di Nicolò Codognola - 26 December 2021

Honda Zoomer 50: assalto urbano

Sembra uscito da un manga giapponese, poi lo guardi bene ed è pieno di dettagli che denotano cura e attenzione. Nato per distinguersi e percorrere il tragitto casa-ufficio con stile, questo scooter rappresenta un trend che, importato dal Sol Levante, si sta affermando anche da noi

Il passato si rivaluta

Breve premessa. Non amo particolarmente gli scooter moderni (e intendo tutti quelli col variatore al posto delle marce a manubrio...), ma ci sono alcuni mezzi che obiettivamente hanno segnato un’epoca. Metti il Booster: quando uscì avevo 14 anni ed era il mio sogno proibito (nel senso che i miei genitori non me lo avrebbero mai comprato, sigh!). A livello di design era anni luce avanti rispetto alla concorrenza dell’epoca e subito divenne il mezzo prediletto dai “tamarri” del paese, che si esibivano in penne chilometriche. Con il passare degli anni il mercato dei cinquantini è finito nel baratro. Un po’ le assicurazioni sono cresciute a livello insostenibile, un po’ i motori 2T sono stati messi all’angolo dalle omologazioni anti-inquinamento. E poi gli adolescenti di oggi sembrano più attratti da un iPhone o da un monopattino elettrico in sharing piuttosto che da uno scooter spernacchiante. Ma chi era ragazzo vent'anni fa e ha vissuto l’epopea dei 50ini truccati, oggi li rimpiange e – con una capacità d’acquisto superiore a quella di quando era quattordicenne – va a cercarli nel vasto mercato dell’usato. E di soldi ce ne vogliono eccome: per un’icona come il Booster o lo Zoomer (adesso arriviamo anche a lui...), possono non bastare 2.000 euro, se in buone condizioni.

Nuove tendenze

Un decennio dopo i miei brufolosi sogni adolescenziali Honda irrompe nel segmento degli scooter 50 con lo Zoomer, che diventa subito un must have tra professionisti e nuovi hippy. Il motore è 4 tempi (così si arginano le limitazioni alla circolazione dei 2T) e l’estetica è minimalista, con telaio in tubi a vista e pochissima plastica. In Italia conosce una discreta diffusione, ma è in Giappone e negli USA che diventa vero oggetto di culto. In questi due Paesi, più che in altri, che si diffonde la cultura della customizzazione degli scooter. Non parliamo di marmitta e variatore, ma di elaborazioni esagerate, a tratti oscene. Qui da noi questo genere di tuning non ha mai attecchito veramente, ma c’è chi lo sostiene e realizza con gusto. Come Gianluca Giardina, preparatore fai-da-te cui si rivolge Paolo, il proprietario di questo Zoomer per dargli un tocco personale.

Soft tuning

Il lavoro al motore è minimo: giusto un kit Polini per dare un po’ più di brio al 4T e permettergli di raggiungere qualche centinaio di giri/min in più in accelerazione, con un variatore pensato per partenze un po’ più scattanti. Le sovrastrutture sono ridotte all’osso, viene tolta tutta la plastica superflua e il telaio è allungato e messo in bella mostra. Supporti motore e ammortizzatore sono acquistati aftermarket per sostenere il dilatamento dell’interasse, mentre restano di serie le sospensioni e i freni. Tutto lo scooter è anche abbassato: la sella è ricostruita e poggia su un telaietto abbassato, mentre l’alto manubrio è sostituito con un drag bar dritto come il manico di una scopa. Tra sella e retroscudo, le barre orizzontali del telaio sono utili per caricare del bagaglio, ma servono anche a sostenere il serbatoio, ora protetto da una cover in fibra di vetro verniciata di nero che sostituisce l’originale in plastica. A livello di colore, il proprietario stesso ha scelto l’elegante e originale “Blu Ottano”, che ri chiama subito l’attenzione senza dimostrarsi eccessivo.

Altro tocco di classe: la sella ha cuciture a coste, realizzate con filo dello stesso colore del telaio. L’impianto di illuminazione anteriore, con il caratteristico doppio faro tondo, è quello con cui lo Zoomer è uscito dalla fabbrica, ma impreziosito da delle griglie a rete in stile rallystico. Se i fanali sono giganti, come due occhioni spalancati sulla strada, indicatori di direzione e fanaleria posteriore sono invece minimalisti, quasi invisibili se spenti, e realizzati con sottili elementi a LED. Ruote e pneumatici, così come l’impianto frenante, rimangono quelli di serie. Paolo, il proprietario, utilizza il suo Zoomer per gli spostamenti cittadini e per recarsi al lavoro. Ma sempre con stile. E anche io mi sento strafigo in sella. Non mi capita mai con uno scooter. Mi sento per metà Mad Max e per metà divo di Hollywood. Poco importa se l’attacco della trasmissione impiega quel mezzo secondo più del dovuto per far partire lo Zoomer ai semafori: scatto comunque per primo, perché gli altri rimangono imbambolati a guardarmi. Sui tombini e sul pavé della metropoli meneghina le sospensioni – specie la posteriore – non fanno certo miracoli e l’interasse allungato non aiuta negli slalom tra le auto. E i piccoli freni a tamburo vanno strizzati bene per fermarsi in spazi ragionevoli. Ma sapete che vi dico? Chissenefrega. Ci sono mezzi per muoversi veloci. E altri per farlo con stile. Indovinate da che parte sta questo Zoomer.

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