di Nicolas Patrini - 29 December 2020

“Il costo superiore di una elettrica si ammortizza nel tempo”

La nostra intervista a Umberto Uccelli, Direttore Generale Europa di Zero Zotorcycles, per conoscere a fondo la nuova SR/S

Come mai la scelta di una carenata? Da una sport-tourer ci si aspetta la possibilità di viaggiare, anche a lungo raggio, e i motociclisti italiani non sembrano ancora pronti a questo tipo di proposte.

“Il mercato globale ha premiato Zero Motorcycles con ottimi risultati nel 2019. I nostri ingegneri sono continuamente al lavoro per garantire l’arrivo di nuovi modelli e ampliare le possibilità offerte dalla gamma. In Italia però c’è ancora una certa resistenza alla mobilità elettrica. Si tratta di un Paese dove la passione per i motori è davvero tanta e le eccellenze sul territorio contribuiscono ad alimentare questa passione. Far passare certi concetti è quindi più complesso”.

C’è da dire che il costo di partenza di una moto elettrica è spesso più alto di una moto tradizionale di pari prestazioni e segmento.

“Questo è uno scoglio da superare, in effetti. Basti però pensare che sul piatto della bilancia non vanno solo i costi iniziali, ma anche quelli di mantenimento del veicolo. Un “pieno” elettrico costa molto meno di un pieno di benzina e percorrendo molti chilometri i costi si pareggiano fino ad avvantaggiare la moto elettrica. Stiamo lavorando anche in questa direzione: oltre a sviluppare i prodotti cerchiamo di portare avanti i concetti chiave della mobilità elettrica. Sono certo che, lavorando come stiamo facendo, quello italiano diventerà uno dei maggiori mercati per noi. In questo senso aiuta il lavoro svolto da una Casa tutta italiana produttrice di moto elettriche (Energica n.d.r.), che sta facendo molto bene. I colossi sono più indietro, ma presto tutti avranno in gamma le moto elettriche”.

Facciamo una stima: in quanto tempo si ammortizza il prezzo di una moto che di base costa 7.000 euro meno della SR/S?

“Abbiamo fatto alcuni calcoli relativi ai costi, ma non dirò con quali moto in particolare. Senza considerare gli incentivi locali di ogni Paese e stando a un costo iniziale di 7.000 euro meno il prezzo della moto si ammortizza percorrendo 18.000 km. Invito tutti a ragionare su consumo di benzina, costo dei tagliandi, prezzo delle parti da sostituire. Una moto elettrica non ha la stessa usura di una moto tradizionale. Le uniche parti da cambiare sono quelle di consumo, come gomme e freni. Tutto il resto è pressoché eterno nella vita della moto e la batteria è garantita per 1.000 cicli di ricarica”.

Dichiarate un miglioramento del 13% in termini di prestazioni e autonomia rispetto alla SR/F. Come è possibile?

“Il guadagno deriva dallo studio della fluidodinamica. La protezione offerta dal cupolino permette di ridurre l’incidenza dell’aria sul corpo del pilota e una migliore efficienza a livello aerodinamico”.

Quanto tempo ha richiesto lo sviluppo della carenatura?

“Il progetto non è stato lineare. È stata creata una prima moto e quando eravamo vicini alla fine ci siamo guardati e abbiamo cestinato tutto, compresi i modelli in scala reale in argilla. Da lì siamo ripartiti da capo. Per questo motivo in tutto abbiamo impiegato tre anni prima di giungere alla SR/S per come la vedete oggi”.

Dal punto di vista tecnico il motore a magneti permanenti accoppiato alla batteria al litio è un classico della moto elettrica. Così come sono classiche le forme a cui questi veicoli si ispirano. Quando vedremo uno stravolgimento dei canoni estetici? Arriveranno nuovi motori più efficienti?

“Dal punto di vista ingegneristico queste moto sono innovative per l’epoca in cui siamo, è una scelta consapevole quella di non voler andare oltre in questo momento. Mezzi troppo lontani dalla percezione del cliente finale possono anche essere un boomerang. Il mercato è ancora molto conservativo da questo punto di vista e quello che abbiamo fatto con la SR/S è un ulteriore passo verso il futuro. Per questo ci siamo ispirati nel design a linee classiche. È un po’ come essere dei DJ: ci sono due dischi, quello del passato e quello del futuro. Per mixarli occorre tempo e malizia, perché se lo si fa troppo velocemente la melodia è rovinata. Insomma, se sbagli svuoti la discoteca. L’obiettivo della SR/S era quello di essere abbastanza differente senza esserlo troppo, pur restando all’interno di una fascia di prodotti premium”.

Una volta esaurita la vita delle batterie, che fine fanno?

“Garantiamo le batterie 5 anni, ma hanno vita decisamente maggiore. Possono durare anche 350.000 km, ma occorre tener conto di come vengono utilizzate. L’unità non passa mai dal funzionare all’essere da buttare, ma è un declino progressivo. Una volta dismessa, la batteria trova seconda vita altrove e successivamente esistono programmi di smaltimento”.

Qui trovate il test della moto. La Zero SR/S sarà protagonista a MotoWeeks fino al 2 gennaio, in piazza Gae Aulenti a Milano.

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