancinante. L’urlo esce dai megafoni, amplificato com’è dalla cupola che unisce il museo alla struttura dove vengono riportate all’origine le più importanti e storiche moto di Honda.

Vi assicuriamo che questo rumore fa venire la pelle d’oca alta un dito, entra nel cervello, non ti abbandona più. La sei cilindri 250 debutta a Monza, al GP delle Nazioni del 1964. La guida Jim Redman ed è nata per contrastare le Yamaha due tempi, le prestazioni delle quali superano i cavalli messi in pista dalla vecchia Honda RC163 a quattro cilindri. La nuova creatura nasce dal genio di Soichiro Irimajiri, ingegnere aeronautico al quale si devono, in campo GP, pure la bicilindrica di 50 cc, la cinque cilindri 125 (mondiale con Luigi Taveri nel 1964 e 1966), la discussa NR 500 a pistoni ovali; nelle moto di produzione è stato project leader di “monumenti” come la Gold Wing, la CX500 e la CBX1000 a sei cilindri.

La nuova 250 sfrutta il meglio della tecnologia 4T per far girare il motore a regimi altissimi: siamo a 17.500 giri, ma questa Honda non è ancora vincente perché soffre di surriscaldamento del propulsore e di una limitata maneggevolezza. Nel 1965 si evolve proprio alla ricerca di una guida più facile e cambia la forma della carenatura per avere più aria al motore, ma Redman finisce al terzo posto dietro il vincitore Phil Read e Mike Duff, che guidano le Yamaha. L’anno dopo alla guida della RC166 c’è un certo Mike Hailwood: le cose cambiano radicalmente anche perché “The Bike” guida una versione ulteriormente aggiornata della sei cilindri, che usa un motore a corsa corta per generare 60 CV e spingere la moto sino a 245 km/h di velocità massima. La RC166 250 che romba a Motegi non è la stessa moto che Mike Hailwood ha portato alla vittoria del titolo mondiale nel 1966 e nel 1967. Si tratta di una perfetta replica costruita dai tecnici di Honda Collection Hall. Quella originale è all’interno del museo, ma non si può parlare di lesa maestà, di banale copia, perché la moto che gira alle varie rievocazioni - e che qui fa sentire la sua straordinaria voce - è stata costruita esattamente partendo dalle misure dei pezzi della originale RC166, che è stata smontata e quotata per ricavare parti introvabili come il basamento, l’albero motore, i pistoni.

Hailwood in cifre

  • Nel corso della sua carriera Mike Hailwood ha partecipato a 747 corse motociclistiche vincendone 380 di cui 76 valevoli per il Campionato del mondo. 9 i titoli mondiali conquistati in carriera: 1961-1966-1967 nella classe 250 (Honda); 1966 e 1967 nella 350 (Honda) e 1962-1963-1964·1965 nella 500 (MV Agusta), mentre sono 14 i suoi successi sul terribile Mountain Circuit dell'Isola di Man. Altrettanto intensa la sua carriera su 4 ruote: Hailwood ha partecipato a 50 GP di F1, è stato Campione europeo di F2 nel 1972 con la Surtees TS1D-Ford e ha concluso al terzo posto la 24 ore di le Mans del 1969 in coppia con Hobbs al volante di una Ford GT40.
  • Debutto in moto: 22 aprile 1957 ad Oulton Park con una MV Agusta 125. Termina la gara all'11° posto.
  • Prima vittoria: a Blandford meno di 2 mesi dopo (10 giugno 1957) con la stessa MV Agusta 125. Il suo primo successo internazionale è invece dell'anno successivo (1 gennaio 1958) a Port Elizabeth in Sud Africa in sella ad una NSU 250.
  • Hailwood fa il suo debutto nel Campionato del mondo al Tourist Trophy del 1958 dove corre in 4 classi. Nella 125 conclude al 7° posto in sella a una Paton, nella 250 occupa il gradino più basso del podio con la sua NSU Sportmax dietro le MV Agusta di Ubbiali e Provini, mentre nella 350 e nella 500 gareggia con delle Norton Manx finendo però nelle retrovie.
  • La sua prima vittoria in un GP valevole per il Mondiale è al Ulster GP sullo stradale di Dundrod l'8 agosto 1959. Mike vince la 125 con una Ducati.
  • La sua ultima partecipazione ad una prova del Mondiale è stata al GP delle Nazioni 1968 in sella alla Benelli 500 4 cilindri. Hailwood inizialmente doveva correre con la MV Agusta, ma quando scopre che il Conte Agusta "desidera" veder vincere Agostini accetta l'ingaggio della Benelli. Termina però la corsa nella sabbia della Parabolica.
  • Il 7 luglio 1968 partecipa con la Honda 250 6 cilindri alla gara in salita del Monte Generoso in Svizzera, unica cronoscalata della carriera di Hailwood. ll campione inglese si ritira per caduta.
  • La sua ultima vittoria motociclistica è stata al Senior TT del 4 giugno 1979 con la Suzuki RG5oo. Sei giorni dopo, a Mallory Park, Hailwood partecipa alla sua ultima corsa in sella ad una Suzuki-Dunstall 1000 ritirandosi per problemi ai freni.
  • In F1 Hailwood debutta il 20 luglio 1963 a Silverstone nel GP di Gran Bretagna. In prova qualifica la sua lotus-BRM in 17° posizione, mentre in gara conclude all'8° posto a 4 giri dal vincitore Jim Clark. Il suo miglior risultato nelle tre stagioni iridate complete (1972 e 1973 con la Surtees e 1974 con la Mclaren) è stato il 2° posto alle spalle di Emerson Fittipaldi nel GP d'Italia 1972 con la Surtees-Ford. Il suo miglior piazzamento in classifica è stato l'8° posto del 1972. Ultimo GP: Germania 1974 al Nurburgring quando conclude la sua corsa contro le barriere durante il 12° giro.

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